Emilia, lo spettacolo d’autunno dei Cento Laghi: 2 itinerari panoramici

14 novembre 2023 - 10:00

In autunno, con l'aria più pulita e gli orizzonti più nitidi, dall'Appenino Parmense è possibile vedere il Mar Ligure. Un'emozione unica, dopo aver ammirato le foreste e altri specchi d'acqua: quelli meravigliosi, incastonati tra le montagne, del Parco dei Cento Laghi

Trekking d’autunno vicino Parma nel Parco dei Cento Laghi

Periodo indefinito, prima dell’anno 1000. È alto il vociare all’interno del borgo.

Nelle stretteviuzze sono parecchi i mercanti che hanno allestito i loro piccoli spazi.

Vi si scambiano semi, ortaggi, animali da cortile con i preziosi olio, vino e sale, commerci possibili almeno finché la neve permette il valico dell’Appennino.

Alcune caprette girovagano intorno eludendo la sorveglianza del padrone e aumentano la confusione, mentre due servette parlano tra loro, nei pressi della fontana.

Numerose sono le volte che proteggono gli ingressi degli edifici, costruiti uno accanto all’altro quasi a voler trovare riparo dalle intemperie.

Ci troviamo in una delle 14 piccole borgate delle Corti di Monchio (Montium, “dei monti”), addossate alle dolci linee che contornano le cime dell’Appennino parmense.

E dopo questo immaginario viaggio a ritroso si può tornare a guardare con occhi moderni il piccolo centro storico di Monchio delle Corti.

Il fondo stradale selciato con pietra arenaria e le case dai muri di sasso si fanno ancora leggere con il sapore del Medioevo.

Sempre uguale a se stesso – almeno per quello che è il brevissimo arco temporale della civiltà umana – il profilo dei monti sovrasta e domina il paesaggio.

E scandisce con i suoi colori la sequenza delle stagioni.

 

Appennino parmense, un paradiso per il trekking: montagne, foreste e natura selvaggia

L’Appennino parmense, da sempre, è solcato da strade tortuose, obbligate ad assecondare l’orografia del luogo.

E poi – arrivati a ridosso delle vette – da sentieri e mulattiere che hanno permesso il transito e i commerci con l’interlocutrice posta dall’altra parte del crinale, la Toscana.

E in ultima analisi con il resto dell’Italia peninsulare.

È su questa rete di sentieri che vogliamo invitarvi a salire.

Fino a raggiungere il crinale sul quale corre il segnavia 00 della GEA, la Grande Escursione Appenninica, un itinerario che percorre tutto l’Appennino tosco-romagnolo e tosco-emiliano.

Ma niente paura, la porzione della GEA compresa nel Parco dei Cento Laghi è molto ridotta.

Il Parco Regionale di Crinale Alta Val Parma e Val Cedra si estende, infatti, tra il passo della Cisa e il passo del Lagastrello, nel territorio dei comuni di Corniglio e Monchio delle Corti.

Lungo le escursioni di cresta descritte si viaggia ad un’altezza media di 1700 metri, toccando il punto più alto con la vetta del monte Sillara a 1864 metri.

Un tempo i ghiacciai ricoprivano questi ambienti, alimentati anche dalle abbondanti precipitazioni.

Il loro ritiro, assieme all’azione modellante, ha portato alla formazione di un succedersi di terrazzamenti alternati a depositi morenici.

È l’ambiente ideale per la formazione dei tanti specchi d’acqua che assieme alle torbiere punteggiano le verdi vallate del Parco.

Le prime conche lacustri si incontrano già presso i punti raggiungibili con l’automobile, ma gli esempi più belli si trovano in quota, circondati da boschi e praterie che si riflettono nelle acque.

Alcune pozze resistono anche nelle immediate vicinanze del crinale che, una volta raggiunto, mostra un doppio volto: aspro e ripido sul versante toscano, più morbido e digradante su quello parmense.

Visuali a perdita d’occhio attendono lassù, dalla vista sul Mar Ligure alla prosecuzione della catena appenninica, che sembra allontanarsi senza fine verso sudest.

 

Parco dei Cento Laghi: natura, colori e sapori

Non solo sentieri nell’agenda dell’escursionista nei monti di Parma.

Lo stretto rapporto tra natura e uomo da un lato ha modificato il paesaggio, ma dall’altro ha portato ad una profonda conoscenza dei prodotti della terra.

Ha così avuto origine una serie di lavorazioni gastronomiche tipiche.

Tra queste i celebri Parmigiano Reggiano DOP, ricercato già nel Medioevo, e il Prosciutto Crudo di Parma DOP.

E poi le altre lavorazioni a base di frutti di bosco, funghi, erbe selvatiche e selvaggina.

Un pezzetto di Parmigiano Reggiano contiene il gusto genuino del latte delle vacche locali, 550 litri per ottenerne una forma!

Una fetta di prosciutto il profumo dell’aria delle colline in cui avviene la lavorazione.

Per entrambi ingrediente indispensabile è la pazienza del tempo di stagionatura.

Antichissima ricetta, che varia a seconda del gusto della famiglia che la prepara, è la Spongata, dolce a fagotto con ripieno di frutta secca e spezie, adatto al periodo invernale.

Nell’ambito del Parco viene allevata un’antica specie locale di ovino, la pecora di Corniglio, le cui carni gustose si possono acquistare a cadenze definite dall’allevatore.

Vediamo due itinerari panoramici e spettacolari sull’Appennino parmense e nel Parco dei Cento Laghi.

 

1 – L’anello del Monte Bocco a Pratospilla, tra laghi e  foreste

Un bel percorso anulare sul tratto più orientale dell’Appennino parmense porta a inanellare tutte le vette comprese tra passo del Lagastrello e passo Giovarello, in una lunga sequenza dai panorami infiniti.

Dal parcheggio ci si sposta a sinistra su sterrata imboccando il segnavia 703.

Questo, in forma di comodo sentiero, aggira uno spigolo portandosi poi verso le sponde del Lago Verdarolo e successivamente dell’appartato Lago Scuro.

Si contorna anche quest’ultimo, cercando la prosecuzione del segnavia nella faggeta.

Le ritrovate svolte salgono ad un’insellatura dove si confluisce nel segnavia 00 del crinale, che si deve seguire verso destra.

La ripida salita su traccia poco marcata tra faggi contorti termina improvvisamente sulle aperte praterie del crinale dove inizia il panoramico percorso di cresta.

Seguendo fedelmente il filo, si toccano le prime due elevazioni del Monte Malpasso e della Cima Canuti, la est e la ovest.

Scesi ripidamente da questa, si incontrano alcuni speroni che vanno aggirati dapprima sul lato toscano e poi su quello parmense.

Dalla cima della Pitturina si scende alla Foce di Branciola (m 1676) per poi rimontare tra i verdi all’ampia cima del monte Bocco (m 1791), punto più elevato dell’escursione.

Il successivo tratto di cresta è un godibilissimo e panoramico saliscendi che termina al passo di Giovarello dove, con un certo dispiacere, si deve lasciare il segnavia 00 per scendere a destra verso il lago Martini.

Seguendo poi le indicazioni per Pratospilla, si imbocca il 705 che, dapprima tra bassi arbusti e successivamente nella faggeta, riporterà alle piste da sci e quindi al punto di partenza.

Difficoltà: E
Dislivello: + – 630 metri
Tempo di percorrenza: circa 4.30 ore
Segnaletica: segnavia CAI 703 – 00 – 705

 

2 – L’Anello del Monte Marmagna a Lagdei

Il lungo saliscendi tra le cinque cime che fanno da corona al lago Santo richiede attenzione maggiore per la ripidezza di alcuni tratti e per il dislivello complessivo (che può comunque essere abbreviato tramite uno dei tanti sentieri di raccordo).

Dal rifugio Lagdei si imbocca il segnavia 727 e quindi il 723 risalendo nella faggeta fino a raggiungere le limpide acque del lago Santo, sulle cui rive si trova anche il rifugio Mariotti (m 1508).

Sulla sponda opposta i cartelli guidano nuovamente nel bosco, dove s’incontra una serie di diramazioni alle quali è necessario tenersi costantemente a sinistra (i rami a destra portano ugualmente in cresta abbreviando l’anello).

Dapprima sul 723 e poi sul 719, da sella Sterpara si percorre il limite superiore della Riserva Naturale Guadine Pradaccio, rimontando poi tra praterie e bassi arbusti fino al passo delle Guadine, popolato da una colonia di marmotte (m 1687).

Qui al passo, sul segnavia 00 del crinale, inizia verso destra la lunga cavalcata, ben guidata dai cartelli presenti su ogni cima e intaglio.

Dalle prime elevazioni del monte Aquila (m 1780) e dell’Aquilotto, dalla cresta dentellata e aerea si cala alla sella del Marmagna, per arrivare quindi al punto più elevato dell’escursione: il monte Marmagna (m 1851, grande croce e madonnina).

Il saliscendi continua, con tratti spesso affacciati sui vertiginosi versanti toscani, per arrivare alla quota del monte Braiola (m 1821) e poi ancora avanti sui ripidi prati che portano in cima all’Orsaro (m 1831).

Il percorso di cresta finisce alla foce del monte Fosco dove si piega a destra sul 725a, seguendo poi le indicazioni che riporteranno a Lagdei (attenzione alle numerose deviazioni).

Da Corniglio oppure da Valditacca per la sterrata per il Passo della Colla e i Lagoni si arriva all’area turistica di Lagdei (m 1250, ampio parcheggio).

Difficoltà: EE
Dislivello: + – 900 metri
Tempo di percorrenza: circa 6 ore
Segnaletica: segnavia CAI 727 – 723 – 719 – 00 – 725a

 

Informazioni utili

Come arrivare:
A15 Parma – La Spezia uscita Berceto, valicare il passo del Sillara e fermarsi a Bosco del Corniglio, oppure da La Spezia uscita Aulla, proseguire fino a Rigoso, Comune di Monchio delle Corti.

Per il primo itinerario: da Trefiumi si seguono le indicazioni per la località sciistica di Pratospilla (m 1320, parcheggio nell’ampio piazzale).

Per il secondo itinerario: da Corniglio oppure da Valditacca per la sterrata per il Passo della Colla e i Lagoni si arriva all’area turistica di Lagdei (m 1250, ampio parcheggio).

Il sito ufficiale del Rifugio Lagdei: sabato, domenica, festivi e ponti il rifugio è sempre aperto.

Anche il Rifugio Mariotti è aperto nei weekend e festivi, nel sito ufficiale tante informazioni e suggerimenti.

La pagina ufficiale dei Parchi del Ducato con una ricca collezione di itinerari di trekking nel Parco dei Cento Laghi.

Gli autori dell’articolo sono Sandra Tubaro e Ivo Pecile, esperti escursionisti e viaggiatori che dal loro Friuli hanno girato il mondo. Questo è il loro sito, ricco di itinerari ed escursioni.

 

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