Emilia in autunno, Reggio e Modena: due itinerari tra natura e sapori

7 novembre 2023 - 8:30

Il cuore autunnale dell’Emilia ha un sapore tipico, da scoprire tra Reggio Emilia e Modena. Tra vigne e punte di parmigiano percorriamo 2 itinerari del gusto: un viaggio nel tempo alla ricerca delle tradizioni enogastronomiche di una terra generosa

Emilia: due itinerari d’autunno tra gusto e natura vicino Reggio e Modena

Il morbido paesaggio collinare, eterno balcone da cui si srotola la vasta pianura padana,ci svela prodotti tipici scaturiti dalla storia di questo territorio.

Mai come qui, nella fascia collinare tra le province di Modena e Reggio, agricoltura e territorio si sono intrecciati dando luogo ad un paesaggio unico,vario, armonioso.

Castelli medioevali, pievi millenarie, piccoli borghi in pietra sono incastonati in una maglia di poderi coltivati e le bellezze naturalistiche si affiancano alle tracce indissolubili dell’uomo.

1 – Le colline dell’Aceto Balsamico

Il nostro cammino tra i filari arrossati di ancellotta e spergolina che decorano come ricami i pendii collinari del medio Appennino ci riporta al famoso “oro nero”.

Si tratta dell’Aceto Balsamico delle province di Modena e Reggio derivato unicamente da uve bianche e rosse locali.

Nato probabilmente tra le mura dei conventi e dei monasteri benedettini l’aceto balsamico qui attraversa la storia del territorio e lo incontriamo in quelle che erano le contade della famosa comitissa Matilde di Canossa.

Lo cita Donizone, biografo “ufficiale” della contessa e nativo di Marola.

Nei pressi di Carpineti, come di un prezioso nettare donato dal padre Bonifacio al re di Germania , Enrico II.

E a lui recato in una botticella d’argento su di un carro ornato e trainato dai buoi.

La storia qui è palpabile in ogni scorcio.

Al Castello delle Carpineti, arroccato sulle arenarie che compongono il crinale ondulato e boscoso che dal Monte Fosola giunge sulla cima del monte Valestra.

E nella millenaria Pieve di San Vitale, recentemente riportata al suo aspetto originario.

Se Donizone parlasse proprio dell’aceto balsamico non ci è dato di sapere.

Ma era sicuramente un prodotto locale di inestimabile pregio da essere considerato degno dono tra nobili.

E ancora oggi l’invecchiamento del ”mosto cotto” detto anche saba o sapa avviene dentro botti di legno pregiato ordinate nelle batterie e conservate come cimelio di famiglia nelle vecchie soffitte.

Leggi l’articolo sull’itinerario alla scoperta delle Colline dell’Aceto Balsamico

 

2 – Il paradiso del Parmigiano: la meraviglia dei Sassi di Roccamalatina

Perla assoluta dell’Appennino Modenese sono i Sassi di Roccamalatina.

Qui la mano dell’uomo ha saputo intrecciare la tutela ambientale del parco con le coltivazioni e l’allevamento.

Si è riusciti a conservare piccoli borgate assieme a testimonianze storiche di valore come mulini, pievi romaniche e torri.

Il tutto valorizzato in modo straordinario da una geologia unica e particolarissima.

Le rupi arenacee si stagliano dalle dolci colline argillose, come fiere torri di vedetta naturali.

Vivere l’autunno qui significa sentire il profumo del mosto dopo la vendemmia e passeggiare tra i vigneti color rame.

Ma anche attraversare il bosco di castagneti con esemplari centenari che fino a qualche decennio fa erano considerati l’albero del pane.

Erano l’unica fonte di sostentamento ad una certa quota sul livello del mare.

Vuol dire sentire il profumo forte dei funghi e del sottobosco dopo la pioggia.

Arrivare nei borghi in sasso per partecipare a feste e sagre e vivere l’allegria tipica di questi territori mangiando tigelle e borlenghi.

Il paesaggio è un alternanza di prati punteggiato dalle stalle con i fienili stipati di foraggio per l’inverno.

Piccoli caseifici di montagna ricevono tutti i giorni il latte che darà origine al re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano.

Non si può restare indifferenti al profumo di latte e sale che evapora alle sale di stagionatura nei dei piccoli caseifici di montagna.

Le forme di formaggio invecchiano rigorosamente su travi di legno e divengono un essudato gustoso di queste terre.

Si cammina lungo sentieri immersi in un paesaggio che non ha perso il suo legame con la storia e ci fa vivere appieno, con la sua forza, l’ultima danza del bosco, delle rupi e dei suoi abitanti prima del riposo invernale.

 

Leggi l’articolo sull’itinerario alla scoperta dei Sassi di Roccamalatina

 

 

 

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