Monte Cusna: la vetta più alta del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano

2 marzo 2022 - 5:00

Monte Cusna, il gigante buono dell’Appennino

Le storie che si raccontano la sera ai bimbi prima di dormire narrano di un gigante buono, che amava abbandonarsi suiverdi altipiani dell’Appennino reggiano, in contemplazione del magnifico panorama.

La gente della montagna gli voleva bene, provava affetto per questa creatura di animo generoso perché l’aiutava nei lavori più duri e faticosi, lui che aveva grandi mani e grande vigore.

Quando questa forza venne a mancare, anziano e spossato, il gigante decise di coricarsi per l’ultima volta sul punto che più amava, e lì trasformarsi in una grande montagna, ricca di pascoli, foreste, acqua e tutto ciò che poteva rendere migliore la vita dei suoi piccoli amici.

Il suo volto, trasformato in pietra, disegna oggi il profilo del Monte Cusna, il punto più elevato del territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, che si innalza ben al di sopra dei 2000 metri.

 

Salita al Monte Cusna, di rifugio in rifugio

Dal Passo Lama Lite (m 1781) si raggiunge in breve il Rifugio Battisti (m 1761), il sentiero nr 615 risale verso nord il crinale marnoso che separa le valli dell’Ozola e del Dolo.

Poco prima del Passone (m 1839) si guada a sinistra il ruscello, si prende il sentiero nr 607 diretto all’ampio dosso erboso della Piella (risalirne il suo versante sud), raggiunto il crinale lo sguardo abbraccia la sottostante Val d’Asta.

La vetta del Monte Cusna – Foto Getty Images

Dalla cima del Monte La Piella (m 2078), rocce stratificate accompagnano i nostri passi lungo vari saliscendi fino alla stazione di arrivo della seggiovia Febbio 2000.

Si aggira a sinistra il torrione Sasso del Morto (m 2079), si percorre il panoramico crinale fino all’imponente fianco est del Cusna.

Un sentiero su roccette, esposto (prestare attenzione), sale alla croce “del Gigante” (m 2120), la vista è fantastica.

Dalla cima si scende per alcune centinaia di metri (sentiero nr 625), ad un bivio si stacca a sinistra il sentiero nr 627: si perde rapidamente quota fino a incrociare il sentiero nr 623 che passa sotto l’imponente mole del Cusna.

La “Costa delle Veline” è parallela al crinale percorso all’andata, si procede pertanto in costa verso la testata della Val d’Ozola.

Superata una sorgente (punto panoramico) e un vecchio rifugio di pastori, località Piaggie Belle, ci s’innesta sul sentiero nr 615 che interseca la strada sterrata fino al vicino Rifugio Battisti.

Informazioni utili:

Suggeriamo di pernottare al Rifugio Battisti (oppure ai vicini Rifugio Bargetana o Rifugio Segheria), per affrontare la lunga escursione il giorno successivo.

Gli itinerari che salgono al valico Lama Lite (m 1781) sono tre e li descriviamo brevemente di seguito.

Da Ligonchio, partenza presso Presa Alta (m 1230), si risale la boscosa Valle dell’Ozola seguendo la strada forestale (segnavia nr 629) fino a Lama Lite (3 ore / dislivello a salire 650 metri).

Da Civago, dopo le ultime Case di Civago (m 1000), si segue il sentiero nr 605, si lascia sulla sinistra il Rifugio San Leonardo, al Rifugio Segheria (m 1410) dell’Abetina Reale si risale l’alta Valle del Dolo fino al Passo Lama Lite (3 ore / dislivello a salire 700 metri).

Dal Passo delle Radici (m 1529) si segue la Grande Escursione Appenninica fino a Bocca di Massa (m 1806), segue il segnavia nr 633 che passa sotto al Monte Prada fino a Lama Lite (2 ore / dislivello a salire 300 metri circa).

Dal Passo di Pradarena (m 1579) si segue la GEA direzione Passo della Comunella, Passo di Romecchio, la Focerella, alla Sella di Monte Prado si lascia il crinale (segnavia nr 631) fino al Lago Bargetana e Lama Lite (5.30 ore / dislivello a salire 750 metri circa).

 

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