Sunrise on the top of Cimone mount
A dispetto del suo primato di altitudine per tutta l’Emilia Romagna e per l’intero Appennino Tosco Emiliano, il Monte Cimone si rivela un luogo piuttosto accessibile.
La sua vetta, infatti, può essere conquistata anche da escursionisti principianti.
Attenzione però a non prenderla sotto gamba: in cima ci si trova comunque oltre i 2000 metri e sarebbe un errore salire con l’attitudine sbagliata.
La forma mentis di chi sceglie di conquistare la vetta deve essere calibrata sull’alta montagna, non su quella della passeggiata “della domenica”.
La vetta del Monte Cimone appare dal basso come una tozza piramide brulla. La sua cima rappresenta, da molti anni, un punto di riferimento per la climatologia italiana ed europea.
Foto credits: Getty Images
Sorgono qui, infatti, stazioni meteorologiche dell’Aeronautica Militare e l’osservatorio climatico “Ottavio Vittori” del CNR, che in ogni istante dell’anno monitorano lo stato dell’aria alla quota privilegiata di 2165 metri.
Tutto intorno, silenzio e una vista tra le più ampie dell’Italia Centrale, che spazia (nelle giornate più limpide) dalla Corsica fino alle Alpi Venete.
Vari itinerari permettono di salire in vetta. Noi vi proponiamo un percorso ad anello che parte da Fanano, provincia di Modena.
Lo si percorre in circa 6 ore con passo tranquillo. La distanza è di circa 11 chilometri tra ascesa e discesa.
Il nostro itinerario origina precisamente dal parcheggio del Cimoncino, situato nell’omonima via nel comune di Fanano.
É un parcheggio gratuito posto a 1400 metri di quota, nonché punto di altitudine più bassa della nostra camminata.
Si parte lungo il sentiero Cai 445, usando come riferimento il rifugio Zambelli che ci lasciamo rapidamente alle spalle.
Il bosco si fa fitto di una faggeta ombrosa, intervallata da una fontanina pubblica ideale per fare (o rifare) scorta d’acqua.
Poco dopo si incontrerà il primo bivio: dal 445 si passa al sentiero 439, sempre all’interno di un fitto bosco.
La salita si fa più intensa e si inizia a sentire l’ascesa necessaria per conquistare i duemila e passa metri del Monte Cimone.
A 1600 metri di quota, il bosco si dirada per lasciare spazio ad una prateria d’alta quota.
L’apertura mostra anche in tutta la sua bellezza il nostro obiettivo, il Monte Cimone, che si staglia di fronte a noi.
Fiori, farfalle, api e soprattutto un gran silenzio intervallato dai fischi di qualche marmotta allarmata: saranno questi gli elementi che vi accompagneranno nell’ascesa.
Poco prima di valicare quota 1700, si passa accanto al Lago “Il Terzo”. Si tratta di un piccolo specchio d’acqua di origine glaciale caratterizzato da una aspetto marroncino verdastro, tipico delle alghe “Lingue d’Acqua” di cui è in buona parte ricoperto.
Il sentiero dopo il lago piega verso sud per aggirare il Monte Cimoncino, 2118 metri di quota.
Una volta aggirato, si procede per l’ultimo tratto lungo un crinale solitamente piuttosto ventoso, puntando decisamente verso nord. La vetta è vicina.
Una volta in vetta il panorama è rinfrancante: se la giornata è tersa una buona parte dell’Italia centrale e settentrionale è a portata di sguardo.
Ogni movimento d’aria, ogni brezza, ogni refolo di vento di Toscana ed Emilia è probabile ci passi sotto il naso quando si è in vetta.
Non ci sono croci metalliche a indicare la vetta, bensì antenne per le telecomunicazioni; una cappella in pietra ed una statua dedicata alla Madonna. Una vetta un po’ bizzarra, a dire il vero.
Fatta la scorta di aria pura e di viste suggestive, si comincia la discesa che può avvenire sia tramite i sentieri 439 e 445 che tramite un secondo itinerario che passa per il Lago della Ninfa.
Il sentiero per quest’ultima opzione lo si raggiunge seguendo le indicazioni per il lago, puntando lo sguardo verso nord est e lasciandosi alla propria destra la Buca del Cimone.
Il sentiero, a parte qualche tratto con discesa ripida, non presenta particolari difficoltà.
Il Lago della Ninfa si trova quattro chilometri circa più avanti e 700 metri più sotto, accompagnato dal ritorno del bosco.
Il Lago solitamente è molto frequentato, specialmente nei fine settimana.
Per tornare al punto di partenza, sarà sufficiente seguire le indicazioni per il rifugio Zambelli, a meno di mezz’ora di cammino.
L’ultimo tratto è poco in pendenza ed immerso in un bosco ombroso, ideale per tirare il fiato al termine dell’escursione.
L’Appennino Tosco-Emiliano è meno soggetto ai capricci del tempo estivo tipici delle Alpi.
L’escursione al Cimone è fattibile da maggio fino a ottobre, con la consueta raccomandazione di evitare i giorni in cui è prevista instabilità pomeridiana, specialmente tra maggio e fine giugno e dopo metà agosto fino all’autunno.
Luglio, statisticamente, è il mese più soleggiato e stabile di tutti.
Tipica della zona è il vento, capace di soffiare forte anche nei giorni di apparente quiete e calma atmosferica.
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