Avventure sulla neve in Valtellina: 4 splendidi percorsi da fare con le ciaspole

In Valtellina l'inverno offre ai visitatori meravigliose montagne coperte di neve, ideali da scoprire con un paio di ciaspole ai piedi. Ecco alcuni splendidi percorsi, da fare con le racchette da neve, tra queste vallate alpine

11 gennaio 2025 - 11:38

 La magia di camminare con la neve in Valtellina 

La Valtellina è il luogo ideale per vivere a pieno la magia dell’inverno: paesaggi imbiancati e circa 400 Km di piste dedicate allo sci alpino, 200 km per lo sci nordico e vari snowpark.

Ci si trova nel cuore delle Alpi, in un territorio immerso tra parchi e riserve naturali: il più famoso è il Parco Nazionale dello Stelvio, noto per la sua grande varietà dal punto di vista faunistico.

Questa valle, però, offre anche delle alternative per i non sciatori: il territorio vanta una grande varietà di sentieri da percorrere con le ciaspole ai piedi da Livigno a Bormio, da Santa Caterina Valfurva a Madesimo fino a Chiesa in Valmalenco.

Ecco una piccola selezione di percorsi della Valtellina immersi nel candore della neve che invitano a riconnettersi con la natura che attraversano.

1 – L’anello del Bosco Gentile

L’anello del Bosco Gentile è un percorso relativamente semplice che si sviluppa da Aprica (Sondrio), nei pressi della partenza della funivia Magnolta e della piscina comunale.

Il sentiero non prevede delle difficoltà tecniche insormontabili e permette di godere di panorami bellissimi sia sulla Valtellina che sulle Alpi Retiche.

Si scende per via Clef e si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il sentiero del Bosco Gentile.

Una volta giunti nella località di “Corna Alta”, superando le ultime baite, si comincia a scendere ritornando al punto di partenza e chiudendo l’anello.

L’intero percorso, tra andata e ritorno, si sviluppa per circa 4,8 Km e occorrono almeno un paio d’ore per completarlo.

_ Qui trovate un’utile traccia Gpx dell’itinerario

2 – Il giro dei 3 rifugi: Zoia, Ca’ Runcasch e Cristina Alpe Prabello

Il giro dei 3 rifugi è un itinerario piuttosto difficile, infatti è lungo circa 9,2 Km e prevede quasi 4 ore di camminata, tuttavia è il percorso ideale per esplorare e sostare in alcune strutture accoglienti della Valmalenco.

Una volta giunti in Valmalenco bisogna seguire le indicazioni per Lanzada-Campo Franscia e Campo Moro.

Arrivati a Campo Moro si può lasciare l’auto nel parcheggio della prima diga e, in circa 5 minuti, si raggiunge il rifugio Zoia.

Si prosegue su un sentiero in ripida salita fiancheggiando le falesie di arrampicata dello Zoia e raggiungendo un dosso da cui è possibile godere di un bellissimo panorama sulla Valmalenco e sul Pizzo Scalino.

In circa 45 minuti di cammino si raggiunge anche l’Alpe Campagneda.

Nei pressi dell’agriturismo “Il Cornetto” si deve poi seguire una traccia nel bosco in direzione del rifugio Cristina Alpe Prabello, oppure si può decidere di percorrere la strada che prima passa dal rifugio Ca’ Runcasch e poi prosegue in direzione Prabello.

Per il ritorno è possibile ripercorrere lo stesso percorso dell’andata, oppure passare ai piedi del Pizzo Scalino, in direzione nord-est, fino a raggiungere il primo lago di Campagneda.

In breve si ritorna al rifugio Ca’ Runcasch e, seguendo il percorso a ritroso, si torna al rifugio Zoia.

_ In questa pagina trovate maggiori informazioni sul percorso

_ La pagina del rifugio Ca’ Runcasch

_ Il rifugio Cristina Alpe Prabello

_ Il rifugio Zoia

 

3 – Il sentiero ad anello Dos della Croce

Il sentiero Dos della Croce è un percorso lungo 7,9 Km della durata di circa 2 ore e 20 minuti, e si tratta di un itinerario altamente naturalistico in quanto si sviluppa in un bosco di abeti e larici alternato da ampie radure.

Dopo aver lasciato l’auto al parcheggio di Trivigno “Bassa”, all’altezza di un piccolo ponte, ci si incammina sul sentiero e, in breve, si raggiunge la chiesa di San Gaetano.

Si deve attraversare la strada e, salendo, bisogna imboccare la prima deviazione sulla sinistra. Dopodiché il sentiero sale e conduce verso il Monte Padrio.

Si attraversa quindi un bosco di abeti e larici fino a raggiungere il sentiero che sale verso il Padrio.

Bisogna mantenere la destra e scendere verso la strada che, durante il periodo estivo, consente di raggiungere Guspessa e il Mortirolo.

Da lì, in poco tempo, ci si porta verso una casetta adibita allo sci di fondo e, scendendo, si ritorna verso la chiesa di San Gaetano e quindi al punto di partenza dell’anello.

Per chi se la sentisse di procedere oltre è consigliato continuare sulla strada innevata verso est: si raggiunge infatti un punto panoramico unico per la sua bellezza.

_ In questa pagina trovate tutte le informazioni sull’itinerario

4 – Il sentiero dell’Ables

Quello dell’Ables è un suggestivo tracciato che attraversa la Valfurva, ideale da percorrere nelle giornate invernali, quando la neve è il motivo dominante della natura e del panorama che si può osservare durante il cammino.

Un percorso breve ma che offre un ricco ventaglio di esperienze: si percorrono 2,6 chilometri per giungere a destinazione e tornare indietro e sono 500 i metri di dislivello che occorre superare. Un itinerario che si affronta senza difficoltà con un normale allenamento.

Si parte da Santa Caterina Valfurva, un tipico borgo di montagna in cui è possibile lasciare l’auto e iniziare il percorso. Superato un ponticello sul torrente Frigidolfo, si prosegue in direzione del pendio ai piedi del bosco e si seguono le indicazioni per Ables (via Frodolfo, proprio accanto all’ufficio turistico).

Dopo pochi metri l’itinerario entra nel bosco e lo attraversa fino a raggiungere le baite di Speluga. Una delle caratteristiche peculiari di questo itinerario è proprio la costante alternanza tra tratti aperti, dai quali ammirare il panorama circostante, e parti di sentiero immerse nel bosco.

Un cambio di ambientazioni che certamente arricchisce l’esperienza del trekker.

Tra queste montagne si è combattuta la Grande Guerra, infatti vicino al percorso si possono osservare i resti di un’antica mulattiera riportata a vita dagli alpini: d’inverno se ne intravedono solo pochi tratti tra la neve fresca.

Questa via, durante la battaglia, era essenziale per portare viveri e munizioni ai militari italiani che fronteggiavano il nemico austroungarico.

Se la neve non è troppo abbondante, si possono intravedere anche i tipici muretti a secco di questo territorio, veri testimoni della maestria delle genti di montagna, che si prendevano cura di queste terre che erano la loro casa.

Continuando a seguire il tracciato si arriva in prossimità di diversi gruppi di malghe (Li Nanza, Ceisa, Bacero e Monich) fino ad arrivare alla destinazione del percorso, che coincide con il conglomerato della maghe dell’Ables.

Il panorama è davvero spettacolare: da quel punto si può scorgere l’intera vallata e il Passo Gavia: spicca, ad ovest, il Pizzo Tresero, montagna simbolo di Santa Caterina Valfurva, alta 3602 metri.

_ Qui trovate una mappa del percorso

_ In questa pagina di ciaspole.net trovate la descrizione dettagliata del percorso

 

 

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