Trekking vicino Milano: il Sentiero delle Orobie, 160 km con vista sulle Alpi

Andiamo alla scoperta delle Alpi Orobie con un itinerario in 8 tappe, per un totale di 160 km, immersi nella natura e nella storia, tra montagne bellissime, torrenti, rifugi e laghi di acqua cristallina.

10 maggio 2023 - 7:25

Il Sentierio delle Orobie, la meraviglia delle Alpi a due passi da Milano

Le Alpi Orobie sanno essere poesia.

Qui è la montagna ad essere l’incontrastata signora, madre dolcissima e al contempo madamigella crudele e senz’anima.

A lei si deve rispetto devoto, se non si vuole incorrere nell’ira cruenta della sua vendetta. Siate riverenti e prudenti nei vostri passi; godrete così delle ineffabili sorprese che, con dosata e accurata attenzione, ella saprà svelarvi, cullando i vostri sensi.

Sarete sorpresi dall’eco del fischio delle marmotte, preludio alla loro visione, rimbalzante di parete in parete come i salti mozzafiato degli stambecchi e le corse inerpicantisi dei camosci. Più raramente le rocce vi regaleranno incontri potenzialmente pericolosi con le vipere, temuti serpentelli velenosi che, il più delle volte, si defileranno avvertiti dalle vibrazioni generate dai vostri scarponi.

La fortuna potrebbe baciarvi con eccezionali avvistamenti, come il raro gallo cedrone o come l’aquila reale.

Profumi di fiori ubriachi di sole inebrieranno le vostre narici, mentre la bellezza carezzerà le vostre pupille con delicati colori ed immobili paesaggi.

Genzianelle di un blu intenso, gialli tarassachi, rossi gigli; l’argentata Carlina, conosciuta dai più come cardo o “pane degli alpini” a causa del suo ricettacolo commestibile, dal sapore simile al carciofo. Bianca è la rara e preziosa stella alpina, simbolo incontrastato della catena alpina, incontro alle quote più alte, dove la neve fatica a sciogliersi anche d’estate.

Mancate di devozione a questi luoghi e quella stessa montagna, che fino ad allora apparve distaccata e inarrivabile, si scatenerà tremenda e spietata: nebbia, freddo, vento e neve saranno scagliati contro i vostri passi, obbligandovi alla resa ed arrestandovi al riparo dei rifugi e bivacchi presenti sul tragitto.

Non tutto il male, però, verrà per nuocere: la calorosa accoglienza che vi offriranno alcuni tra questi rifugi grazie ai loro ottimi gestori, contagerà tutti i presenti trasformando l’indesiderata sosta in una festa vivace, riscaldata da buon vino e grappa aromatizzata, delizioso cibo e, chissà, forse anche nuove amicizie.

Quando il maltempo cederà il passo a cieli tersi, concedetevi la calma delle acque chete dei laghetti alpini.

La freschezza rigenerativa di queste acque gelide cariche di sali minerali è un toccasana per scuotersi di dosso sudore e stanchezza.

Bagnatevi dunque, ma siate cauti nel decidere di tuffarvi per nuotare! Partendo dai rifugi è possibile agli escursionisti esperti raggiungere anche qualche vetta, gratificante soddisfazione per gli appassionati delle altitudini. I meno esperti dovranno accontentarsi di altre soddisfazioni: non fatevi mancare gli impagabili cieli stellati, prima di coricarvi per il meritato riposo.

Qualche piccolo consiglio

Camminare in montagna, in quota, non è esattamente lo stesso che percorrere vie collinari o piste ciclabili in pianura.

Diventano perciò opportune alcune raccomandazioni. L’abbigliamento deve permettervi di far fronte ad ogni necessità, dal caldo al freddo (in alta quota le temperature possono scendere in fretta ed anche drasticamente ed il tempo atmosferico è mutevole).

Si consiglia pertanto: un buon paio di calzature, già utilizzate qualche volta, prima di partire; un abbigliamento tecnico “a cipolla” che potrete dosare vestendovi o svestendovi a seconda delle condizioni climatiche.

Lo zaino dovrà permettervi di portare tutto l’occorrente per rendervi autonomi da un rifugio all’altro senza essere però troppo pesante (il peso ottimale è attorno al dieci per cento del proprio peso corporeo).

L’acqua è presente lungo il percorso: riempite le vostre borracce ai rifugi o nei torrenti, facendo attenzione che questi ultimi non siano abitati a monte da carogne o animali al pascolo.

Portate con voi il cibo sufficiente a fronteggiare fame e fatica: i rifugi offrono eccellenti pasti e la possibilità di acquistare qualche rifornimento, ma li incontrerete in genere solo ad inizio e fine tappa. L’itinerario è ben segnalato ad opera dei volontari del CAI. Vi basterà una buona cartina dedicata ed un precedente approfondimento dell’itinerario per muovervi con passo sicuro.

Un’ultima raccomandazione: capita spesso che il clima avvolgente e festaiolo nei rifugi porti ad accedere col bere: siate giudiziosi e ricordatevi che dovrete camminare; non avviatevi in condizioni di ubriachezza!

Orobie senza fretta e Orobie da record

Un altro consiglio più che utile a chi voglia affrontare il Sentiero delle Orobie, è quello di non avere fretta, saper dosare correttamente le proprie forze senza esagerare e, quando possibile, calcolare anche qualche giorno in più a quanto programmato così da potersi fermare sicuri al rifugio in caso di necessità.

Premesso ciò, sappiate che le Orobie sono anche teatro di record e gare. Dal 2015 il sentiero delle Orobie è diventato terreno di gare di corsa in montagna a livello internazionale: l’Orobie Ultra-Trail prevede un percorso di 140 chilometri da Clusone (BG) in Città Alta a Bergamo.

Il Gran Trail Orobie propone 70 chilometri da Carona, Val Brembana (BG), con arrivo sempre in Città Alta. D’inverno è invece il Trofeo Parravicini a vedere in lizza gli amanti del sci-alpinismo, in zona rifugio Calvi.

Le Orobie offrono anche altri sentieri per chi li sappia scorgere. Nell’anno 2000, Simone Moro (classe 1967) e Mario Curnis (classe 1936), diedero vita all’impegnativa traversata della dorsale delle Orobie.

I due alpinisti bergamaschi (eccezionali soprattutto per il rispetto che portano alle montagne, capaci anche di desistere dal mito dell’impresa quando la montagna dia loro inequivocabili segnali d’avvertimento), partirono dal Vivione e, attraverso 150 cime e 250 chilometri di tragitto, giunsero ai Piani di Bobbio in quindici giorni.

 

Il Sentiero delle Orobie: tutte le tappe

 

Il sentiero delle Orobie nasce tra il 1950 ed il 1975 su progetto di Giovan Battista Cortinovis, detto “Giamba”. Se percorso in estate ed in assenza di neve, il tragitto non presenta particolari difficoltà per l’escursionista allenato.

Generalmente il percorso è suddiviso in due blocchi, il Sentiero delle Orobie Occidentali e il Sentiero delle Orobie Centro-Orientali.

Il primo è di difficoltà escursionistica, diviso normalmente in sei tappe.

Il secondo ha invece tradizionalmente due passaggi con via ferrata per escursionisti esperti.

È inoltre possibile collegare i due sentieri attraverso la tappa di arrivo del Sentiero delle Orobie Occidentali, il rifugio Calvi. Da qui si incrocia il Sentiero delle Orobie Orientali proseguendo con la tappa Calvi-Brunone. Lo sviluppo totale in questo caso è in 11 tappe.

Qui vi propongo un percorso ad anello che ricalca il sentiero delle Orobie Orientali eliminando i tratti con ferrata, così da essere fruibile anche per l’escursionista principiante. Il percorso è normalmente diviso in otto tappe. I due sentieri prevedono diverse varianti, dovute anche alla possibilità di raggiungere i rifugi sede di tappa da varie località a fondovalle. L’altitudine media lungo l’intero percorso si aggira attorno ai 2000 metri.

Il presente circuito ad anello ha il suo punto d’arrivo e partenza ad Ardesio, in provincia di Bergamo. Località famosa per l’estrazione dell’ardesia (a cui diede il nome), pietra divisibile in strati sottili utilizzati come coperture di tetti o per costruire lavagne (il paese di Lavagna in Liguria, appunto, era il diretto concorrente di Ardesio in questa produzione).

Di seguito sono indicate le tappe suggerite anche dalla tradizione. Indico il percorso solo nella prima e nell’ultima tappa, di recente ideazione e quindi poco note, demandandovi per le altre tappe alle guide in commercio ed in internet. Nelle tappe centrali indico invece particolarità e curiosità varie.

 

1a tappa –  Da Ardesio al Rifugio Alpe Corte

Tempo di percorrenza

3.30 ore

Segnavia

CAI nr 220

Dal centro di Ardesio (m 606) si scende al fiume Serio e lo si attraversa presso la centrale idroelettrica. Si inizia a salire seguendo la strada asfaltata diretta alle frazioni di Cerrete e Cacciamali fino ad imboccare la stradina che porta alla cappelletta degli Alpini.

Dopo la cappelletta si sale fino ad una strada forestale, raggiungendo Valcanale. Superato il torrente Acqualina ad Albareti si segue il percorso didattico. Notevole la “Rasga”, antica segheria restaurata. Giunti a Valcanale (m 1100) e si segue via Alpe Corte fino alla strada forestale che conduce al rifugio omonimo (m 1410).

 2a tappa –  Dal  Rifugio Alpe Corte (m 1410) al  Rifugio Laghi Gemelli (m 1968)

Tempo di percorrenza

4 ore

Segnavia

CAI nr 216

La tappa odierna tocca il passo dei Laghi Gemelli (m 2139).

I laghi Gemelli che vi si ammirano più in basso, formano oggi un unico lago a causa della diga che ha elevato le acque. Un tempo erano due. Fatevi raccontare la leggenda della storia d’amore che diede vita ai due laghi.

 

3a tappa – Dal Rifugio Laghi Gemelli (m 1968) al Rifugio Fratelli Calvi (m 2015)

Tempo di percorrenza

4 ore

Segnavia

CAI nr 213

Questa tappa è all’insegna dei laghi montani: godetevi le emozioni riflesse sul loro specchio d’acqua gelida.

 

4a tappa – Dal Rifugio Fratelli Calvi (m 2015) al Rifugio Baroni al Brunone (m 2295)

Tempo di percorrenza

5.30 ore

Segnavia

CAI nr 225

Lungo questo tratto incontriamo alcune evidenze: prima del bivacco Frattini ai piedi del Pizzo del Diavolo di Tenda, del Diavolino e del Poris, in una conca glaciale troviamo le sorgenti del fiume Brembo.

Il bivacco Frattini è una struttura in ferro capace di dar riparo in caso d’emergenza. Alcune provviste vengono lasciate qui per tale necessità, ma sarà importante segnalare l’eventuale utilizzo al CAI o al successivo rifugio. La zona è popolata da stambecchi che non si negano al nostro sguardo curioso.

5a tappa –  Dal Rifugio Baroni al Brunone (m 2295) al Rifugio Coca (m 1892)

Tempo di percorrenza

6 ore

Segnavia

CAI nr 330

Rivolgendomi anche ad escursionisti principianti, consiglio di seguire il Sentiero Basso: la variante alta è per esperti e presenta oltre al passo più alto del percorso una via ferrata.

6a tappa – Dal Rifugio Coca (m 1892) al Rifugio Antonio Curò (m 1895)

Tempo di percorrenza

3.30 ore

Segnavia

CAI nr 303

La strada che da Valbondione conduce al Curò offre il punto ideale da cui ammirare le Cascate del Serio.

Forse anche per far fronte all’affluenza di gente che l’apertura delle cascate attira, recentemente il rifugio invernale è stato trasformato in ostello.

7a tappa – Dal Rifugio Antonio Curò (m 1895) al Rifugio Luigi Albani (m 1939)

Tempo di percorrenza

6.30 ore

Segnavia

CAI nn. 304 e 401

Se l’abitudine alla fatica o la necessità lo suggerissero, è possibile spezzare questa lunga tappa in due parti, fermandoci alla Baita Case Rosse, gestita dal Gruppo Alpinistico Celadina, nei pressi del passo della Manina. In fase di programmazione è necessario accertarsi che sia aperta, contattando telefonicamente i gestori: 3454125462.

8a tappa –  Dal Rifugio Luigi Albani (m 1939) ad Ardesio (m 606)

Tempo di percorrenza

5.30 ore

Segnavia

CAI nr 401 – 311

Dal rifugio Albani, salendo il sentiero 401 si raggiunge il passo dello Scagnello (m 2080) da dove si scende in Valzurio. Dopo essere entrati nel bosco si segue la strada forestale fino alle Baite del Möschel (m 1265).

Lasciata la strada forestale si piega a destra e si risale fino al bivio (sentiero 314). Proseguiamo sul 311 per un’ora di cammino.

Innestatosi sulla strada forestale, giungiamo a Colle Palazzo (m 1300). Si scende fino all’affascinante abitato di Ave. Da qui a Piazzolo (m 780) e poi sulla strada asfaltata poco trafficata che ci conduce ad Ardesio.

Informazioni utili

Ardesio si trova a 40 chilometri da Bergamo ed è raggiungibile attraverso la SP35 (Val Seriana), poi la SP671 e la SP49.

La pagina ufficiale del Servizio Pubblico Trasporti

 

 

Il sito ufficiale del Sentiero delle Orobie è ricco di informazioni utili

Il sito ufficiale del Parco delle Orobie Bergamasche

 

Testo di Marino Curnis

 

Per sapere di più su Marino Curnis, autore dell’articolo, il suo sito

 

 

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