Puglia: l’antica Via Appia verso Brindisi

20 maggio 2017 - 13:50

L’itinerario coinvolge tre Comuni (Mesagne, Latiano e Francavilla Fontana) ed è possibile iniziare a percorrerlo sia dal confine orientale che da quello occidentaledella Terra dei Messapi.

Noi simuleremo l’arrivo nella Terra dei Messapi dai più vicini scambi intermodali (porto, aeroporto e stazione ferroviaria) di cui è dotata la vicinissima (12 Km) Brindisi.

Per questo motivo il nostro viaggio partirà da Mesagne.

Il Museo Ribezzi Petrosillo – Foto Getty Images

Dopo una visita al centro, per il cui dettaglio si rimanda al percorso “Mesagne: Cuore di Pietra”, si imbocca la SP45 per Latiano, si svolta a sinistra e si prosegue su una strada con segnaletica cicloturistica che conduce al Parco archeologico di Muro Tenente.

Il sito posto al confine tra i Comuni di Mesagne e di Latiano costituisce un’importante testimonianza della permanenza delle civiltà messapiche nel Salento, formando un sistema coordinato con Oria, Manduria e Torchiarlo (Valesio).

Le sue mura monumentali si estendono per oltre due chilometri e mezzo racchiudendo una cittadina di cultura messapica la cui estensione è di circa 50 ettari.

Guide esperte vi condurranno alla scoperta dei ritrovamenti che si trovano in quest’area, quali il sistema abitativo e i corredi del rituale funerario, i quartieri periferici e le grandi fortificazioni.

Di seguito il percorso conduce a Latiano (di cui abbiamo già esposto le caratteristiche nell’itinerario precedente “A passo lento fra gli ulivi”).

Giunti nella città dei Musei e del Beato Bartolo Longo si può visitare il centro storico, il Palazzo Imperiale (Castello) e i Musei cittadini.

Da qui si può proseguire lungo la via Appia in direzione Francavilla Fontana oppure verso Nord (presso il cimitero) in direzione di Ceglie Messapica.

Seguendo la via Appia a circa un chilometro dal centro abitato, all’interno di un bosco di ulivi, si incontra il Santuario della Madonna di Cotrino, con l’antica chiesetta seicentesca e il monastero dei Padri Cistercensi che ospita un punto vendita di prodotti e manufatti realizzati dagli stessi monaci.

Spostandoci verso nord-ovest in direzione di Ceglie Messapica, imbocchiamo la strada che costeggia il cimitero di Latiano attraversando bellissime distese di uliveti monumentali, muretti a secco e trulli.

Passeggiando, meglio se in bicicletta, in questi contesti bucolici nei pressi della masseria didattica Marangiosa, noteremo come i campi coltivati ad ulivo si alternino a terreni destinati alla produzione di foraggio.

Gli allevamenti zootecnici della zona costituiscono un elemento importantissimo per la produzione lattiero casearia locale.

Tra le tante tipologie di formaggi ricordiamo, tanto per citarne uno, la “pampanella”, formaggio fresco che deve il suo nome al pampino o pampano (la foglia del fico) nel quale era tradizionalmente servita.

Proseguendo dritto in direzione Nord, lungo la via principale sterrata, si arriva, dopo pochi chilometri, a San Vito dei Normanni.

Se, invece, si decide di tornare indietro, prima di arrivare alla masseria Marangiosa, si consiglia di svoltare a sinistra e attraverso una strada sterrata, che successivamente diventa asfaltata, è possibile visitare l’insediamento rupestre di Grottole e l’omonima masseria, che, sebbene di proprietà privata, conserva una grande quantità di strumenti ed attrezzi usati un tempo per il lavoro nei campi.

Continuando il percorso in direzione Ovest si arriva a Francavilla Fontana (Riccioli d’oro).

Qui sono tante le opportunità per scoprire il territorio, dove alle bellezze naturali si aggiungono le numerose strutture a secco realizzate dall’uomo, come muretti, specchie, i rulli e chiese rurali.

Tutto frutto della ricerca nel corso dei secoli di qualcosa di molto raro, il senso del bello, che ha reso unica questa terra.