Qua la natura si è sviluppata rigogliosa e indisturbata, tra laghetti di acqua piovana chiamati “paulis”, ricoperti di ranuncoli acquatici e spesso meta degli animali selvatici che arrivano a dissetarsi, alternati alla classica macchia mediterranea di fiori spontanei, cespugli spinosi e bassi arbusti.
È qui la casa dei celebri cavallini: piccoli, dal manto bruno e dagli occhi a mandorla, essi sono discendenti di animali domestici fuggiti alla cattività e tornati allo stato brado che, sia per endogamia (riproduzione tra consanguinei) sia per il classico nanismo presente in molte specie insulari, hanno raggiunto, generazione dopo generazione, una taglia sempre più piccola.
Le sabbie del tempo hanno cancellato i documenti del passato e, con essi, il ricordo di tribù arcaiche, di antichi riti propiziatori e di guerre con Cartaginesi e Romani, ma hanno lasciato sul territorio un’impronta forte, indelebile, fatta di roccia e di suggestioni, che ci riporta indietro di millenni al passato glorioso di un’isola fiera e mai doma. Un patrimonio che deve essere di tutti, da conoscere e tutelare.
Dal Centro Servizi Jara a Tuili si parte in direzione del Parco della Giara, percorrendo le vie del centro storico; prima del ponte che porta fuori dal paese in direzione della Giara, si prende lo sterrato a sinistra e lo si percorre per 400 metri.
Arrivati all’altro ponte, si gira a destra incominciando la salita su fondo asfaltato. Dopo 350 metri, incontrato un bivio, si prende il sentiero a destra, indicato con il cartello “bia de Carros”, ovvero il percorso utilizzato in passato dai carri per salire sull’altopiano; lo si percorre in salita seguendo il fondo in selciato, da notare il panorama spettacolare sulla Marmilla, regione storica della Sardegna caratterizzata da dolci colline e coltivata principalmente a grano, mandorli e olivi, molti dei quali secolari.
Al termine del sentiero “bia de Carros” si interseca una strada sterrata, la si prende in direzione destra e si prosegue la salita per 2,4 km fino a raggiungere la sommità dell’altopiano in località Nuridda. Il percorso prosegue sullo sterrato in piano a quota 580 fiancheggiando dopo 300 metri Pauli Piccia, uno degli stagni temporanei della Giara, solitamente punto di avvistamento dei famosi cavallini selvaggi che vivono sull’altopiano e che nei periodi primaverili si nutrono dei ranuncoli acquatici fioriti a pelo d’acqua.
Il percorso prosegue su una stradina leggermente in salita fino ad arrivare ad un evidente recinto circolare “sa Cotti” sulla sinistra, costruito con la tradizionale tecnica “a secco” e utilizzato per radunare gli animali. È consigliata una piccola deviazione, proseguendo sulla strada a sinistra per 500 metri, per raggiungere Pauli Majori, il laghetto temporaneo più grande dell’altopiano; costeggiandolo a destra per 150 metri, si raggiunge Sala Messi, una sorgente permanente che garantisce l’acqua agli animali dell’altopiano tutto l’anno, e volgendo lo sguardo a sinistra della sorgente si osserva una delle tradizionali capanne dei pastori, le “pinnettas”.
Si percorre a ritroso il percorso fino al recinto “sa Cotti” e si prosegue dritto, lasciando a destra la strada dalla quale si è arrivati, per circa 1,1 km, fino a raggiungere il nuraghe Tutturuddu sulla destra della strada, uno dei 23 nuraghi presenti sull’altopiano che testimoniano l’importante presenza dell’uomo nuragico nel territorio.
Si prosegue sulla stessa strada per 500 metri e si costeggia il giardino botanico della Giara “Morisia” dove sono catalogate le specie botaniche presenti nel Parco. Proseguendo per ulteriori 400 metri si raggiunge il parcheggio in località Madau e inizia la discesa su strada asfaltata per 5,5 chilometri, fino a raggiungere il ponte nel paese e rientrare nell’abitato di Tuili.
Lungo tutto l’itinerario non sono presenti indicazioni se non nel paese e all’imbocco del sentiero “bia de Carros”; il percorso non presenta difficoltà tecniche, ma è necessario senso di orientamento.