Sardegna, trekking selvaggio da Tuili verso l’Altopiano della Giara
La Sardegna non solo possiede una storia antichissima, come testimoniato dai celebri nuraghi, ma è anche un terra indomita, ricca di verde, scorci mozzafiato e una fauna incontaminata, proprio come quella che abita il meraviglioso Altopiano della Giara
Una terra antichissima e indomita
La Sardegna è certamente una terra spettacolare.
Lo è non solo per il fatto che ad abitarla, in un passato ormai lontanissimo, fula civiltà nuragica, un unicum all’interno del bacino Mediterraneo, ma anche perché gode di bellezze naturali che difficilmente si troverebbero altrove.
Una di queste meraviglie della natura è un altopiano di origine vulcanica: l’Altopiano della Giara.
Quest’ultimo dista circa 60 chilometri da Cagliari, nel sud della Sardegna, ed è anche la dimora di cavalli unici in tutta l’Europa.
L’aspetto più singolare dell’Altopiano della Giara, detto anche Jara manna (“grande”) per differenziarlo dalle altre “giare minori” (ovvero Serri e Siddi), è che si tratta di una vera e propria isola nell’isola.
Questo altopiano basaltico, infatti, si erge bruscamente per circa 550 metri quasi dominando il paesaggio che la circonda.
La scarsa presenza di vie d’accesso alla propria sommità (le “scalas”), ne ha determinato il quasi completo isolamento rispetto a tutto il resto.
Tuttavia, proprio questo isolazionismo ha fatto sì che si sviluppasse un patrimonio floro-faunistico altrove scomparso grazie al quale, a partire dal 1995, la Giara è diventato un sito di interesse comunitario.
Rigogliosi boschi ricoprono l’Altopiano: querce da sughero, lecci, rovelle, corbezzoli, mirto e lentischi. A questi si aggiungono ulteriori colori e profumi in primavera: cisti in fiore, elicrisi, distese di ciclamini e orchidee.
Ad ogni modo, gli ambienti più spettacolari rimangono is paulis, ovvero depressioni dove ristagna l’acqua piovana.
Se ne contano decine, per lo più modesti e di breve durata. In alcuni casi le dimensioni sono considerevoli e si conservano tutto l’anno, come nei due pauli maiori.
In primavera gli stagni si ricoprono di un manto bianco di ranuncoli, in estate si prosciugano e appaiono quasi come delle distese lunari.
Le piogge autunnali li colorano del rosso cupo delle tamerici. Spesso, poi, un sottile strato di ghiaccio li riveste in inverno.
Un aspetto singolare dei pauli è rappresentato dalla microfauna: infatti sono gli habitat di due minuscoli crostacei, dei veri e propri fossili viventi immutati da milioni di anni.
C’è però un altro motivo per cui l’Altopiano della Giara è così famoso: questo territorio è un caso unico in Europa in quanto ospita una colonia di cavalli selvaggi.
Questi ultimi, denominati anche Is cuaddedus, galoppano in piccoli gruppi tra i cespugli, si rifugiano all’ombra delle sugherete e si abbeverano nei pauli.
Ovviamente, la storia di questi equini è avvolta da mito e leggenda.
Si dice che nel periodo medievale intere mandrie di cavalli popolassero l’isola, tuttavia, in modo graduale, scomparvero.
Ad ogni modo, oggi, ancora 700 esemplari di cavalli pascolano serenamente allo stato brado lungo tutto l’Altopiano della Giara.
Attraversando il suggestivo Altopiano della Giara
Si parte dal centro servizi Jara di Tuili e si prosegue in direzione del Parco della Giara percorrendo le vie del centro storico.
Prima di oltrepassare il ponte che porta fuori dal paese in direzione della Giara, si prende la strada sterrata sulla sinistra e la si percorre per 400 metri.
Arrivati a un ponte, si gira a destra intraprendendo una salita asfaltata.
Dopo 350 metri, incontrato un bivio, si prende il sentiero sulla destra, indicato con il cartello “bia de Carros”, ovvero il percorso utilizzato in passato dai carri per salire sull’altopiano.
Lo si percorre in salita seguendo il fondo in selciato.
Lì si potrà notare il panorama spettacolare sulla Marmilla, regione storica della Sardegna caratterizzata da dolci colline e coltivata principalmente a grano, mandorli e olivi, molti dei quali secolari.
Al termine del sentiero “bia de Carros” si interseca una strada sterrata, la si prende in direzione destra e si prosegue lungo una salita per 2,4 km fino a raggiungere la sommità dell’altopiano in località Nuridda.
Il percorso prosegue sullo sterrato in piano fiancheggiando Pauli Piccia, uno degli stagni temporanei della Giara.
Si raggiunge poi una stradina leggermente in salita fino ad arrivare nei pressi di un recinto circolare “sa Cotti” sulla sinistra, costruito con la tradizionale tecnica “a secco” e utilizzato per radunare gli animali.
È consigliata una piccola deviazione per raggiungere Pauli Majori, il laghetto temporaneo più grande dell’altopiano.
Costeggiandolo a destra per 150 metri si raggiunge Sala Messi, una sorgente permanente che garantisce l’acqua agli animali dell’altopiano tutto l’anno.
Volgendo lo sguardo verso sinistra della sorgente, poi, si potrà osservare una delle tradizionali capanne dei pastori, le “pinnettas”.
A questo punto è necessario percorrere il percorso a ritroso fino al recinto “sa Cotti”. Di lì si prosegue dritto lasciando la strada dalla quale si è arrivati per circa 1,1 km almeno, fino a raggiungere il nuraghe Tutturuddu.
Si tratta di uno dei 23 nuraghi presenti sull’altopiano che testimoniano l’importante presenza dell’uomo nuragico nel territorio.
Si prosegue sulla stessa strada per 500 metri e si costeggia il giardino botanico della Giara “Morisia”.
Qui vengono catalogate tutte le specie botaniche presenti nel Parco.
Dopo circa 400 metri si raggiunge il parcheggio in località Madau e inizia la discesa su strada asfaltata per 5,5 chilometri fino a raggiungere il ponte nel paese e rientrare nell’abitato di Tuili.
Lungo tutto l’itinerario non sono presenti indicazioni se non nel paese e all’imbocco del sentiero “bia de Carros”.
Informazioni utili
Se siete in cerca di ulteriori informazioni per visite guidate o altro allora potete consultare il sito ufficiale del Parco della Giara
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