Panorama of Stagnone Lagoon, Marsala, Trapani, Sicily, Italy, Europe
Se c’è un luogo della Sicilia che l’uomo ha intensamente frequentato sin dalla preistoria, questo è lo Stagnone di Marsala.
Nel territorio prossimo alla laguna la presenza di reperti in ossidiana, una roccia vulcanica originaria delle Eolie, indica che già nel lontano Neolitico e poi nella successiva età del Bronzo, lungo le rive dello specchio d’acqua vivevano popolazioni che sfruttavano le ingenti risorse naturali di questo particolarissimo habitat.
Ph.: Gettyimages/fokkebok
Furono però i Fenici, sul finire dell’VIII secolo a.C., a utilizzare l’area come loro primo e principale emporio commerciale della Sicilia, stanziandosi al centro della laguna, sulla piccola isola di Mozia. Da quel momento, si sviluppò un centro fortificato le cui vicende storiche determinarono il destino di questa parte della Sicilia.
Un luogo che fu testimone del violento scontro fra la potente Cartagine e i Greci di Siracusa, culminato proprio nel 397 a.C. con la distruzione di Mozia.
Dello splendore di quell’epoca lontana è testimone uno dei gioielli dell’archeologia del Mediterraneo: la strada punica sommersa, la quale consentiva agli abitanti di Mozia di raggiungere agevolmente la terraferma. La strada, ancora oggi visibile, conserva intatta tutta la sua suggestione.
Percorrerne anche un tratto consente al visitatore di fare un viaggio a ritroso in un remoto passato, che qui è ancora presente in ogni muta testimonianza.
Vediamo 3 itinerari a piedi e in bicicletta.
La piccola Isola di Mozia, posta al centro dello Stagnone di Marsala, ha costituito per quattro secoli un avamposto commerciale strategico, fondato nell’VIII secolo a.C. da coloni fenici provenienti dalla costa siro-palestinese.
Lungo il sentiero che segue il periplo dell’isola, l’escursionista può scoprirne i siti archeologici, il museo, i suoi mosaici, i suoi ruderi, alla ricerca dei resti di una delle più importanti colonie fenice del bacino del Mediterraneo.
Ph.: Gettyimages/lucamato
La Fondazione Whitaker è l’attuale proprietaria di Mozia e deve il suo nome allo studioso anglo-siciliano Giuseppe Whitaker, che l’acquistò nei primi del Novecento e che diede il primo grande impulso all’esplorazione archeologica dell’isola.
Mozia, estesa per circa 45 ettari, conserva le vestigia delle fortificazioni, di alcuni settori dell’abitato, di santuari e del bacino del kothon, elemento caratteristico dell’architettura religiosa dei Fenici, dove le acque dolci e salmastre, ancora si fondono, memoria perenne della nascita mitica del mondo.
Località di partenza e arrivo Museo Whitaker (m 2)Difficoltà TDislivello assenteTempo di percorrenza 3 ore
Dalla Torre di San Teodoro, sin dal 1200 posta a guardia di una tonnara, inizia la traversata di un breve braccio di mare – il cui fondale non supera i 30 centimetri – fino a raggiungere la stretta lingua di terra, lunga 5 chilometri e larga qualche centinaio di metri.
L’isola è frutto dell’unione di tre isolotti collegati nel corso degli ultimi secoli dall’impianto delle saline, l’oro bianco di questa terra flagellata dai venti.
Ph.: Gettyimages/massimo brucci
Il percorso di snoda lungo la strada che attraversa tutta l’isola da Nord a Sud, fra le regolari geometrie delle saline, campi incolti, piccoli boschetti e pantani.
Ovunque la fanno da padrone le numerose specie di uccelli che qui svernano o nidificano: aironi, garzette, anatre, limicoli, cavalieri d’Italia e un numero impressionante di fenicotteri.
Gli antichi caseggiati, le torri e i mulini, molti dei quali abbandonati, ci indicano quale intenso lavoro l’uomo ha sviluppato nei secoli su questa lingua di terra sospesa in mezzo al mare.
Località di partenza e di arrivo Torre San Teodoro (m 2)Difficoltà TDislivello assenteTempo di percorrenza 5 ore
Dal Museo Archeologico di Marsala, presso Capo Boeo o Lilibeo, il punto più occidentale della Sicilia, si segue il lungomare Salinella, fino alla strada provinciale per Trapani da dove, in direzione Nord, iniziano in sequenza le saline di Marsala.
Deviando a sinistra lungo la strada litoranea si giunge a Punta Palermo da dove la vista spazia sulle isole dello Stagnone e, oltre, fino alle Egadi.
Ph.: Gettyimages/lauro55
Il paesaggio si sussegue, sempre in pianura e su strada asfaltata, fra saline da un lato e campi coltivati e vigneti dall’altro, dove si produce l’eccezionale uva che dà vita al famoso vino Marsala.
La strada litoranea finisce in prossimità della strada “punica”, solo parzialmente percorribile e soltanto a piedi.
Si riprende in bici verso l’entroterra per circa un chilometro e poi a sinistra in direzione della torre di San Teodoro, attraversando una delle aree umide più importanti del Mediterraneo, luogo ideale per il birdwatching.
Giunti in prossimità di San Teodoro, se la stagione lo consente, un bagno in una delle tante calette è d’obbligo, prima di riprendere la strada del ritorno.
Località di partenza e di arrivo Marsala, Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” (m 2)Difficoltà facileDislivello assenteLunghezza 40 chilometriTempo di percorrenza 4 ore
La pagina del sito turistico di Marsala dedicata alla Riserva naturale dello Stagnone
Come arrivare
1° itinerario In auto. A29, direzione Birgi, seguire la segnaletica per Mozia. In treno. Linea Palermo-Trapani via Castelvetrano, stazione Mozia-Birgi. L’isola si raggiunge con un servizio turistico di barche. 2° itinerario In auto. Direzione Birgi, seguire la segnaletica per Marsala fino al bivio per Torre San Teodoro. L’isola si raggiunge a piedi dalla Torre di San Teodoro attraversando il canale. In treno. Vedi itinerario nr 1 3° itinerario In auto. Direzione Birgi, seguire la segnaletica per Marsala. In treno. Linea Palermo-Trapani via Castelvetrano, stazione di Marsala. In autobus. Da Palermo, autolinea Autoservizi Salemi s.r.l. per Marsala.
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