Tuscany Rural house in summer, Italy.
Chianti, dal latino “clangor”, rumore, quello delle antiche battute di caccia, oppure dall’etrusco “clante”, acqua, elemento sacro per quelle genti.
Qualunque sia l’origine, questo nome oggi è celebre in tutto il mondo e queste colline, terre di tradizioni agricole ma non solo, ci sveleranno le ragioni di tanta fama.
Ph.: Gettyimages / Antonio Gravante
Il cuore del Chianti è compreso tra le province di Siena e Firenze.
Un museo a cielo aperto, dove la terra è stata modellata dall’uomo ma con estremo rispetto, e dove “le genti”, in secoli di storia, hanno creato opere straordinarie come borghi, strade, pievi e castelli.
Una della valli del Chianti è quella bagnata dal fiume Pesa e tagliata dall’antica Via Cassia, importante strada di origine romana verso Siena e Roma.
La Pesa nasce nella zona di Radda in Chianti per arrivare a Montelupo Fiorentino, dove si getta in Arno passando dai famosi territori di Castellina, Tavarnelle, San Casciano in Val di Pesa, quest’ultimo considerato una delle porte del Chianti.
La val di Pesa è una pittoresca successione di tondeggianti colli dove si alternano vigneti, oliveti e boschi, castelli.
Ci sono anche case coloniche già ristrutturate da nobili famiglie in epoca rinascimentale, oggi sono dimore bellissime e di alto valore storico e paesaggistico.
Qui un tempo si praticava l’agricoltura mista in piccoli poderi, tipica della “mezzadria”, ma anche oggi non mancano campi di cereali con le fioriture campestri dalle mille sfumature rosse, blu e gialle.
Ph.: Gettyimages / Fabiomichelecapelli
Boschi di querce e, lungo i torrenti, pioppi, salici e ontani, e poi rovi, biancospini, rose selvatiche, cornioli, ginepri, ginestre e prugnoli: in tutte le stagioni, si scoprono colori e frutti diversi.
È facile riconoscere impronte di volpi, istrici, tassi, caprioli, ma soprattutto tracce di cinghiale, che ritroviamo spesso e volentieri nei piatti più speciali dei ristoranti o alle più popolari sagre paesane.
Ovunque si alza il cipresso, nobile pianta portata qui dagli Etruschi e antico segnavia dei viandanti, simbolo di potere nei viali delle ville e guardiano dei cimiteri, oggi protagonista della più classica delle immagini della Toscana.
Il Chianti, con la sua cultura agricola millenaria, è anche da sempre un luogo di passaggio e di accoglienza.
Spedali, pievi e piccoli borghi rurali, aperti ai pellegrini in passato, oggi accolgono i viaggiatori moderni, che vi possono ammirare tesori artistico – architettonici e leggere il profondo legame tra uomo e paesaggio.
L’autunno, in particolare, è un periodo magico: ormai passato il turismo “aggressivo” di agosto, il clima più fresco invita a scoprire il territorio camminando.
I colori si fanno più intensi, tra giochi cromatici di rossi, marroni e gialli, mentre il cielo sembra più limpido e blu.
Muovendosi a piedi si scoprono particolari invisibili a chi ha sempre fretta, percorrendo una viabilità minore mantenuta nei secoli da un uso popolare: stradine che uniscono poderi e casolari, attraversando boschetti e ponticelli, pievi e fonti.
Per non parlare di tutto quell’intreccio di vie che portano a Roma, di cui danno costante testimonianza i tabernacoli che non è raro incontrare lungo la strada.
La stagione migliore per visitare la zona è senz’altro l’autunno.
In questa’area hanno avuto lussuose dimore nobili famiglie del passato: Medici, Antinori, Frescobaldi.
Vicino si trova il borgo di Sant’Andrea in Percussina, dove Machiavelli, nella sua residenza di campagna, trascorse il periodo dell’esilio e creò il suo scritto più celebre, “il Principe”.
La fattoria e l’osteria sono visitabili e si incontreranno durante la passeggiata.
Dal parcheggio I Chisci ci si incammina lungo la via Empolese.
Dopo le scuole elementari, sulla destra una strada attraversa i quartieri nuovi.
Al primo bivio si imbocca sulla sinistra la via di Cigliano, lungo la quale si trovano le due Ville di Cigliano e la chiesa di San Vincenzo.
Oltrepassato il podere Molinuzzo, si attraversa il borro della Suganella e si raggiunge in breve una piana dove si ammira una splendida sequoia.
Si risale la collina verso la chiesa di S. Bernardo in Faltignano e da qui al piccolo cimitero sulla strada principale.
Si percorre per un breve tratto la strada asfaltata e si imbocca sulla sinistra una stradella campestre che scende tra i vigneti di Villa Mangiacane per poi risalire al Poggio Lotti, punto più alto del percorso.
Si attraversa quindi un podere, da cui si gode di una vista spettacolare sulla piana fiorentina sottostante, fino a raggiungere l’abitato di Sant’Andrea in Percussina, che ha ospitato Machiavelli durante l’esilio.
Percorrendo ora l’antica “strada regia romana” si raggiunge l’abitato di Spedaletto e, guidati dalla torre dell’Acqua lungo via del Gentilino, si rientra al punto di partenza.
Per chi visita la val di Pesa è imperdibile la salita con un ascensore trasparente sulla torre piezometrica, o Torre dell’Acqua, che, dall’alto dei suoi 33 metri sommati ai 320 di San Casciano, Comune in cui è collocata, regala un panorama unico a 360 gradi
Le montagne fiorentine, Vallombrosa, le Alpi Apuane, i Monti Pisani e Montagnola Senese con i suoi borghi, tutto il Chianti e Firenze con il Cupolone.
Antinori del Chianti classico
Podere San Pierino
Terre di Perseto
Cantina La Sala
Solatione
Punto d’Informazioni Turistiche San CascianoVia Lucardesi (Museo Civico) – 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) Tel. 0558256385
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