La Grande Traversata Elbana d’estate: un trekking tra panorami sul mare, natura e spiagge

23 agosto 2024 - 11:00

Isola d’Elba, un paradiso per il trekking vista mare

Un’oasi verde che emerge dalle acque del Mar Tirreno, caratterizzata da splendide spiagge di sabbia e ghiaiache si alternano ad alte scogliere a picco su acque cristalline.

Massicci granitici immersi nella macchia mediterranea segnata da sentieri che dalla costa raggiungono i paesaggi tipicamente montani dell’entroterra.

E poi ancora antiche miniere, paesi ricchi di storia e tipici borghi di pescatori, fortificazioni etrusche, torri pisane, fortezze medicee e spagnole.

Insomma, ci sono innumerevoli testimonianze storiche e culturali unite a straordinarie bellezze naturali che non finiscono mai di stupire.

Questa è l’Isola d’Elba, la terra dagli infiniti orizzonti che, attraverso i secoli, ha visto intrecciarsi le vicende delle più importanti civiltà del Mediterraneo.

Ph.: Gettyimages/StevanZZ

Dai liguri ai greci, dagli etruschi ai romani, dai pisani ai Medici e agli spagnoli fino al grande imperatore francese, Napoleone Bonaparte.

Secondo un’antica leggenda, quando la Venere Tirrenica emerse dalle onde del mare, lo splendido diadema che portava al collo si ruppe e sette preziose gemme caddero in mare trasformandosi, per metamorfosi divina, in isole.

Nacquero così il Giglio, Capraia, Gorgonia, Pianosa, Giannutri, Montecristo e l’isola maggiore dell’Arcipelago Toscano: l’Elba. Per quanto riguarda l’escursionismo, invece, c’è sicuramente un grande percorso da intraprendere su quest’isola: la Grande Traversata Elbana (GTE).

Si tratta di una dorsale che collega la maggior parte dei sentieri elbani e permette di osservare l’incredibile varietà geologica, vegetazionale e morfologica dell’isola.

 

L’Itinerario della GTE, la Grande Traversata Elbana

La Grande Traversata Elbana (GTE) è sicuramente un trekking grandioso, considerato una delle più belle traversate escursionistiche d’Italia.

Il percorso si sviluppa principalmente su un crinale, e lo si può percorrere totalmente in quattro o cinque giorni, oppure anche a tappe singole.

Il GTE vi permetterà di avvicinarvi a tutti gli ecosistemi dell’isola e al suo patrimonio naturalistico, dalle coste ai boschi fino alla cima al monte Capanne, collocato a oltre 1000 metri di quota.

Da lassù potrete godervi uno dei panorami più affascinanti offerti dalle montagne italiane. L’escursione, come si accennava poc’anzi, si sviluppa sul crinale della catena montuosa dell’Elba.

Ad aspettarvi ci saranno continui affacci sui quattro versanti dell’isola che permettono di ammirare panorami infiniti verso la Corsica e l’Arcipelago Toscano.

 

Tappa 1: la Dorsale Orientale

Si parte da Cavo, il paese elbano più vicino al continente, e si inizia a salire in direzione di Monte Grosso percorrendo un sentiero circondato da piante di cisto e rosmarino. Arrivati sulla vetta del Monte Grosso ci si troverà davanti a un panorama superbo.

A est scorgerete il paese di Cavo, i tre isolotti posti tra l’Elba (Topi, Palmaiola e Cerboli), e il canale di Piombino; mentre a ovest potrete osservare dall’alto tutto il lato nord della costa elbana.

Dopo essere scesi dal lato occidentale di Monte Grosso circondati da una lussureggiante vegetazione, si attraverserà la Valle delle Fiche.

Salirete poi ripidamente sul panoramico Monte Strega, dalla cui vetta si potranno osservare le miniere di ferro sottostanti. Continuando lungo il panoramico sentiero di cresta in un susseguirsi di piccoli saliscendi, si arriverà sulla cima del Monte Capannello.

Si tratta di un punto di osservazione ideale sulla baia di Bagnaia e su quella di Nisporto, oltre che sul sottostante paese di Rio Elba.

Ph.: Gettyimages/porojnicu

Il sentiero porterà fino alla pineta delle Panche dove si inizierà a salire verso la vetta più alta della giornata: Cima del Monte.

Una volta raggiunta la vetta il panorama sarà maestoso. Si scorgerà tutta l’Elba orientale e, in particolare,  il Castello del Volterraio e la baia di Portoferraio.

Continuando a scendere si giungerà fino alla Piana della Principessa. Risalirete poi sul Monte Castello e ammirerete la sottostante valle del Monserrato con il suo santuario spagnolo e il paese di Porto Azzurro.

Scendendo, si dovranno lasciare le rocce rosse della dorsale Orientale e, dopo aver attraversato oliveti e vigneti, entrare nell’abitato di Porto Azzurro dove termina la prima tappa. Questa prima tappa non presenta un dislivello eccessivo e può essere percorsa in circa 8 ore.

 

Tappa 2: la Dorsale Centrale

Lasciato Porto Azzurro si risalirà la valle del Botro fino a Capo Galletti per poi ridiscendere fino alla valle del Buraccio, caratterizzata dalla coltivazione dell’olivo e della vite.

Si dovrà superare l’intera valle fino a raggiungere i vigneti di Casa Marchetti. Da qui, si risalirà nuovamente circondati da piante profumate di rosmarino e ginestra in direzione di Monte Orello.

Lì, oltre ad ammirare lo stupendo panorama su Portoferraio e sul golfo di Lacona e Stella, si potranno visitare le fortificazioni militari della Seconda guerra mondiale.

Scendendo da Monte Orello e attraversando una vecchia sughereta, si arriverà alla sorgente di “Fonte agli Schiumoli”, sfruttata già in epoca etrusca. Si proseguirà fino al passo di Colle Reciso, sormontato da una grossa cava di calcare.

Da lì si risalirà la Dorsale Centrale arrivando al Poggio del Molino a Vento; in questo punto scorgerete anche il rudere dell’antico molino che “domina” il golfo di Lacona.

Il sentiero vi farà salire di nuovo sul Monte Barbatoia e, rimanendo sul crinale, giungerete in pochi minuti al Monte San Martino, posizionato esattamente al centro dell’Elba.

Scendendo vi lascerete sulla destra la Valle del Literno, e vi incamminerete lungo la mulattiera militare verso sud fino a raggiungere il Passo del Monumento.

Continuerete a salire, infine, verso la vetta di Monte Tambone, che regala uno dei più bei panorami dell’isola. Si scenderà, quindi, in direzione di Marina di Campo per terminare l’escursione su una meravigliosa spiaggia di sabbia bianca.

Anche questa tappa conta all’incirca 8 ore di cammino anche se il dislivello potrebbe essere maggiormente impegnativo rispetto alla prima tappa.

 

Tappa 3: La vetta dell’Elba, il Monte Capanne

Da Marina di Campo si dovrà risalire il vecchio sentiero che collegava il piccolo porto campese con San Piero. Quest’ultimo è il paese più importante del versante sud del Monte Capanne, conosciuto già nell’antichità per le sue cave di granito.

Dopo averne attraversato i vicoli lastricati in pietra, si dovrà imboccare il viottolo nella località Le Piane.

Successivamente, dopo essere passati oltre le cave di granito, si continuerà a camminare circondati dalla macchia mediterranea fino a raggiungere il molino ad acqua di Moncione.

Lì venne macinato il grano fino all’ultimo conflitto bellico. Ci si troverà, ora, in una delle zone archeologicamente più importanti dell’isola. Oltre alle necropoli villanoviane, spiccano le antiche cave di granito di epoca romana che ancora oggi conservano numerose colonne pressoché complete.

Lasciando a destra Vallebuia, si salirà fino ai 548 metri di Pietra Murata (grosso monolite di granito sfruttato dagli antichi come postazione di vedetta), per poi proseguire fino a raggiungere “Le Macinelle”.

Queste ultime sono due rifugi in pietra a pianta circolare che, per via della loro forma, ricordano quasi gli igloo degli eschimesi.

Ph.: da www.virtualelba.it

Poi, continuando sul crinale verso nord-est, raggiungerete il quadrivio delle Filicaie, punto di inizio delle due principali valli isolane: La Valle di Pomonte e quella della Nevera.

Da questo pianoro panoramico comincerà l’ascesa alla maggiore vetta elbana (Monte Capanne) risalendo un costone roccioso che vi permetterà di ammirare il cuore ancora selvaggio dell’isola.

Dal Monte Capanne, sito a 1019 metri, avrete modo di ammirare l’Elba nella sua interezza. Le isole di Gorgona e Capraia a nord, la costa italiana a est, le isole del Giglio, Montecristo e Pianosa a sud, e la grande Corsica con le sue vette spesso innevate a ovest.

Lasciata la vetta si dovrà scendere dal versante nord lungo un sentiero che si snoda a tornanti tra grossi lastroni di granito fino alla sella del Ferale.

Lì, in un punto circondato da erica e corbezzoli, il sentiero terminerà direttamente in prossimità dei vicoli del borgo di Poggio. In questo caso le ore di cammino saranno 7, tuttavia il dislivello sarà maggiore rispetto alle tappe precedenti.

Tappa 4: l’antica via di comunicazione

Per l’ultima tappa del percorso si partirà dalla piazza di Poggio e, dopo poche decine di metri, si inizierà a salire fino al romitorio di San Cerbone.

Lasciato il suggestivo luogo di culto, costruito dai benedettini intorno al 1400, si proseguirà lungo un agevole sentiero che percorre in falsopiano tutta la Valle di Pedalta.

Lo stesso sentiero vi farà attraversare una pineta e camminare sul selciato della via Crucis che collega il paese di Marciana al Santuario della Madonna del Monte.

Ph.: Gettyimages/Digitalsignal

Lasciato il santuario con i suoi castagni secolari, procederete verso il Masso dell’Aquila. Si tratta di un rifugio sotto roccia già abitato nella preistoria, punto panoramico eccezionale dal quale si scorge tutta la costa nord dell’Elba, in particolare l’abitato e la baia di Sant’Andrea.

Andando avanti, camminando sul sentiero che collega Marciana a Pomonte, si inizierà a scendere dolcemente fino a raggiungere la piccola sorgente del Bollero  per poi risalire fino al Troppolo.

Svoltando a sinistra, si dovrà seguire un bel sentiero selciato fino alla Valle di Pomonte. Si dovrà ridiscendere quindi quest’ultima, fiancheggiati da terrazzamenti di vigneti abbandonati, fino a raggiungere il paese di Pomonte, meta d’arrivo dell’itinerario.

L’ultima tappa si percorre in circa 7 ore, anche se il dislivello è sicuramente più affrontabile rispetto alla tappa precedente.

 

Informazioni utili

Avvertenza: in estate si consiglia di camminare nelle ore più fresche della giornata, riducendo la lunghezza delle tappe e godendosi il mare rinfrescante.

La pagina del CAI Elba con tutte le informazioni sulla GTE.

Tutte le info utili per arrivare sull’Isola d’Elba

 

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