Via Francigena in Toscana: le tappe dalla Lunigiana alla Val D’Orcia
Una via che collega Londra a Canterbury, fatta non solo di strade ma di villaggi e genti, boschi e campi, facce e nomi, cose successe e altre che ancora devono accadere.La via non è la strada, è il territorio che essa attraversa.
Nel 990 d.C. il vescovo di Canterbury Sigerico viaggia fino a Roma, attraversando il cuore dell’Europa, per far visita al Papa. Una volta tornato in Inghilterra scrive del suo viaggio di ritorno da Roma.
Non è un road book quello che verga sulla pergamena. Delle strade percorse non vi è quasi menzione. Ci sono invece le tappe del cammino, che in Toscana sono 16 per un totale di 380 chilometri, attraverso borghi, città e campagne.
Il Vescovo, nel suo lungo pellegrinaggio, non ha fatto altro che seguire il flusso di una delle più antiche vie romee, la Francigena, la via dei Franchi.
Da lì passavano gli uomini del nord e dell’occidente per raggiungere Roma, meta di una delle tre “peregrinationes maiores” insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela.
Guarda caso proprio dove i flussi dei pellegrini in transito lungo la Francigena si riuniscono, prima di sfociare a Roma, nella bella terra di Toscana, fiorirà quel Rinascimento attorno al quale si andrà a costituire la comune identità culturale europea.
Il tratto toscano della Via Francigena segue il corridoio naturale che passa per la Lunigiana e la Versilia, poi la Valle del Serchio, la piana di Lucca, la bassa Valdarno e la Val d’Elsa, le Crete Senesi, la Val d’Orcia e le alture del Monte Amiata, ormai a pochi passi dalla meta finale.
In cammino dagli Appennini al mare
A tracciare per primi la via attraverso l’Appennino furono le armate dei Longobardi che trovarono, attraverso il valico della Cisa, un percorso per collegare la capitale Pavia con lo scalo marittimo di Luni e la Tuscia.
Gli incerti passi di montagna divennero, con gli anni e i secoli, le piste e le mulattiere lungo le quali s’incamminò la marea dei pellegrini, le stesse che ancora oggi possono percorrere gli escursionisti, seguendo i segni di una storia più che millenaria.
Poco a sud dello spartiacque appenninico s’incontra Pontremoli, che incarna lo spirito di questa terra di passaggio e incontro di culture, ricca di simboli: non è per caso che proprio in questo borgo si trovi il labirinto del mondo, nella Chiesa di San Pietro.
Al centro il monogramma del Cristo, sopra due viandanti a cavallo e, sotto, l’invito alla salvezza: “sic currite ut comprehendatis”, anche voi accorrete in modo da ottenerlo. Il simbolo dei pellegrini alla ricerca del vero dio è graffiato sulla tenera pietra arenaria di Lunigiana.
Nel territorio di Pontremoli lo sfarzo dei monumenti, la chiesa di San Nicolò, Porta Parma, la torre di Cacciaguerra, i palazzi dei Pavesi e dei Bocconi, la chiesa di San Francesco con l’elegante portico settecentesco del Natali.
Dalla costa toscana alle Apuane
I pellegrini francigeni, sfuggiti alle grinfie del gigante Appennino, si trovavano dinanzi ai picchi apuani, ancor più erti di quei monti che da pochi giorni avevano lasciato.
Pochi chilometri a nord sta Carrara, ma la città del marmo è stata di rado meta dei pellegrini.
La Francigena si dirige invece a sudest, parallela alla costa, dove presto raggiunge l’abitato di Massa. Dopo si prosegue fino a Montignoso e Pietrasanta, patria della scultura e del marmo delle Apuane, dove vivono e lavorano artisti provenienti da tutto il mondo.
Sono le ultime due tappe ad affacciarsi sulla pianura della Versilia. Da lì in avanti la Francigena punta verso le colline dell’entroterra, raggiungendo Camaiore. Fra le colline e i borghi del camaiorese, aleggia un’atmosfera d’antico.
Qui la Francigena si snoda lungo sentieri all’ombra di boschi monumentali, fino ad affacciarsi sulla piana di Lucca, l’orgogliosa città stato che difese la propria indipendenza sino al 1847.
Lucca è una delle mete italiane più conosciute per il turismo legato all’arte e alla cultura ma per i pellegrini, questa era prima di tutto la città del Volto Santo, un crocifisso ligneo i cui lineamenti rappresenterebbero il vero volto del Cristo.
Una volta lasciata la città, il tracciato prosegue verso sud, dove si trovano i resti di antichi ospitali e pievi che raccontano di come il transito dei pellegrini non costituisse una risorsa solo per i capoluoghi, ma anche per i centri “minori” come Capannori, Lammari, Lunata, Rughi, Porcari e Montecarlo.
La Valle dell’Arno e Val d’Elsa
Proseguendo attraverso queste valli s’incontra Altopascio, sede del nuovo ordine monastico dei frati Ospitalieri del Tau e da essere citato nelle opere di Boccaccio, Macchiavelli e Shakespeare.
Questo borgo è un supporto fondamentale per affrontare la lunga tappa della Francigena che porta a San Miniato, gioiello urbanistico disteso lungo la dorsale di una panoramica collina.
Da San Miniato il percorso della Francigena abbandona la valle dell’Arno per risalire il corso dell’Elsa, toccando i bei borghi di Castelfiorentino, Montaione e Gambassi Terme, fino a giungere al cospetto delle torri di San Gimignano.
Ancor più che nelle pur numerose opere d’arte, il fascino di questo borgo sta nella speciale atmosfera che si respira camminando per le vie, oppure gustandosi un buon bicchiere di vernaccia nelle osterie del centro, dove rari sono i segni della modernità e il tempo sembra essersi fermato.
Seguendo poi le strade bianche che serpeggiano fra le colline, si raggiunge finalmente Porta Camollia, il tradizionale accesso dei pellegrini in Siena.
La più grande fra le città toscane attraversate dalla Francigena, ricca di monumenti e opere d’arte conosciuti in tutto il mondo, che già lasciavano a bocca aperta i viaggiatori del XV secolo, come testimoniano gli sguardi degli ambasciatori raffigurati nell’opera conservata presso il Museo delle Biccherne.
Il tratto finale della Via Francigena in Toscana
Il tratto conclusivo di questo lungo cammino, le ultime tappe che da Siena portano a Roma, meta dei pellegrini di ieri e di oggi.
Si cammina attraverso le crete senesi, le terre del Brunello di Montalcino, la Val d’Orcia e le colline del Lazio fino ai colli romani. Tappe tra storia, paesaggi e cultura del cuore dell’Italia.
In questo tratto del cammino è d’obbligo una visita al convento di Monte Oliveto Maggiore, col bellissimo chiostro affrescato e poi all’affascinante borgo di Buonconvento.
La via risale la valle serpeggiando fra dolci e brulle colline fra olivi, vigneti e boschi di querce, in cerca dei passaggi meno faticosi per collegare i borghi.
Affascinante è l’attrazione che ha reso famoso Bagno Vignoni: la gigantesca vasca di acqua termale che, sin dal Cinquecento, occupa il centro del piccolo villaggio, creando un paesaggio urbano unico e inimitabile.
Ormai giunti nel cuore della valle, si incontra Castiglione, lo scrigno d’arte della Val d’Orcia. Sopra a tutto sta la mole del Monte Amiata, colonna d’Ercole che da secoli segna il confine e passaggio fra Toscana e Lazio.
Si giunge poi al borgo di Radicofani, con l’abitato dominato dalla possente Rocca, ancorata alla roccia del rilievo dalla forma quasi innaturale che sovrasta il paese.
Si toccano villaggi dove l’accento che risuona è ancora quello della terra dantesca, ma il successivo punto di arrivo della Francigena – Acquapendente – già si affaccia sulle sponde del Lago di Bolsena, ormai ad una manciata di tappe dalla destinazione finale.
Le tappe della Via Francigena in Toscana
_ TAPPA 22: dalla Cisa a Pontremoli
- Lunghezza: 19,57 km
- Dislivello: 527 m in salita, 1327m in discesa
- Tempo di percorrenza: 5 h
La Via Francigena in Toscana inizia con la ventiduesima tappa del cammino che attraversa il valico montano della Cisa e porta nel cuore verde della Lunigiana.
Superato il crinale appenninico e oltrepassato l’arco in legno con la scritta “Porta Toscana della Francigena” il pellegrino è finalmente in Toscana. Prima di iniziare la discesa nella Valle del Magra si può visitare il Santuario di Nostra Signora della Guardia.
Il paesaggio montano è verdeggiante, coperto da fitti boschi puntellati da antiche pievi e piccoli borghi fortificati dove il tempo scorre lentamente. Il ponte romanico di Groppodalosio, costruito in pietra, segna la metà del percorso, che continua fino a Pontremoli.
Questo borgo custodisce le Statue Stele, mentre nella chiesa di San Pietro è conservato il labirinto, simbolo e testimonianza dei pellegrinaggi in Terra Santa.
_ Cosa vedere:
Ponte romanico di Groppodalosio
Pontremoli
Museo delle Statue Stele lunigianesi
Castello del Piagnaro
Chiesa di San Pietro
_ TAPPA 23: da Pontremoli ad Aulla
- Lunghezza: 32,12 km
- Dislivello: 386 m
- Tempo di percorrenza: 7,20 h
Superata Pontremoli, la Via Francigena Toscana entra nella verde Lunigiana, territorio di foreste e castelli testimonianza del dominio della nobile famiglia Malaspina, che a lungo si contese queste terre con i vescovi di Luni.
Lungo il percorso si attraversano suggestivi borghi medievali, come Ponticello, un dedalo di archi e gallerie in cui sono incastonate le compatte case-torri, secolari abitazioni fortificate. La Pieve romanica di Santo Stefano a Sorano segna l’ingresso a Filattiera, e proseguendo si raggiungono Filetto e Virgoletta.
Un parte di itinerario pavimentato porta fino al Castello di Terrarossa, finale della tappa, che è una tra le più grandi residenze dei Malaspina. Siamo prossimi ad Aulla, dove l’Abbazia di San Caprasio accoglie i pellegrini al punto-tappa, così come fu una sosta anche per l’Arcivescovo Sigerico.
_ Cosa vedere:
Ponticello
Pieve di Santo Stefano a Sorano
Filetto
Abbazia e Museo di San Caprasio
Testaroli della Lunigiana
_ TAPPA 24: Da Aulla a Sarzana
- Lunghezza: 14,44 km
- Dislivello: 608 m
- Tempo di percorrenza: 5h
La tappa riprende da Aulla e arriva alla vicina Fortezza della Brunella, con le sue mura massicce e i bastioni possenti, che sembrano voler sottolineare la sua secolare importanza sulla Via Francigena.
Superato il castello, il cammino si immerge nel bosco, lungo sentieri tortuosi che talvolta mostrano. in lontananza, le vette delle Apuane. Tra questi boschi si trovano i borghi di Bibola e Caprigliola, quest’ultimo caratterizzato da una particolare torre cilindrica, un tempo residenza dei vescovi di Luni.
Il Castello Malaspina di Fosdinovo si conserva ancora piuttosto intatto, meno fortunato il Castello della Brina, i cui ruderi si sono integrati con la natura circostante.
In questi territori, tra le pietre e le foreste, la Via Francigena Toscana offre il primo scorcio sulla distesa blu del Mar Tirreno.
_ Cosa vedere:
Fortezza della Brunella
Museo di Storia Naturale della Lunigiana
Parco Regionale delle Alpi Apuane
Borgo di Bibola
Borgo di Caprigliola
_ TAPPA 25: Da Sarzana a Massa
- Lunghezza: 28,49 km
- Dislivello: 586 m
- Tempo di percorrenza: 7h
Dopo Sarzana il cammino segue strade quasi sempre asfaltate che costeggiano i campi e le colline. Si cammina verso il mare, fino ad arrivare a Luni, antico insediamento nato come porto romano, di cui rimangono un’area archeologica e un nome che si è fatto strada nella storia locale.
Poco dopo si arriva al borgo di Avenza, con la sua torre di Castruccio che si erge imponente nel suo assetto medievale, mostrando i segni dei secoli trascorsi.
Il cammino prosegue in direzione Massa, che accoglie i pellegrini con la sua storia, i monumenti, e gli edifici che guardano il mare.
Il Castello Malaspina sovrasta la città, che si tuffa nel blu del Tirreno. Il Palazzo Ducale, con la sua facciata rossa, spicca nel perimetro degli alberi di Piazza Aranci.
La Cattedrale dei Santi Pietro e Francesco osserva coloro che arrivano al punto-tappa di Piazza Duomo, e a chi entra offre lo spettacolo di opere d’arte senza tempo.
_ Cosa vedere:
Castello Malaspina di Massa
Museo Diocesano di Massa
Piazza Aranci e il Palazzo Ducale
Cattedrale dei Santi Pietro e Francesco
_ TAPPA 26: da Massa a Camaiore
- Lunghezza: 26 km
- Dislivello: 410 m
- Tempo di percorrenza: 6 h
Superata Massa la Via Francigena segue la costa, attraversando la Versilia, con il mare da un alto e le vette delle Alpi Apuane dall’altro. A pochi chilometri dalla città si incontra il Castello Aghinolfi, antica fortezza in posizione panoramica che per secoli è stata un punto strategico sulla Via Francigena.
Con una piccola deviazione dal sentiero si può incontrare il borgo di Seravezza, dove due torrenti si uniscono per dar vita al fiume Versilia. Nel cuore del borgo si trova il Palazzo Mediceo, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Si arriva poi alla “Piccola Atene”, soprannome di Pietrasanta, culla della scultura. La città conserva infatti l’arte della lavorazione del bronzo e del marmo, numerosi artisti hanno scelto i suoi laboratori per la creazione delle proprie opere. L’arte della scultura è visibile in ogni angolo del centro storico.
Dopo aver attraversato piccoli borghi arroccati come Monteggiori, la Via Francigena Toscana raggiunge Camaiore, dove la Badia di San Pietro veglia immota da secoli.
_ Cosa vedere:
Castello Aghinolfi di Montignoso
Palazzo Mediceo di Seravezza
Duomo di San Martino a Pietrasanta
Il Museo dei Bozzetti
Badia di San Pietro a Camaiore
Mortadella di Camaiore
_ TAPPA 27: da Camaiore a Lucca
- Lunghezza: 24,88 km
- Dislivello: 238 m
- Tempo di percorrenza: 6h
Superati i resti dell’antico monastero della Badia San Pietro si abbandona Camaiore per proseguire di nuovo nella campagna verde. Il cammino si addentra nei fitti boschi che coprono le montagne e sale fino al borgo di Monte Magno, un tempo vedetta sulla Via Francigena e sulla valle della Freddana.
Il percorso nella foresta è interrotto dal borgo di Valpromaro, dopo di che si arriva al fiume Serchio, vicino alla fine della tappa. Attraverso il Ponte San Pietro si supera il corso d’acqua e si arriva alla “città delle cento chiese” passando per l’antica Porta San Donato.
Siamo a Lucca con il suo centro storico protetto da mura cinquecentesche. Nel Duomo di San Martino si trova il Volto Santo, un antichissimo crocifisso ligneo che rappresenta il volto di Gesù. Su una parete esterna si trova il labirinto, misterioso simbolo dei pellegrini.
_ Cosa vedere:
Castello di Montemagno
Mura antiche di Lucca
Duomo di San Martino
Piazza dell’Anfiteatro
Torre Guinigi
Museo Nazionale di Villa Guinigi
Olio extravergine di oliva Lucca DOP
_ TAPPA 28: Da Lucca ad Altopascio
- Lunghezza: 18,6 km
- Dislivello: 30 m
- Tempo di percorrenza: 4h
Si parte da Lucca attraverso pianure e colline, fino ad arrivare a Capannori, con il suo “Labirinto del Pellegrino”. Nei dintorni si trovano castelli medievali ed eleganti ville rinascimentali, nelle campagne si trova la maestosa Quercia delle Streghe, un albero secolare da cui pare che Collodi abbia tratto ispirazione per una delle vicende di Pinocchio.
Il cammino conduce poi a Porcari, da qui, con una breve deviazione, si raggiunge l’antica chiesa di Badia Pozzeveri, e la vicina area archeologica.
Il tragitto fino al punto-tappa è breve. Un tempo in questo territorio il punto di sosta era lo Spedale di Altopascio, dove l’ordine monastico dei Cavalieri del Tau accoglieva i viandanti offrendo cure mediche, e il pane famoso ancora oggi.
_ Cosa vedere:
Museo archeologico etnografico Athena di Capannori
Spedale di Altopascio
Chiesa di San Jacopo
Pane di Altopascio
Riserva Naturale del Lago Sibolla
_ TAPPA 29: da Altopascio a San Miniato
- Lunghezza: 29,53 km
- Dislivello: 283 m
- Tempo di percorrenza: 6h
In questa tappa si può camminare sul selciato originale della Via Francigena, all’altezza di Galleno si cammina sulla stessa strada dove nei secoli hanno viandanti, pellegrini e mercanti, alternando lunghi tratti di percorso sterrato ad aree pavimentate.
L’itinerario procede vicino l’area naturale delle Cerbaie, ricca di vegetazione che segue il percorso fino ad arrivare a Ponte a Cappiano. Il ponte mediceo alle porte del paese era in origine fortificato e ricopriva una posizione strategica sulla Via Francigena. In quest’area un tempo si estendevano vaste paludi poi bonificate, oggi la Padule di Fucecchio, cittadina che si raggiunge poco dopo, è testimone di quelle aree umide.
Superato l’Arno, l’arrivo si avvicina. San Miniato, già tappa di Sigerico, accoglie con i suoi pregiati tartufi e la sua storia antica, tramandata nei nomi di importanti edifici storici come la Rocca di Federico II e la Torre di Matilde, annessa alla Cattedrale.
_ Cosa vedere:
Padule di Fucecchio
Museo di Fucecchio
Rocca di Federico II a San Miniato
Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio
Tartufo bianco di San Miniato
_ TAPPA 30: da San Miniato a Gambassi Terme
- Lunghezza: 23,7 km
- Dislivello: 406 m
- Tempo di percorrenza: 6h
Dopo San Miniato il panorama si fa meno aspro, le dolci colline prendono il poste delle montagne. Lungo le strade bianche appaiono file di cipressi e i filari di vite. Il cammino segue strade sterrate puntellate di pievi e complessi abbaziali, dove il passato resiste all’incedere del tempo.
Lungo il tragitto molti luoghi di culto testimoniano il passaggio dell’Arcivescovo Sigerico, come le pievi di Coiano e di Santa Maria Assunta a Chianni, quest’ultima vicina all’arrivo, mentre a Montaione, non lontano dal tracciato della Via Francigena Toscana, il complesso di San Vivaldo riproduce la topografia di Gerusalemme, richiamando l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa.
La Chiesa del Cristo Re di Gambassi Terme segna la fine della tappa, in una cittadina a cui le benefiche acque termali hanno contribuito a dare il nome, e dove vive con forza l’arte vetraria.
_ Cosa vedere:
Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni
Gerusalemme di San Vivaldo
Mostra permanente del vetro di Gambassi Terme
_ TAPPA 31: da Gambassi Terme a San Gimignano
- Lunghezza: 13,31 km
- Dislivello: 344 m
- Tempo di percorrenza: 3h
Siamo in Val d’Elsa e le sue vette segnano la tappa che da Gambassi Terme si snoda lungo strade bianche e sentieri che serpeggiano nella campagna. Il primo borgo che s’incontra è a metà tappa, per raggiungerlo si attraversano verdi colline ornate da filari di viti e vasti prati.
La seconda parte della tappa attraversa un territorio disseminato di edifici storici. La Via Francigena sfiora il Santuario di Pancole, dal caratteristico colore bianco che risalta nel verde delle colline e dalla pietra del borgo. Attraverso distese di ulivi argentei e colline verdi si arriva alla Pieve di Cellole: la facciata in stile romanico si rivela poco a poco, protetta da un piccolo bosco di cipressi.
La fine della tappa è San Gimignano, patria della Vernaccia e dello zafferano, dove il Medioevo si rivela in tutta la sua grandiosità, e dall’alto delle antiche torri ricorda i secoli passati.
_ Cosa vedere:
Santuario di Pancole
Pieve di Cellole
Museo archeologico di San Gimignano
Duomo di San Gimignano
Torre e Casa Campatelli
Vernaccia di San Gimignano Wine Experience – La Rocca
Zafferano di San Gimignano
_ TAPPA 32: da San Gimignano a Monteriggioni
- Lunghezza: 31 km
- Dislivello: 513 m
- Tempo di percorrenza: 7,30 h
Il cammino prosegue nelle strade sterrate della Val d’Elsa e della valle del fiume Foci. Le tracce del passato sono evidenti: camminando si incontrano chiese romaniche, piccoli borghi medievali e antichi complessi religiosi. A metà percorso si trova l’antica Abbazia di Santa Maria a Coneo, mentre la pieve romanica di San Martino testimonia le origini lontane del borgo di Strove, che un tempo era un castello sulla Via Francigena.
Vicino al Castello di Monteriggioni sorge il complesso di Abbadia. Il nome del luogo si riferisce all’epoca in cui nella zona sorgeva un’area lacustre e paludosa e l’abbazia appariva galleggiante sulle acque. L’ultima parte dell’itinerario attraversa prima un bosco per arrivare alla corona di torri di Monteriggioni.
Nelle mura medievali, imponenti e solide, ancora permane l’idea dantesca di giganti affondati nel terreno. In questa tappa è possibile deviare verso Colle Val d’Elsa.
_ Cosa vedere:
Abbadia a Isola
Abbazia dei Santi Salvatore e Cirino
“Monteriggioni in Arme” e i cammenamenti sulle mura
_ TAPPA 33: da Monteriggioni a Siena
- Lunghezza: 20,6 km
- Dislivello: 330 m
- Tempo di percorrenza: 4,30 h
Dopo Monteriggioni la Via Francigena Toscana prosegue su sentieri e strade pavimentate, costeggiando muretti a secco e grandi prati, fino a lambire l’antica pietra del Castello della Chiocciola e del Castello della Villa, con le loro torri che si innalzano ad annunciarne la presenza.
Dopo le fortezze arriva la vasta pianura di Pian del Lago, un tempo paludosa. Attraverso Porta Camollia si entra nel centro storico di Siena con le sue tipiche strade di pietra e Piazza del Campo, da cui la Torre del Mangia svetta maestosa.
Una città custode di una storia secolare come testimoniano “L’allegoria del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti, il pavimento del Duomo, l’antico ospedale del Santa Maria della Scala. Ovunque, nei vicoli nelle piazzette, simboli, colori e fontane parlano di un’identità forte e di tradizioni radicate nella cultura locale.
_ Cosa vedere:
Eremo di San Leonardo al Lago
Piazza del Campo
Torre del Mangia
Museo Civico di Siena
Duomo di Siena
La Porta del Cielo
Santa Maria della Scala
Panforte di Siena
Ricciarelli di Siena
_ TAPPA 34: da Siena a Ponte d’Arbia
- Lunghezza: 25,8 km
- Dislivello: 234 m
- Tempo di percorrenza: 6,20 h
Da Siena si cammina in Val d’Arabia calpestano lunghe strade bianche, con alle spalle il profilo della città gotica e all’orizzonte campi pianeggianti e bassi rilievi.
L’antica fattoria fortificata Gruncia di Cuna annuncia l’arrivo a Monteroni d’Arbia, proseguendo poi lungo le Crete Senesi si arriva al borgo fortificato di Lucignano d’Arbia, racchiuso nelle antiche mura. Punto di arrivo della tappa è Ponte d’Arbia, che sorge sul fiume da cui tutta la valle prende il nome. Qui si fermò il vescovo Sigerico, che nel suo diario di viaggio riporta “XIV Arbia”.
Di tanto in tanto, all’orizzonte, il Monte Amiata saluta i pellegrini.
_ Cosa vedere:
Grancia di Cuna
_ TAPPA 35: da Ponte d’Arabia a San Quirico d’Orcia
- Lunghezza: 26,25 km
- Dislivello: 513 m
- Tempo di percorrenza: 6h
Casolari, file di cipressi e vasti vigneti sono i protagonisti della tappa: da qui, la Via Francigena Toscana inizia a volgere in direzione del Monte Amiata.
Lasciato Ponte d’Arbia, il primo tratto del percorso si snoda ancora tra campi e colline , in una delle ultime pianure che si incontrano sulla strada. Il percorso inizia la sua ascesa per giungere a Buonconvento, un borgo fortificato ben conservato nella sua cerchia muraria. La porta trecentesca introduce in un centro storico dove si trovano la Chiesa di San Pietro e Paolo e il Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia.
Torrenieri, da Sigerico chiamata “Turreiner”, segna la metà del percorso e l’ingresso in Val d’Orcia, Patrimonio UNESCO. La tappa termina a San Quirico d’Orcia e, precisamente, dalla Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, con i suoi tre portoni tutti diversi e i molti tesori artistici che contiene. A poca distanza, gli Horti Leonini creano un angolo verde nel centro storico, fatto di sentieri, viali ed eleganti geometrie.
_ Cosa vedere:
Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia di Buonconvento
Museo della Mezzadria Senese di Buonconvento
Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta
Horti Leonini
_ TAPPA 36: da San Quirico d’Orcia a Radicofani
- Lunghezza: 33,2 km
- Dislivello: 908 m
- Tempo di percorrenza: 7,15 h
Siamo nel cuore della Val d’Orcia, si cammina su tratti pavimentati e strade bianche che attraversano colline e crinali sormontati da file di cipressi e tipici casolari. In un continuo saliscendi si attraversano uliveti e terreni sterminati, inoltrandosi sempre più in una terra vulcanica, culla di sorgenti benefiche.
Lungo questa tappa si incontrano il borgo fortificato di Vignoni Alto e il borgo termale di Bagno Vignoni, la cui grande vasca ha visto passare santi e personaggi illustri. Nel territorio di Castiglione d’Orcia, la Rocca di Tentennano si innalza maestosa tra le colline, testimone delle mille vicende che vi si sono svolte nel corso dei secoli, tra assedi e miracoli.
Si attraversano poi i territori dell’Amiata costeggiando Bagni San Filippo e le sue terme nel bosco: l’antico vulcano, ormai vicinissimo, veglia sul tragitto dei pellegrini. Quando la Rocca di Radicofani si rivela alla vista, fungendo da guida, la salita si fa dura, ma il panorama ripaga la fatica di giungere al punto-tappa.
_ Cosa vedere:
Terme di Bagno Vignoni
Rocca di Tentennano
Il museo e la Fortezza di Radicofani
_ TAPPA 36: Variante per Abbadia San Salvatore
- Lunghezza: 24,5 km
L’itinerario della Via Francigena Toscana si separa dal tracciato principale per alcuni chilometri dopo aver superato il borghetto di Gallina immergendosi nei boschi tra Bagni San Filippo e Campiglia d’Orcia, che conducono alla vetta del Monte Amiata.
Abbadia San Salvatore, il borgo più vicino alla croce monumentale che svetta sulla cima dell’antico vulcano, ha il suo cuore pulsante nell’antica Abbazia di San Salvatore. Secondo una leggenda la chiesa, nata prima dell’anno mille, ha conservato per quasi un millennio la Bibbia Amiatina, la più antica copia manoscritta della Bibbia in latino.
A chi decide di concludere la tappa a Ponte a Rigo, il percorso riserva una discesa nei territori montani, che corrono lungo gli ultimi chilometri di terre toscane.
_ Cosa vedere:
Abbazia di San Salvatore
Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore
_ TAPPA 37: da Radicofani ad Acquapendente
- Lunghezza: 24 km
- Dislivello: 220 m
- Tempo di percorrenza: 7 h
L’ultima tappa della Via Francigena in Toscana parte da Radicofani e prosegue lungo strade sterrate circondate dai suggestivi calanchi, creste e depressioni nel terreno che sembrano provenire dalle epoche più remote della Terra. Sono gli ultimi chilometri della Val d’Orcia, con le sue verdi colline e, sullo sfondo, i profili del Monte Amiata e della Rocca di Radicofani.
All’altezza di Centeno si saluta la Toscana, e l’antica via continua il suo viaggio nel Lazio per raggiungere Acquapendente e, da lì, volgere verso Roma.
Cosa visitare
_ Castelli della Lunigiana: circondati dai boschi, arroccati sulle montagne, maestosi: i castelli disseminati in Lunigiana sono la testimonianza del potere della nobile famiglia Malaspina.
Dal Castello del Piagnaro di Pontremoli al Castello Malaspina di Massa, queste fortezze vegliano sulle prime tappe della Via Francigena in Toscana.
_ Volto Santo di Lucca: un crocifisso ligneo che è da sempre meta di pellegrinaggio: il Volto Santo è conservato nel Duomo di Lucca, e la tradizione vuole che sia stato scolpito da Nicodemo sulla base del reale volto di Gesù. La statua è considerata una delle più antiche d’Occidente.
_ Tartufo di San Miniato: il tartufo delle colline sanminiatesi è un prodotto d’eccellenza di queste terre. Lo si trova nelle varietà Marzuolo e Scorzone, ma è il Tartufo Bianco ad essere considerato il vero “Cibo da Re”.
La Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato è l’evento annuale che lo celebra nel mese di novembre.
_ Medioevo senese: nella città del gotico medievale e nei dintorni i secoli passati hanno lasciato testimonianze senza precedenti. Il Duomo di Siena, con i suoi marmi, il pavimento decorato e la Porta del Cielo; le antiche torri di San Gimignano, Patrimonio dell’Umanità; le mura di Monteriggioni, come giganti nella Divina Commedia.
_ Val d’Arbia e Crete Senesi: paesaggi collinari che si dispiegano a perdita d’occhio, dove lunghe strade bianche serpeggiano quiete. Tra le Crete Senesi e la Val d’Arbia, il terreno argilloso splende chiaro sotto il sole, lasciando pian piano il posto a rilievi verdeggianti, e il cammino si immerge in una natura infinita.
_ Val d’Orcia, Patrimonio UNESCO: casolari, lunghe file di cipressi, piccole chiese nascoste nella campagna. Nella natura variegata della Val d’Orcia convivono dolci colline, aspri calanchi e calde sorgenti termali.
In questo territorio dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità sorgono fortezze secolari, chiese e monasteri, piccoli borghi da scoprire.
Informazioni utili:
_ Scopri l’Atlante dei cammini Toscani:
_ Scopri la Via Francigena in Toscana: