La Val Venegia è un luogo dai panorami incantevoli, ai fitti boschi di abeti secolari si alternano spazi ampi e aperti dai quali è ben visibile la bastionata rocciosa delle Pale di San Martino.
Queste montagne rappresentano una vera e propria quinta naturale in questo teatro dolomitico a cielo aperto. Il nome di questa vallata è legato a quello di Venezia.
All’epoca della Serenissima infatti i possenti tronchi degli alberi di questa valle, attraverso un lungo viaggio fluviale, raggiungevano la città dei Dogi, e venivano utilizzati per costruire gli alberi delle vele delle imbarcazioni che solcavano la laguna.
Ph.: Apt San Martino di Castrozza
Alberi secolari, cime maestose, la val Venegia è uno degli angoli più suggestivi delle Dolomiti, amata non solo dagli escursionisti, ma anche da uno fra i più leggendari personaggi che si dice popolino i boschi del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino: el Mazaròl.
La leggenda narra che chi segue le orme di questa piccola creatura, simile ad un folletto, fino ad arrivare alla sua grotta, perda la memoria.
Tanto tempo fa una fanciulla, che il Mazaròl tenne con sé come serva, imparò dalla creatura a fare il burro, il formaggio e la tosèla, un gustoso formaggio fresco tipico del primiero.
Quando venne liberata e riportata in paese da un cacciatore, la povera ragazza non ricordava nulla, fino a quando un sorso di latte di capretta bianca le fece tornare la memoria.
La giovane poté così insegnare ai suoi compaesani i segreti che il Mazaròl le aveva svelato.
Fu così che i primeriotti diventarono dei bravi casari, imparando i segreti di quell’ometto tutto rosso che “compare quando meno te lo aspetti”.
In Val Venegia si può percorrere uno degli itinerari più suggestivi per gli amanti delle racchette da neve, che segue i margini della Foresta di Paneveggio.
Si tratta di una delle più pregevoli foreste di abete rosso delle Alpi, con alberi secolari che raggiungono i 40 metri di altezza.
Il legno di questi giganti, fin da tempi antichi, è utilizzato per creare i violini.
I maestri liutai, tra cui i celeberrimi Stradivari, si recavano fin qui da Cremona per acquistare i legni più pregiati e poi trasformarli in strumenti musicali di rara perfezione.
Si racconta che Stradivari in persona si aggirasse nella foresta di Paneveggio.
Per questo è soprannominata la Foresta dei Violini, alla ricerca degli abeti di risonanza, quelli rossi plurisecolari, col legno più adatto alla costruzione dei suoi strumenti.
Ph.: Gettyimages/zanve
Il legno dell’abete rosso è, infatti, particolarmente elastico e dotato di canali linfatici molto grandi, caratteristiche ideali per trasmettere il suono e creare risonanze, proprio come nelle canne di un organo.
In inverno l’ambiente della Valle, ricoperto dal bianco della neve, diventa magico. Camminando con le ciaspole si attraversano foreste millenarie con vista su alcune delle più belle cime dolomitiche.
In questo itinerario un percorso classico alla scoperta di uno degli angoli più belli delle Dolomiti.
L’itinerario inizia dal Passo Rolle, dal parcheggio dell’ex seggiovia Segantini a quota 1950 metri, dopo aver indossato le ciaspole, si inizia la salita fino ad arrivare alla baita Segantini a quota 2200 metri.
Un luogo dal grande valore paesaggistico, da qui si può infatti ammirare il profilo maestoso della catena nord delle pale di San Martino.
Dopo una breve sosta al Pian della Vezzana si inizia la discesa verso la Val Venegia.
Godendo della vista del ghiacciaio del Travignolo, che diversi decenni fa copriva l’intera vallata, come testimoniano i grossi massi erratici adagiati lungo il pianoro, le cui forme ricordano totem silenziosi.
Il percorso prosegue in direzione di malga Venegiota (m 1835), lasciandosi sulla sinistra il Castellazzo che sotto un colore simile a quello del porfido nasconde un cuore di dolomia.
Si prosegue lungo il torrente Travignolo, che la percorre fino a malga Venegia. Qui è possibile pranzare con gli ottimi formaggi locali che racchiudono in sé tutta l’arte casearia trasmessa dal Mazaròl ai primierotti.
Da qui si prosegue in leggera discesa fino al Pian dei Casoni (m 1700).
Si attraversa il parcheggio imboccando il ponte sulla sx.
Si sale seguendo le indicazioni per Malga Juribello. Attraverso una bellissima foresta, si esce sui meravigliosi pascoli della malga.
Si sale ancora seguendo la forestale verso sud-est, (punto di riferimento i tralicci di una linea elettrica), per arrivare in vista della seggiovia Castellazzo e da lì al punto di partenza.
Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi
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