The breathtaking north-western face of the Pale di San Martino. On the right, the Segantini refuge, named after the famous painter
In estate le Dolomiti trentine sono un vero spettacolo.
Sono ben nove i gruppi dolomitici considerati “Patrimonio naturale dell’Umanità” a partire dal 2009, e il Trentino ospita ben quattro di questi: le Dolomiti di Brenta, il Latemar-Catinaccio, la Marmolada e le Pale di San Martino.
Si tratta di un riconoscimento più che meritato in virtù della loro bellezza, dell’unicità del paesaggio e delle loro peculiarità geologiche.
Ph.: Trentinomarketing/Giampaolo Calzà
Per chi è in cerca di avventura, di sport all’aria aperta, relax o nuove scoperte culturali, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ecco 10 itinerari per scoprire le meraviglie delle Dolomiti trentine d’estate.
L’Enrosadira non è un semplice tramonto, bensì uno degli spettacoli naturali più fotografati al mondo.
Proprio il Catinaccio, in Val di Fassa, è uno dei custodi di questo spettacolo naturale e scrigno di misteriose leggende.
Si tratta di una specie di magia che si ripete ogni giorno, all’ora dell’alba e del tramonto, proprio nel momento in cui i raggi del sole accarezzano le cime delle Dolomiti e le colorano di rosso.
Ph.: Trentino Marketing/A. Gruzza
È un fenomeno spettacolare, che nei secoli ha ispirato tante bellissime storie.
La più famosa riguarda il re Laurino che, secondo la leggenda, trasformò il suo roseto nelle pietre dolomitiche per vendicarsi del rapimento della figlia Similde.
La tradizione racconta che quelle pietre tornano a colorarsi ogni sera a ricordo dell’antico roseto.
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Molti dei parchi naturali presenti in regione si trovano nelle Dolomiti.
Sono stati istituiti per preservare la bellezza e l’autenticità paesaggistica, e si costituiscono come dei veri e propri scrigni di biodiversità che racchiudono un ecosistema delicato, presidiato e riconosciuto come patrimonio di tutti.
Parliamo del magnifico Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, del Parco Naturale Adamello Brenta e del suggestivo Parco Nazionale dello Stelvio.
I parchi promuovono un turismo rispettoso e sostenibile, offrendo ai visitatori diverse possibilità di esplorazione del territorio.
Ph.: da Trentinomarketing
Dai Centri di visita ai sentieri tematici, itinerari per scoprire la grande biodiversità animale e vegetale, le peculiarità geologiche e il patrimonio culturale del territorio fino ai servizi di mobilità sostenibile (bus, navette e bici elettriche), i visitatori troveranno ciascuno un’attività interessante.
Diverse sono le cime presenti in regione che si specchiano nei laghetti alpini d’alta e bassa quota.
Uno dei laghi più suggestivi è quello di Calaita, collocato nell’alta valle del Vanoi a 15 Km da Fiera di Primiero, nel Parco naturale Paneveggio.
Da lì, grazie a una passeggiata tranquilla, si può raggiungere un punto panoramico per ammirare il suggestivo gruppo delle Pale di San Martino.
Ph.: Trentinomarketing/Silvano Angelani
In alternativa, per raggiungere il lago in auto si può percorrere la strada per il passo della Gobbera, che parte appena fuori rispetto alla lunga galleria che collega il Primiero con la valle del Vanoi.
Nelle immediate vicinanze s’incontra anche un albergo-ristorante-bar con un ampio parcheggio.
Tra le abetaie, sulle rive del lago, il rifugio Miralago.
Sono tanti i rifugi delle Dolomiti trentine: tra valli e rocce si stagliano solitari e imponenti, pronti a offrire riparo agli escursionisti che tra queste vette scelgono di camminare.
Per chi va spesso in montagna, il rifugio d’alta quota è come per il marinaio il faro che si staglia sulla costa.
È infatti sia un punto d’approdo che di ristoro, quasi una “casa lontano da casa”.
I percorsi per raggiungere questi rifugi presentano difficoltà molto diverse tra loro.
In alcuni casi si possono impiegare ore per raggiungerli, macinando chilometri e dislivello.
Ph.: Trentinomarketing/Daniele Lira
Altre volte, invece, ci si arriva con una camminata semplice e rigenerante.
Ma può capitare anche di dover percorrere sentieri attrezzati, con indosso imbrago e caschetto.
L’importante se si vuole partire alla volta dei rifugi è partire ben informati sui tragitti che si vorranno percorrere, senza dimenticare di portare con sé l’attrezzatura adeguata per l’escursione.
Con questi accorgimenti e con un po’ di allenamento e preparazione si potrà vivere l’esperienza gratificante di raggiungere il rifugio, l’approdo perfetto dopo una giornata di trekking.
Vigo di Fassa, sito ai piedi del Catinaccio e del Latemar, sembra quasi essere uscito da una favola per via dei suoi grandi fienili in legno, della chiesetta con il suo campanile stretto e degli ampi prati verdi circostanti.
Si tratta di un borgo antico, proprio come lo è il Ladino, la lingua ancestrale delle Dolomiti, che gli abitanti di Vigo ancora oggi parlano.
Sono diversi i punti di interesse di Vigo: primo tra tutti la terrazza soleggiata del Ciampedìe, sita a 1998 metri di quota.
Da lì partono numerosi percorsi alla scoperta delle Dolomiti di Fassa.
Tra le tante passeggiate, due sono decisamente consigliate: la prima dura circa un’ora, e dal Ciampedìe conduce fino al Rifugio Gardeccia, dove ci si potrà fermare per un pranzo con vista sul Catinaccio.
Ph: TrentinoMarketing/Gloria Ramirez
Se si è più allenati, allora si può optare per la camminata che porta al Rifugio Roda de Vael.
Si parte sempre dal Ciampedìe, che potrete raggiungere in funivia. Vi aspetterà un’escursione di circa tre ore e mezza (comprensiva di andata e ritorno).
La meta, però, è davvero ambita: il panorama dal Rifugio Roda de Vael, abbracciato dal gruppo del Catinaccio, è uno dei più iconici di tutto il Trentino.
Oltre alle passeggiate, il consiglio è quello di visitare il Museo Ladin de Fascia, un museo moderno e innovativo che ospita le collezioni etnografiche dell’Istituto Culturale Ladino.
Ma anche la bellissima Pieve di San Giovanni (o “Chiesa di San Giovanni”) simbolo di Vigo, con il suo caratteristico campanile alto ben 67 metri.
Immersa nel verde dei campi che circondano il borgo, è il luogo ideale per scattare una foto con lo sfondo delle Dolomiti.
La Via delle Bocchette è una ferrata che attraversa l’intero gruppo delle Dolomiti di Brenta da Nord a Sud.
Il sentiero collega rifugi e svariate valli e, in più giorni, permette di passare tra i campanili, le pareti verticali e gli stretti valichi, senza mai scendere sotto i 2000 metri d’altitudine.
Tra scale verticali e cenge sospese a centinaia di metri d’altezza, tutto d’un tratto vi troverete di fronte a sua maestà il Campanil Basso: uno spettacolo che, con molta probabilità, vale tutta la fatica impiegata.
Viene definita “Via delle Bocchette” in quanto si sviluppa tra varie pareti verticali e valichi molto stretti definiti appunto “bocche”.
Si tratta di una delle più panoramiche vie ferrate del Trentino: trascorrerete più giorni nel cuore delle Dolomiti, senza mai scendere fino a valle, immersi nella natura e catturare scorci e paesaggi unici.
Il “Dolomiti Palaronda Trek” è una proposta rivolta a tutti coloro che vogliono trascorrere alcuni giorni in un ambiente di straordinaria bellezza sulle Pale di San Martino, nel cuore delle Dolomiti.
Si tratta di un trekking itinerante che si sviluppa sull’Altopiano delle Pale di San Martino, un misterioso tavolato di pietra sospeso a oltre 2500 metri d’altezza.
Ph.: Gettyimages/phalder
I tour proposti si basano su un circuito di 4/6 giorni su sentieri ben indicati, con pernottamento nella calda atmosfera dei rifugi alpini.
È studiata in modo tale che, in pochi giorni, si possa attraversare tutta la zona delle Pale con spostamenti non troppo lunghi e percorsi privi di tratti attrezzati o ferrate.
Decisamente un’esperienza adatta all’escursionista di medio livello.
Camminare sulle dolomiti significa anche assaporare il lato più appetitoso delle montagne più famose del mondo.
Polenta, birra artigianale, dolci della tradizione: la scoperta di un luogo passa, ovviamente, anche dalla tavola.
Ph.: Trentinomarketing/Pietro Masturzo
In Trentino avrete l’occasione di conoscere il sapore fresco del gin tonic fatto col ginepro della Val di Fiemme, e di gustare quello più intenso della polenta “macafana”, arricchita con carne e formaggio, magari accompagnata da una birra artigianale della Val Rendena.
Non dimentichiamo il dolce, magari una bella torta appena sfornata da una delle migliori pasticcerie delle Dolomiti.
RespirArt è uno dei più alti parchi d’arte al mondo. Si snoda tra i 2000 e i 2200 metri d’altezza a Pampeago, in Val di Fiemme.
Si tratta di un giro ad anello lungo 3 km lungo il quale potrete incontrare oltre 27 installazioni artistiche, che dialogano con le guglie dolomitiche del Latemar.
Il parco, visitabile anche in inverno con gli sci o con le ciaspole, è raggiungibile con la seggiovia Agnello.
Nacque da un progetto della giornalista e curatrice d’arte Beatrice Calamari e dell’artista Marco Nones.
Le opere, create da artisti di fama internazionale, dialogano con le guglie dolomitiche del Latemar, dichiarate Patrimonio Unesco Naturale dell’Umanità.
Ogni estate, fra concerti ed incontri letterari organizzati nel Teatro all’aperto del Latemar, di fronte allo Chalet Caserina, si affacciano sempre nuove installazioni artistiche.
La filosofia del parco vuole che le opere d’arte vengano “lasciate andare” nella natura.
Questo gesto creativo invita ad affidarsi ai mutamenti e, quindi, alla vita stessa che è continua trasformazione.
Gli agenti atmosferici non rovinano le opere, tutt’altro, essi le completano, plasmandole e mutandone i colori.
RespirArt invita a rilassarsi nella continua mutevolezza della natura, e le sue opere permettono di riscoprire il senso di meraviglia, cogliendo il nuovo come un’opportunità irripetibile.
Il Parco d’Arte è sempre aperto e accessibile a tutti gratuitamente, dalla primavera fino all’autunno.
Protette dai boschi del Trentino vivono principesse coraggiose, nani con poteri magici e poi le creature del bosco, dolci Vivane e Salvani dispettosi.
Questa regione è davvero ricca di leggende suggestive tutte da scoprire.
Ph.: Gettyimages/e55evu
C’è la già citata storia legata al re Laurino e all’enrosadira, quella che riguarda la regina Tresenga e il lago dalle acqua rosse, e poi ancora la leggenda incentrata sui monti pallidi e la principessa della Luna.
Si tratta di storie incredibili che lasceranno stupefatti sia i grandi che i più piccoli.
_Sul sito ufficiale di VisitTrentino i dettagli di tutti gli itinerari di trekking