A treasure of the Lagorai group, the Erdemolo lake, of glacial origin, a destination for families and hikers in the summer season, charms everyone with the turquoise colors of its waters, inserted in a natural mountain theater of authentic beauty
Abitata fin dall’Età del Bronzo, questa valle creata dallo scorrere del torrente Fèrsina già nei primi secoli del Mille era abitata da nuclei familiari “teutonici” provenienti dalla Germania, e ancora oggi alcune famiglie possono far risalire la loro origine direttamente ai primi coloni.
Tra il 1300 e 1400 i Conti del Tirolo attuarono una colonizzazione sistematica, con la divisione della terra in Masi, che comprendevano un gruppo di edifici, abitazione, stalla, fienile, circondati da prati e boschi, e una Summerstoll (stalla estiva), ai margini dei pascoli alti, oltre i 1500 metri.
Ph.: da bersntol.it
Con l’assegnazione del patrimonio ereditario al figlio maschio, molte proprietà hanno mantenuto fino a pochi decenni fa la struttura originaria.
La lingua mòchena sembra derivare direttamente dalla parlata altobavarese, e l’ambiente sociale in cui si chiuse per secoli la comunità valligiana ha conservato questo prezioso patrimonio linguistico oggi tutelato.
Simbolo di questa cultura è il Maso Filzerhof, a Fierozzo, risalente al 1400, uno degli esempi più belli e tipici dell’architettura locale, e oggi ospita una sezione museale dedicata a usi e costumi della gente mòchena.
Così la definì il grande scrittore austriaco Robert Musil.
Perché oltre alla cultura mòchena, protagonista di questo ambiente dove il tempo si è fermato è la splendida natura del Lagorai, una delle catene montuose più affascinanti e selvagge delle Alpi.
Ph.: visittrentino.info
Escursioni facili e trekking impegnativi, anche di più giorni in completa autosufficienza, sono il patrimonio offerto dai crinali di porfido bruno che si sviluppano per oltre 70 chilometri, fino alle Pale di San Martino.
Numerose baite, malghe e rifugi impreziosiscono il versante della Val dei Mòcheni, con facili itinerari che raggiungono luoghi di straordinaria bellezza.
Come il lago di Erdemolo, incastonato a 2000 metri di quota sotto le pareti scoscese del monte del Lago, 2295 metri.
Trenta chilometri di trincee recuperati nel versante del Lagorai affacciato sulla Val dei Mocheni rappresentano una testimonianza importante per conoscere la storia recente di questi luoghi.
I luoghi attraversati da questo itinerario vanno dalla cima della Panarotta fino al Monte Croce, passando per la Bassa, il Fravort, il Gronlait, il Passo Portella, il Sasso Rosso, il Sasso Rotto, Setteselle, lo Slimber e i monti sovrastanti Palù del Fersina.
L’itinerario, poco impegnativo, è consigliato a chiunque voglia trascorrere una giornata tra natura e storia.
Attraverso questo ampio reticolo di strade militari ci si imbatte in caverne, camminamenti, reticolati, baracche e altri manufatti bellici.
Tra questi la Feldkapelle, la chiesetta da campo prima opera recuperata sette anni fa, bunker interrati e postazioni di artiglieria.
Esaurienti pannelli illustrativi posizionati lungo il percorso spiegano le funzioni e gli usi delle varie strutture ed un’adeguata e completa segnaletica permette agli escursionisti di raggiungere tutte le opere dislocate lungo le trincee.
Questo itinerario conduce ad uno dei luoghi più caratteristici del Lagorai: un anfiteatro roccioso all’interno del quale, come un gioiello, è adagiato il lago glaciale di Erdemolo.
Da Palù si raggiunge il parcheggio in località Fròtten, a quota 1540 (indicazioni per la grotta “Grua va Hardömbl”).
Si sale lungo la mulattiera sterrata superando le sparse abitazioni della frazione.
Oltre la grotta, a quota 1700, un piacevole sentiero – segnavia 325 – tra radi boschi di conifere porta fino al lago di Erdemolo (2005 m).
Ph.: da facebook.com/rifugiosetteselle.paginaufficiale
Variante: magnifico complemento, per escursionisti allenati, il giro delle creste che dominano il lago.
Una ripida salita tra sfasciumi porta alla Forcella del Lago (2213 m); verso sinistra, tracce di sentiero – segnavia 343 – seguono la cresta che tocca Monte del Lago (2329 m), per poi scendere a Forcella di Conelle, 2198 metri.
Su tutto questo tratto, si trovano passaggi anche molto esposti, necessaria esperienza e prudenza.
Si risale sempre seguendo il 343 verso la cima del Sasso Rotto (2394 m), e Cima di Sette Selle.
Si scende al rifugio omonimo a quota 2014 e da qui rientrare a Frotten.
Solo per esperti e allenati, ore 4.
Difficoltà E
Dislivello +600 metri
Tempo di percorrenza 2.30/3 ore
Sempre da Palù del Fersina, sul versante occidentale della valle si raggiunge il Passo Redebus, che collega il territorio dei Mocheni con la Val Floriana.
Il sentiero 404 porta a Malga Cambroncoi – dove si possono gustare deliziosi prodotti d’alpeggio – e da qui una facile salita porta al dosso di Costalta (1954 m), ottimo belvedere sulla Bernstol, la Valle Incantata.
Località di partenza e arrivo Passo Redebus (1455 m)
Dislivello +500 metri
Tempo di percorrenza 2.30 ore
Come arrivare
La Valle dei Mòcheni si raggiunge dalla Valsugana, con deviazione a Pergine.
Stazione ferroviaria a Trento, collegamenti quotidiani con pullman di linea.
Il sito ufficiale dell’Istituto Culturale Mocheno è ricco di risorse per conoscere la storia e la lingua di questo popolo
La pagina dedicata al turismo e ai prodotti tipici nella Valle dei Mocheni
La pagina Facebook del Rifugio Sette Selle
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