Trekking sulle Dolomiti: Traversata del Sella e Piz Boè tra rifugi e panorami
Un trekking spettacolare con partenza da Passo Pordoi alla scoperta di alcune tra le più belle cime delle Dolomiti: un itinerario nella natura selvaggia tra rocce, laghi e rifugi.
Traversata del Sella e Piz Boè: un itinerario classico sulle Dolomiti
La traversata del Sella con la salita del Piz Boè (3.152 m) è un classico tra le escursioni delleDolomiti in Val Gardena. in realtà, non si tratta di un semplie trekking: si tratta di una vera e propria traversata con panorami spettacolari.
Il punto di partenza dell’itinerario è il Passo Pordoi.
Dal passo si sale al Sas Pordoi in funivia. Ovviamente per i più avventurosi è possibile anche salire a piedi.
In questo caso si percorre il sentiero 627 seguendo le indicazioni per il Rifugio Forcella Pordoi, a 2848 metri.
In questo caso l’escursione si allunga di circa 2 ore.
Dal momento però che la Traversata è già di per sé spettacolare, consigliamo di arrivare a Sas Pordoi direttamente in funivia.
Dalla stazione del Sas Pordoi la vista è spettacolare.
Il massicio del Sella si offre in tutta la sua bellezza, un paesaggio roccioso attraversato da canyon e punteggiato da bellissime torri di roccia.
Lo sguardo spazia oltre, ad ammirare altre cime dolomitich: il Sassolungo, la Marmolada il Monte Civetta.
Un ambiente unico e suggestivo, un deserto di roccia, solcato da spettacolari valli delimitate da ripide e frastagliate pareti.
Dal Sass Pordoi al Rifugio Boé
Dopo una breve sosta panoramica si scende per una decina di minuti sino alla forcella Pordoi e all’omonimo rifugio (2848 m).
Si continua lungo il sentiero nr 627 sino ad un bivio, con cartelli.
Il percorso per raggiungere Piz Boè è ripido, ma i passaggi più complicati sono attrezzati con cavi d’acciaio.
Una volta in vetta comunque, la vista spettacolare ripaga di ogni fatica.
Si scende poi dal lato opposto per raggiungere il Rifugio Boè e ritornare sul sentiero nr. 627.
Seguendo le indicazioni si giunge per pietraie e tratti rocciosi alla base della piramide sommitale del Piz Fassa.
Si prosegue su facili roccette, con qualche breve tratto esposto, sino alla vetta e al rifugio Piz Fassa (3152 m).
Una discesa ripida conduce ad una cengia esposta (corde fisse) e ad un canalone, spesso ghiacciato.
Una ripida pietraia, in discesa, conduce all’altipiano delrifugio Boè (2873 m).
Il lago Pisciadù tra rocce rifugi e panorami dolomitici
Si segue ora il segnavia nr 666/647 lungo pietraie e nevai.
Camminiamo in direzione della forcella d’Antersàss, sino al limite dell’altipiano, quotato 2966 metri.
Continuando per ripide pietraie, si giunge ad un gradone superabile con funi metalliche (attenzione, rocce scivolose).
Si scende lungo il ripido vallone Pissadù in fondo al quale si trovano il laghetto e l’omonimo rifugio (2587 m).
Seguendo le indicazioni (nr 666), si cammina sino al dirupo roccioso che delimita l’intaglio roccioso della Val Setùs.
In ripida discesa, con funi metalliche e pioli, si scende lungo il ripido canalone, spesso innevato anche in estate inoltrata.
Da non perdere, tra alte mura dolomitiche e infiniti ghiaioni, spunta il laghetto Pisciadù, a fianco del Rifugio Franco Cavazza.
Al termine della forcella si prosegue, con qualche saliscendi, in direzione del Passo Gardena, ammirando il frastagliato gruppo del Cir.
Variante: dal rifugio Boè è possibile scendere a Colfosco, percorrendo la lunghissima e solitaria Val de Mesdì (nr 651, EE, funi metalliche, neve; 4 ore).
Informazioni utili
Si può raggiungere Passo Pordoi anche con il bus (Linea 471) e, a fine escursione, rientrare dal Passo Gardena nuovamente con un mezzo pubblico. Gli orari si trovano sul sito SüdtirolMobil.
Gli orari degli impianti di risalita
I siti ufficiali dei rifugi
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