Santo lake of Cembra in autumn time, Trento province, Italy
Il susseguirsi ininterrotto di vigneti arrampicati su ripidi pendii circondati dal bosco.
Il grigio bruno di grandi lavagne di pietra, screziate di vene e sfumature dal giallo al viola, che si erigono verticali, improvvise, sullo sfondo dei paesi.
Sono queste le immagini che colpiscono chiunque percorra la Val di Cembra.
Una suggestiva vallata a cavallo tra i ritmi vorticosi dell’Adige, le magie dolomitiche delle valli di Fiemme e Fassa e il fascino selvaggio della catena dei Lagorai.
Castello di Segonzano, Ph.: www.visitpinecembra.it
A pochi chilometri dal capoluogo trentino, verso nord, nei pressi di Lavis si intuisce sulla destra l’imbocco della valle, un solco che si incunea tra le montagne.
Risalendo i primi tornanti che portano a Verla e Palù di Giovo si intuiscono subito le due anime della valle, protesa verso la città ma solidamente ancorata alle sue radici montanare e contadine.
Ph.: L.Lona,https://www.visitpinecembra.it/
Una storia caratterizzata da racconti che parlano di viti e prezioso vino, ma anche di porfido, una pietra che ha determinato il destino e il benessere delle popolazioni di questo luogo.
Per secoli questi territori, sospesi in equilibrio sui ripidi versanti creati dallo scorrere impetuoso del fiume Avisio, furono il naturale ponte tra la millenaria cultura della Magnifica Comunità di Fiemme e la città dei Principi-Vescovi.
Fino al secolo scorso, a causa delle frequenti inondazioni dell’Adige nella sottostante Piana Rotaliana, la val di Cembra si trovò ad essere il percorso ideale nelle comunicazioni tra il Tirolo e la pianura veneta.
Durerweg, Ph.: Archivio A.P.T. Piné Cembra, Giorgio Dalvit
Questo tracciato, chiamato Semita Karoli, è frequentato fin da epoca romana.
Fu nel 1494 il palcoscenico e lo sfondo degli acquerelli del grande pittore Albrecht Dürer durante il suo viaggio dalla Germania verso Venezia.
Oggi, in ricordo del suo passaggio, è stato realizzato un suggestivo percorso escursionistico, il Sentiero del Dürer, che da Salorno sale fino al lago Santo e percorre la val di Cembra.
Tra Faver e Segonzano, su uno sperone roccioso, si possono ammirare ancora oggi i ruderi del castello dove l’artista soggiornò e che fu immortalato in alcune splendide opere pittoriche.
Qui potete trovare maggiori dettagli su questo trekking
Straordinario monumento naturale e una delle immagini del Trentino più conosciute nel mondo, insieme ai panorami dolomitici, le piramidi di terra di Segonzano valgono da sole una visita in questa valle.
In continua evoluzione, questi capolavori della natura si sono formati nel Quaternario (circa 50.000 anni fa) a seguito della disgregazione dei fianchi della montagna operata dai ghiacciai dell’Avisio.
Piramidi di Segonzano, Ph.: A. Monticelli
Il rio Regnana, erodendo fino alla base rocciosa la massa morenica costituita da sabbia, argilla e grossi blocchi di pietra, ha creato dei crinali.
Qui l’acqua piovana poi ha “ripulito” e rifinito, lasciando intatte solo le superfici protette da massi di grandi dimensioni che hanno fatto da “tetto” agli strati sedimentari sottostanti.
Il sole e il vento che asciugano in fretta il materiale morenico hanno completato l’opera.
Sono nate così queste straordinarie colonne e torri cilindriche, che sembrano uscite da un libro di fiabe.
Quando la pietra sommitale cade, le piramidi, aggredite e consumate dalla pioggia, si fanno sempre più appuntite.
Spilli che bucano il cielo, prima di trasformarsi inevitabilmente, con lo scorrere del tempo e delle stagioni, in ciotoli e sabbia.
Fin qui la spiegazione della scienza.
Ma è molto più suggestivo immaginare che queste ardite costruzioni siano opera dei folletti e delle creature del bosco, che su queste montagne hanno dato origine a molti racconti e leggende.
Gli “Omeni de Segonzan”, gli “Uomini” come chiamano le piramidi di terra da queste parti, sono protagonisti di storie che si perdono nella notte dei tempi.
_ Per saperne di più visita il sito turistico:
Ricca di emozioni per i sensi l’anima agricola della val di Cembra.
I profumi inebrianti del vino si miscelano con i colori indescrivibili della natura che si esaltano nell’autunno, quando i verdi delle abetaie fanno da cornice all’esplosione di rossi, gialli, viola delle viti.
Ph.: A. Monticelli
E poi ancora le tonalità brune, grigie, rosse e violacee dai riflessi a tratti dorati e argentati delle grandi lastre di porfido che incidono i profili dell’orizzonte.
I paesi della valle con le loro case colorate nelle tinte pastello che risentono delle tradizioni e della cultura mitteleuropea sono arrampicati a mezza costa.
Fanno da ideale elemento di congiunzione tra i profili montuosi e i terreni coltivati che precipitano verso lo stretto fondovalle, interamente occupato dalle acque dell’Avisio.
Probabilmente non esiste, in tutta la val di Cembra, un solo metro di vigneto in piano.
Arditi terrazzamenti, sostenuti da una ragnatela infinita di muretti a secco, hanno conquistato, inventandoli, spazi inesistenti, rubati alla verticalità della montagna.
Sarà il clima alpino, la tenacia dei valligiani, non a caso gli esperti del settore definiscono l’attività enoica locale con l’appellativo di “viticoltura eroica”.
O forse il porfido, che sotto uno strato di humus regala a questi terreni sostanze uniche e indispensabili.
Ma di certo i vini della val di Cembra hanno una loro anima immediatamente percepibile, insieme a un carattere forte e deciso che cattura subito anche il più distratto dei degustatori.
Perché qui la tradizione della vite non è una “moda” recente o passeggera.
Vanta almeno tremila anni di storia.
La vocazione viticola di quest’area risale infatti all’epoca etrusca, testimoniata dal ritrovamento in zona di una Situla, vaso sacro per offrire vino agli dei, risalente al VII secolo avanti Cristo.
Attualmente la coltivazione della vite riveste un’importanza economica e sociale di primo piano, coinvolgendo in modo diffuso gran parte della popolazione.
Di origine tedesca, il vitigno Müller Thurgau, ha trovato tra le montagne della val di Cembra la sua patria ideale.
I vgneti sono tutti rigorosamente situati sopra i 500 metri di quota ed esposti a un forte irraggiamento solare.
Producono un nettare aromatico, dal bouquet piacevolmente acidulo, che ha conquistato gli intenditori di tutto il mondo.
Ogni anno le cantine della Val di Cembra propongono degustazioni, passeggiate tra i vigneti, ed enotour.
Per avere tutte le informazioni sulle cantine della Val di Cembra si può visitare la pagina ufficiale del Movimento del turismo del vino in Trentino Alto Adige.
Da non perdere una gita a questo lago situato a 1200 metri.
Si trova nella conca spartiacque originata dall’erosione del ghiaccio nel porfido, a 4 km dalla storica borgata di Cembra, nell’omonima valle.
Il Lago Santo, Ph.: F. Comello
Il suo nome deriva da un leggenda di carattere popolare, se siete curiosi, potete leggere qui.
Ottimo punto di partenza per escursioni lungo il Dürerweg e il Sentiero Europeo E5, il lago offre anche brevi tratti di spiaggia naturale.
In autunno la foresta intorno assume infinite sfumature di colore, dal verde al marrone al rosso, regalando uno spettacolo indimenticabile.
Il sito ufficiale dell’ente turistico della Val di Cembra è ricco di informazioni pratiche e di notizie su eventi ed escursioni.
_ Scopri gli altri itinerari e percorsi nel Trentino Alto Adige
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