Vetta d’Italia, un trekking sulla montagna più a nord del Paese
Graz, Berna, Lucerna, Poitiers.
Cos’hanno in comune tra di loro queste città di tre nazioni diverse, apparentemente diversissime tra loro?
Nonostante le apparenze,sono tutte posizionate più a sud della Vetta d’Italia, il baluardo geografico più settentrionale d’Italia.
Troppo grande la tentazione di camminarci sopra, vero?
Ecco i nostri suggerimenti per raggiungerla attraverso un trekking mozzafiato, seppur non adatto ai principianti.
Si tratta di una splendida escursione di circa cinque ore per camminatori e camminatrici con buona resistenza e piede fermo.
Un trekking che arriva a sfiorare i 3.000 metri: la Vetta d’Italia, infatti, si trova a 2.912 metri sul livello del mare.
Dove siamo
Ci troviamo in Valle Aurina – Trentino Alto Adige – nel comune di Predoi.
Anche questo municipio, a suo modo, ha una particolarità geografica: è l’unico in Italia a trovarsi più a nord del 47º parallelo.
Ancor prima di partire, però, dobbiamo subito sfatare un mito: la Vetta d’Italia è considerata convenzionalmente il punto più a nord del paese ma, in realtà, il vero punto coincide precisamente con la sommità della Testa Gemella Occidentale, distante poco più di di cento metri più a nord.
Consideriamola, dunque, la vetta totalmente italiana più a nord di tutte, visto che la Testa Gemella Occidentale appoggia anche sul territorio di Zell Am See, Austria.
Il nostro itinerario
Per salire su questa montagna si inizia attraversando tutta la Valle Aurina per via di una comoda strada asfaltata, la 621.
L’auto possiamo parcheggiarla o a Fonte alla Roccia (Trinkstein in tedesco) o poco prima, nella frazione di Casere (Kasern).
Da Casere si prende lentamente quota sulla sinistra del torrente Aurino, seguendo il segnavia 13.
Ci troviamo nel fondo di una valle alpina disabitata, accompagnati dal solo rumore del ruscello in sottofondo.
Dopo quasi un’ora di cammino si arriva alla Malga Kehrer Alm, posta a 1.842 metri di quota.
Fino a qui abbiamo fatto poco più che una passeggiata, lungo un percorso adatta a tutti. Da qui in poi inizia la vera ascesa.
Si passa dall’altra parte del torrente, salendo velocemente ai pascoli dove è posta la suggestiva Malga Lahneralm, già a 1986 metri.
Il paesaggio e il sentiero cambiano ancora e aumenta nuovamente la pendenza.
Con un percorso a tornanti, si arriva alla splendida radura del Rifugio Brigata Tridentina (Birnlucker Hütte in tedesco) a 2441 metri di quota.
Una parte, quest’ultima, senza dubbio faticosa per i non allenati.
Il paesaggio, però, ripaga di tutto lo sforzo. A nord-est sorge l’imponente sagoma del Picco dei Tre Signori. Sotto, invece, si vede la Valle Aurina ormai in lontananza.
Senza soste, fino adesso abbiamo camminato per circa tre ore da Casere.
Per arrivare in vetta ne mancano ancora due abbondanti. In molti sostano al rifugio per la notte, per riprendere il percorso verso la vetta l’indomani. I più allenati, però, possono proseguire.
Puntando a nord, verso la vetta
A questo punto il nostro percorso cambia direzione e si punta decisamente verso nord ovest.
Un breve sentierino di collegamento permette di raggiungere il Lausitzer Weg, conosciuto anche come Alta Via Vetta d’Italia, sempre numerata con il segnavia numero 13.
Il paesaggio è meraviglioso ma il percorso impegnativo: si procede prima tra erba e sassi in saliscendi, con alcuni tratti attrezzati con cavi.
Si arriva al bivio per la Vetta d’Italia: si prende la destra, seguendo le indicazioni dei cartelli ben mantenuti.
Si sale, e di molto, tra prati sempre più sassosi e grossi blocchi di pietra. La salita diventa ancor più ripida, il terreno scosceso.
L’ultimo tratto è attrezzato con vecchie corde e porta al ripido strappo finale che conduce fino alla cima della Vetta d’Italia.
Siamo a 2912 metri sul livello del mare ma, soprattutto, sulla montagna più a nord d’Italia.
Altra chicca per gli amanti della geografia e dei confini: la Germania da qui dista solo 56 chilometri in linea d’aria.
La Vetta d’Italia offre una meravigliosa visione che abbraccia numerose cime e ghiacciai anche sul versante austriaco.
Dalla partenza abbiamo camminato circa cinque ore.
Il rientro
Per tornare indietro è possibile fare lo stesso itinerario.
In alternativa, proseguire lungo il Lausitzer Weg per arrivare al Rifugio Vetta d’Italia.
Da lì, si può ritornare verso la valle Aurina seguendo il segnavia 13, ricongiungendosi al percorso d’andata poco a nord di Fonte a Roccia.
Quando andare
L’escursione arriva a sfiorare i tremila metri di quota ed è, in buona parte, oltre i duemila metri.
Fondamentale è assicurarsi della stabilità atmosferica, visti i forti temporali estivi che possono scoppiare improvvisamente di pomeriggio e sera su queste montagne.
Tendenzialmente, luglio e la prima metà di agosto sono i periodi migliori, anche in termini di visibilità.
Giugno, invece, potrebbe vedere la presenza di alcuni nevai in quota che possono rendere più complicata l’ascesa.
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