Valle d’Aosta d’estate: 4 itinerari al fresco nella splendida Val di Gressoney

29 luglio 2024 - 18:43

Estate al fresco in Valle d’Aosta: la meraviglia della Val di Gressoney 

Prima di tutto, una premessa: Gressoney è il nome di un’entità territoriale eculturale unica che nella pratica è suddivisa in due comuni confinanti, ovvero Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité.

Entrambi i comuni sono collocati al culmine della Valle del Lys, una delle più lunghe della Valle D’Aosta.

Essa deve il suo nome al torrente omonimo Lys che la percorre per intero.

Si tratta di un’oasi rurale incastonata in un territorio tutto da scoprire.

Questo lo si dice non solo in virtù della sua bellezza naturale ma anche per via delle testimonianze di una cultura sorprendente.

Ci si trova, infatti, proprio ai piedi del Monte Rosa, il massiccio montuoso più esteso delle Alpi.

Ph.: Gettyimages/sergio-pazzano

Venire in questi luoghi significa riscoprire il valore del tempo scandito dalla natura, immergersi tra ruscelli limpidissimi, laghi alpini e foreste di larici.

Sarà un’esperienza turistica diversa, a stretto contatto con una cultura locale millenaria.

Gressoney è appunto un’isola linguistica tedesca appartenente alla comunità dei Walser, e la popolazione parla ancora un dialetto alemanno, il Titsch.

Per gli appassionati di trekking e outdoor questo angolo di regione sarà un vero e proprio paradiso da esplorare.

 

1- Val Gressoney selvaggia: la Cascata Staller e la Bocchetta di Eclou

Questo itinerario vi guiderà verso uno dei luoghi certamente più famosi di tutta la Valle d’Aosta, ma anche tra i più imperdibili di conseguenza: la Bocchetta di Eclou.

Il sentiero in questione si trova nella zona di Gressoney Saint-Jean ed è il numero 4.

Il percorso parte dalla Cascata Staller, collocata nella frazione di Greshmatto, e arriva fino alla Bocchetta di Eclou (a circa 2526 metri d’altitudine).

È lungo circa 4 Km, il dislivello totale positivo è di 1146 metri, e il tempo indicativo per la salita è di circa 3 ore e 27 minuti ad andatura costante.

Ph.: da sentierigressoney.it

La cascata formata dal torrente Staller  è certamente uno dei punti più famosi, fotografati e visitati di Gressoney, nonché meta di passeggiate tranquille magari anche in famiglia.

A pochi metri da questo scenario idilliaco parte appunto il sentiero che, in poco tempo, vi proietterà in un vallone solitario, aspro e anche impegnativo.

Ben tracciato fin quasi alla fine, l’ultimo tratto che conduce fino alla Bocchetta è parecchio ripido e richiede un surplus di sforzo che però renderà l’arrivo ancor più soddisfacente.

Il passo della Bocchetta di Eclou, inoltre, mette in comunicazione la Val d’Ayas con la conca dei laghi di Estoul.

Entrambi sono raggiungibili in brevissimo tempo tramite il sentiero 6B della Val d’Ayas.

Una volta giunti alla Bocchetta, è possibile raggiungere, in circa un’ora, anche Punta Valnera, una delle cime collocate al di sopra dell’abitato di Gressoney Saint-Jean.

Vi si può arrivare in due modi: lungo un percorso di cresta piuttosto impegnativo (tramite il proseguimento del sentiero 4), oppure seguendo un itinerario alternativo senza alcuna difficoltà tecnica che raggiunge il Colletto Valnera.

Quest’ultimo sale poi direttamente alla Punta.

Tutti i dettagli, la mappa e le foto dell’itinerario

2- Perletoa, trekking spettacolare al Testa Grigia

Per quanto riguarda questa seconda proposta si rimane nella zona di Gressoney Saint-Jean per intraprendere il sentiero 6 alla volta della panoramica Testa Grigia.

Il Testa Grigia (detto “Grauhaup” oppure Grengo”) è la montagna per eccellenza per tutti gli escursionisti della zona che “non osano” spingersi oltre il livello dei ghiacciai.

Si tratta della vetta più alta delle due catene montuose presenti ai lati del Lys, ed è raggiungibile direttamente da un sentiero che non presenta difficoltà tecniche estreme: un vero capolavoro.

Il sentiero parte da Perletoa inferiore/Onder Perletoa/Tschemenoal e arriva fino alla cima della Testa Grigia, a 3315 metri d’altitudine.

Il percorso si snoda per circa 7 Km e mezzo.
Il dislivello totale positivo è di 1900 metri, e il tempo indicativo per la salita è di 5 ore e 38 minuti di cammino.

Una premessa importante: il sentiero è classificato nella categoria EEA, questo significa che potrebbe essere piuttosto impegnativo e che sono presenti dei tratti attrezzati.

Tali tratti sono due, raccolti nel punto finale del percorso, dal colletto a nord del Bivacco Lateltin.

Ph.: da lovevda.it

C’è un gradino roccioso che si risale a forza di braccia aggrappandosi a due catene di ferro, così come un canalino roccioso attrezzato con due cavi d’acciaio che porta direttamente in vetta.

Dal Colle Pinter al colletto appena citato, poi, il sentiero è a tratti sdrucciolevole, tuttavia non è particolarmente esposto se non in pochi punti.

Dalla vetta la vista sarà certamente maestosa: potrete ammirare l’intero massiccio del Monte Rosa, e tutti i principali gruppi montuosi della valle del Lys e della Valle D’Aosta.

Il sentiero 6 è uno dei due percorsi che si possono intraprendere per raggiungere la cima.

Tra i due, tuttavia, il 6 è quello leggermente più lungo ma meno ripido e, a causa di questo, il più frequentato.

Anche perché dal Colle Pinter in poi si aggiungono le persone che salgono dalla Val D’Ayas.

L’altra strada in questione è il sentiero 10C, che parte da Gressoney-La-Trinité: più ripido (e quindi meno lungo), e decisamente meno frequentato.

La descrizione dettagliata e tutte le info utili sull’itinerario

Pagina e mappa del Bivacco Lateltin

3- Trekking spettacolare tra rifugi e bivacchi: dal Gabiet al Gastaldi

Ci si sposta ora in zona Gressoney La Trinité per proseguire lungo il sentiero 3 che conduce fino a un punto davvero suggestivo: il Bivacco Carletto Gastaldi.

Il percorso parte dalla frazione Ondre Eselbode di Grassoney La Trinité e arriva, appunto, fino al bivacco.

Si snoda per quasi 6 Km e presenta un dislivello totale di circa 1000 metri.

Il tempo indicativo per la salita è di circa tre ore.

Il Bivacco Carletto Gastaldi, meta dell’itinerario, è un baulotto bianco e rosso davvero pittoresco.

Venne costruito nel 1949 ai margini della conca pietrosa che ospita i tre laghetti di Nétschò e qualche rado nevaio, proprio alla base della severa parete di Punta Ciampono.

Ph.: da sentierigressoney.it

Il Bivacco Gastaldi è dedicato alla memoria del colonnello Carlo Gastaldi, un valoroso ufficiale decorato con tre medaglie d’argento al valor militare già durante la Grande Guerra.

Gastaldi partecipò poi al Secondo conflitto mondiale e, durante la guerra di liberazione, fu deportato in Germania dove morì in un lager nazista senza lasciare traccia di sé, nonostante le minuziose ricerche effettuate dai familiari.

Dal bivacco, poi, ci si può anche collegare all’Alta Via Tullio Vidoni, un percorso ad anello che si sviluppa attorno al Corno Bianco, ideato dal CAI di Varallo.

Seguendo questa via si può raggiungere abbastanza facilmente una piccola sella nel crinale che consente di raggiungere il vicino Passo di Rissuolo.

Ma anche la vetta dello Spilmannsberg, ultimo cocuzzolo posto alla fine della cresta ovest che scende dalla Punta di Ciampono.

Si tratta di una vetta piuttosto sconosciuta, tuttavia offre pur sempre un balcone eccezionale sul Monte Rosa e sulle vette del versante opposto della Valle del Lys.

Tutte le info sull’itinerario

 

4- Gressoney La Trinité, trekking con vista al Piccolo Rothorn

L’ultimo itinerario proposto è il sentiero 10 che parte da Gressoney La Trinité e arriva fino al Piccolo Rothorn, collocato a 3014 metri d’altitudine.

Il Piccolo Rothorn è un monte che svetta sopra Stafal: dal basso l’aspetto può incutere timore a causa delle pareti rocciose che cadono a picco.

La parte superiore, tuttavia, si presenta invece come un’innocua collina, che si raggiunge senza troppe difficoltà da un brullo altopiano che, sul lato opposto, è dominato dalla sagoma del Testa Grigia.

Il sentiero è lungo circa 5 Km e mezzo,il dislivello totale è di 1403 metri e il tempo indicativo per la salita è di circa 4 ore e 11 minuti.

Per raggiungere il piccolo Rothorn il sentiero è quasi sempre ben marcato.

Ph.: da sentierigressoney.it

Al di sotto della vetta, il vasto pianoro che si percorre è completamente privo di vegetazione.

Perciò non esiste un vero e proprio sentiero ma una serie di ometti e segnavia su roccia che si seguono senza problemi.

L’unica difficoltà tecnica è costituita da un brevissimo tratto attrezzato con una fune metallica.

Si affronta proprio poco prima di salire sul pianoro finale.

Una volta arrivati al Piccolo Rothorn, se si è degli escursionisti esperti, è possibile proseguire lungo la cresta rocciosa fino a raggiungere il vicinissimo Rothorn.

La prima salita del monte, datata 17 agosto 1789, è attribuita ufficialmente a colui che è considerato il padre dell’alpinismo: Horace-Bénédict de Saussure.

È bene segnalare che ci sono anche un paio di brevi passaggi (facili) in cui ci si deve aggrappare alle rocce per poter procedere.

Vale senz’altro la pena spingersi fino al Rothorn: al già ampio panorama si aggiungono il versante della Valle d’Ayas e tutte le più lontane cime valdostane.

Foto e descrizione dettagliata del percorso con info utili

 

Informazioni utili

 

Per i meno esperti o per chiunque abbia dubbi sulle proprie capacità consigliamo di rivolgersi alle Guide Alpine di Gressoney, che potranno chiarire ogni dubbio e che organizzano escursioni per gruppi grandi e piccoli

 

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