Agro romano: anello storico-naturale a Castel di Guido

20 febbraio 2016 - 20:22

Lungo la via Aurelia, Castel di Guido si estende per circa 2.000 ettari all’interno della Riserva statale del Litorale romano. La tenuta rappresenta un polo di eccellenzadella coltivazione biologica e l’oasi naturalistica è importante per la tutela e il rispetto della biodiversità.

L’itinerario inizia all’interno del Borgo, dove s’incontra il primo punto d’interesse: il Museo della Civiltà Contadina. Si prosegue lungo una sterrata in direzione sud, che passa dietro alle stalle, piegando poi verso sud-est, affianco alla via Aurelia e passando poi sotto di essa; si continua in direzione sud (via Quarto delle Colonne) fino a sbucare su un altro ramo della stessa, perpendicolare a quello percorso poco prima. Da qui, verso sinistra, si raggiunge con una breve deviazione (circa 1,2 km) l’ingresso della Villa Romana delle Colonnacce.

Il Gruppo Archeologico Romano, sotto la guida delle Soprintendenza Archeologica di Roma, gestisce gli scavi a Villa di Monte Colonnacce. Le ricerche rivelano sempre nuove sorprese. La Villa era ricca di mosaici e affreschi parietali molti dei quali sono ora conservati al Museo di Palazzo Massimo (Ph Aldo Frezza).

Eccellenze come vino e olio erano già note ai romani: tra il III secolo a.C. e il V secolo d.C. la Villa delle Colonnacce, posta su una collina poco distante dall’azienda Castel di Guido, oltre all’abitazione signorile contava anche spazi per la produzione agricola. Questi ultimi comprendevano un cortile coperto, un pozzo circolare con la condotta sotterranea e due vani che ospitavano i complessi impianti per la lavorazione di olio e vino. Nel piano più in alto il torchio, torcular, si muoveva grazie ai contrappesi nascosti nel vano inferiore che ospitava anche la cucina e l’olio raccolto nei dolii, grandi vasi di terracotta. Non vi è dubbio che la lussuosa residenza appartenesse a membri importanti della ricca aristocrazia romana.

L’acqua era assicurata da una cisterna a due navate, oltre che dall’impluvium, grande vasca che raccoglieva la pioggia proveniente da un foro sul tetto: il compluvium. Il giardino con un porticato sorretto da dodici colonne – e l’altare dei Lari, divinità protettrici della casa – era l’ambiente ideale dei signori della villa per rilassarsi alla vista della campagna, dopo essersi saziati nelle grandi sale da pranzo, decorate da affreschi sulle pareti e preziosi mosaici sui pavimenti. Gli scavi nella villa, affidati al Gruppo Archeologico Romano, che collabora attivamente con la Soprintendenza locale, continuano ancora e alcuni reperti più preziosi – mosaici e pitture – sono ora esposti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. L’area della Villa Romana di Monte Colonnacce è visitabile su prenotazione.

Biacco (Hierophis viridiflavus) (Ph Massimo Piacentino)

Tornati sui nostri passi, poco oltre il bivio, si raggiunge l’ingresso dell’Oasi LIPU.

Da quasi venti anni l’Oasi svolge una funzione fondamentale nella tutela del patrimonio faunistico e naturalistico all’interno dell’Azienda Agricola Castel di Guido. L’attività agricola biologica svolge un ruolo indispensabile per la conservazione del paesaggio rurale, habitat di numerose specie di uccelli, rettili e insetti in via di estinzione in tutta Europa. In collaborazione con Roma Capitale, mettendo a frutto le proprie competenze scientifiche e il lavoro appassionato dei volontari, monitora la fauna e propone azioni per proteggere insieme la biodiversità tipica della campagna romana. Per informazioni e prenotazioni, non obbligatorie, chiamare 3285569123 o scrivere a oasi.casteldiguido@lipu.it sito www.oasicasteldiguido.it   Facebook Oasi Castel di Guido.

Dall’ingresso dell’Oasi LIPU, due sentieri naturalistici traversano gli ambienti dell’Oasi: quello delle Rondini (1,7 km) e quello degli Allocchi (3,2 km); si segue quest’ultimo per un buon tratto, in leggera salita all’interno di un bosco di cerri e poi di querce da sughero fino a che, costeggiando la recinzione della Riserva Valentini, esso sbuca su una larga strada sterrata.

Da qui si presentano due diverse alternative per il ritorno: la prima, più facile e comoda, prevede di percorrere la sterrata verso destra fino ad un gruppo di case coloniche (località Le Pulcette) e proseguire poi dritti (verso nord) fino a traversare di nuovo l’Aurelia tramite un cavalcavia. Da qui, in breve, al Borgo. Invece, volendo allungare il giro si può traversare la sterrata, di fronte al cancello della Riserva Valentini e proseguire il sentiero che scende leggermente tra i boschi dal lato opposto, verso e la valle di Buforchetti, costeggiando un canale. Si giunge così su via di Maccarese, a pochi metri di distanza dalle case di Le Pulcette, da cui si torna al Borgo.

Testi di Carlo Rocca, Aldo Frezza e Massimo Piacentino / Foto di Massimo Piacentino e Aldo Frezza

 

 

CASTEL DI GUIDO

natura e tipicità nella storia

Via Aurelia, km 20

00166 Roma

 

Illustrazione realizzata da Emanuele Marighella