Quello che oggi è un lago di collina, circondato da una vegetazione verdissima, era un tempo un grande vulcano.
Il Lago di Vico oggi riempie il suo antico cratere andando fino a circa 45 metri di profondità, e ricoprendo una superficie di 12 km quadrati.
Dal 1982 una Riserva Naturale protegge quest’area, tutelando la conca lacustre dove nuotano indisturbati trote, lucci e anguille.
Foto credits: Paolo Fefè, Flickr
Sul simbolo dell’area protetta è raffigurato uno svasso maggiore: uccello elegante che simboleggia la ricchezza di avifauna che trova rifugio tra giunchi e canneti.
Tutto intorno, fitte foreste di querce e castagni, faggete e noccioleti, ricoprono i fianchi dei monti Cimini.
Sono pochi i lidi attrezzati sulle sue sponde – che lo rendono sempre un luogo raccolto e silenzioso, anche nelle giornate di maggior frequentazione – così come pochi sono gli insediamenti umani che circondano il lago.
Erano questi i luoghi dei Farnese, l’antica famiglia nobiliare che governò quest’area nel Rinascimento, la cui impronta è ancora ben visibile anche oggi.
Come nella magnifica Villa Farnese di Caprarola, una residenza nobiliare tanto bella e imponente da sembrare una reggia, costruita a partire dal 1530 per volere di Papa Paolo III.
Villa Farnese. Foto credits: Getty Images
E sempre sul lato meridionale del lago, Ronciglione è un’altra cittadina che conserva un pittoresco centro storico di origine medievale, insieme a una parte “farnesiana”.
Che siano passeggiate sulle rive o sentieri che attraversano le zone paludose, sono numerosi gli itinerari che si possono percorrere nell’area protetta del Lago di Vico.
In circa 5/6 ore di cammino, si può percorrere il periplo del bacino, seguendo un itinerario che non presenta grandi dislivelli.
Un ottimo punto di inizio è il parcheggio che si trova in località Canale, sul lato settentrionale.
Percorrendo il sentiero CAI 100M, si inizia in salita seguendo la direzione della vecchia Cassia.
Foto credits: Wikimedia commons
Continuando dritto quando si incontra un bosco di cerri, si imbocca poi il sentiero 103, che offre delle belle viste sul lago.
Al bivio con il sentiero 128A si imbocca quest’ultimo sulla sinistra, fino a incrociare la strada asfaltata che gira intorno al lago.
Continuando tra i pascoli e la tipica vegetazione delle aree umide, si raggiunge l’osservatorio del Cerreto.
Da questo punto di avvistamento per il birdwatching, si segue per un breve tratto una strada asfaltata fino al fontanile di Cocicchiola, lungo il sentiero che corre intorno alle falde del monte Venere.
Foto credits: Ramon Boersbroek, Flickr.
Un percorso escursionistico consente altresì di avvicinarsi alla cima del monte (838 m) sempre immersi nel sottobosco. Era questa la bocca del vulcano cimino, oggi ricoperta da una fitta faggeta.
E proprio percorrendo il sentiero nella faggeta, continuando dall’osservatorio di Cerreto, si ritorna al parcheggio di Canale seguendo il sentiero 128A.
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