Lazio, in cammino sull’Appia Antica: sulle tracce della storia

26 maggio 2024 - 18:59

L’Appia Antica, uno storico collegamento tra la Capitale e l’Oriente

L’Appia Antica, chiamata dai romani “Regina Viarum”, è senza dubbio una delle operedi ingegneria più ardite e ambiziose dell’antico Impero.

Questo sia in relazione all’epoca in cui furono posate le prime pietre, sia per l’impatto che essa ricoprì per l’economia, la cultura e la società romana nel suo insieme.

Il percorso dell’Appia, costruita a partire dal 300 a.C., fu luogo di grandi battaglie, che videro i Romani guerreggiare contro le popolazioni del Centro Italia, i Sanniti in particolare.

La Via collegava la capitale, Roma, al sud della nostra penisola e ai porti verso l’Africa e l’Oriente. Ben 600 Km di strada percorsa per secoli da eserciti, viandanti, commercianti, a piedi, a cavallo oppure in carrozza.

Quest’asse stradale divenne una risorsa fondamentale anche grazie al fiorire di importanti traffici commerciali lungo il percorso.

Numerose attività produttive sorsero sull’Appia: taverne, punti di ristoro, ospizi per le soste notturne e “Mansio” (antiche stazione di posta) per garantire agli ufficiali un’adeguata ospitalità e riposo.

Ma anche stazioni di cambio, le “Mutationes”, per consentire il ricambio degli animali da traino.

Ph.: da www.camminodellappia.it

Oggi l’Appia, dopo secoli di passaggi illustri, non è più percorribile integralmente.

L’idea di ricostruire il cammino della Via Appia nacque nel 2015 da un’idea Paolo Rumiz, Irene Zambon, Alessandro Scillitani e Riccardo Carnovalini che, quell’anno, hanno percorso a piedi l’intero sviluppo dell’Appia Antica.

Ad oggi il percorso conta in totale ben 29 tappe e consente di attraversare 4 regioni, tuttavia, non è ancora stato messo completamente in sicurezza per tutte le tappe.

Quindi, chiunque voglia percorrere qualche tappa del cammino, lo fa a suo rischio e pericolo, conscio del fatto che in realtà il vero Cammino non esiste ancora.

Non sempre sarà possibile calpestare i basolati e la pavimentazione dell’antica strada per vari motivi.

Diversi tratti sono stati infatti distrutti, altri sono stati coperti dall’invasione edilizia o dall’asfalto dell’attuale Strada Statale Appia, altri ancora non sono ancora stati scoperti.

 

L’itinerario: da Itri a Fondi sull’Appia Antica

Presentato nell’ambito dell’evento “Italian Wonder Ways”, l’itinerario sull’Appia Antica da Itri a Fondi consente di passeggiare sul tracciato originario della “Regina Viarum”.

Il percorso, che si sviluppa in parte su strada asfaltata e in parte sul tracciato originario, è inserito all’interno del Parco Naturale dei Monti Aurunci.

Un luogo unico, caratterizzato da un tipico paesaggio carsico che nei secoli ha prodotto doline, rocce arrotondate e una numerosa serie di grotte sotterranee e pozzi.

Si parte da Itri, cittadina del Lazio meridionale in cui si producono le famose olive di Gaeta, un’eccellenza enogastronomica locale.

Dal castello medievale che domina l’abitato, si scende attraverso le stradine del borgo antico in direzione Fondi.

Prima di imboccare la nuova Strada Statale 7 “Via Appia”, il consiglio è quello di perdervi senza fretta tra le viuzze del centro.

Ph.: da www.parchilazio.it

Si segue poi la SS7 fino alla località Vastomano per circa 3 km.

Lì, al km 125.8, dovrete seguire un cartello che indica il percorso dell’Appia, su una lieve discesa sterrata.

Dopo aver incrociato la SS7, dovrete attraversare la strada fino alla sbarra che indica l’ingresso nel Parco Naturale dei Monti Aurunci.

Da qui si dovrà proseguire per circa 2,5 Km su un tratto dell’antica strada, che in alcuni punti è larga più di 4 metri.

Il percorso, contornato dalle cime arrotondate dei Monti Aurunci, prosegue in tutta la sua lunghezza sui grandi ciottoli irregolari di basalto, che sembreranno catapultarvi in un’altra epoca.

A circa metà strada sulla sinistra incontrerete i resti del Fortino di Sant’Andrea, costruito sui ruderi di un antico tempio dedicato ad Apollo.

Foto d’archivio

Il Fortino di Sant’Andrea fu un luogo di battaglie e rifugio di briganti: si trovava infatti sul confine tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa.

Questo luogo fu anche una roccaforte borbonica finalizzata ad impedire la penetrazione napoleonica nel Meridione.

Dopo il Fortino la strada proseguirà in piano tra ulivi e muretti a secco fino a incrociare nuovamente la SS7 in prossimità del km 122.

Un lungo rettilineo di circa 6 Km, infine, vi farà immettere nel centro abitato di Fondi.

A Fondi merita una visita il castello baronale Caetani, con i suoi imponenti torrioni di forma cilindrica, sede del museo civico.

A pochi chilometri di distanza si erge anche l’Abbazia di San Magno dove, nel Medioevo, era conservato il corpo dell’omonimo Martire, luogo di sosta dei pellegrini che intraprendevano il percorso della Via Francigena del Sud.

 

Informazioni utili

_Se volete saperne di più su questo storico percorso potete consultare la pagina ufficiale dedicata.

 

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