Piemonte, l’Alta Via delle Alpi Biellesi: in cammino sui crinali di confine

Nella provincia di Biella, in quell’angolo di Piemonte che confina con la Valle d’Aosta, rilassanti colline verdi accolgono chi cerca una dimensione naturale autentica, lontana da contaminazioni esterne

26 settembre 2022 - 14:19

Dalle finestre dei tipici borghi della Valle Elvo è possibile affacciarsi sulla pianura sottostante oppure abbracciare con gli occhi la cima delle vicine, imponenti montagne valdostane.

Tutt’intorno i boschi si alternano a grandi prati, molti destinati al pascolo, dove si nasconde il ricordo di un antico mestiere, il margaro, che sugli alpeggi allevava le mucche e conosceva ogni segreto di quella vita. Ancora adesso si preparano i caprini o i mortarat, formaggi locali stagionati con le erbe.

La grande devozione degli uomini che hanno abitato la valle ha lasciato piccole pievi rurali, cappelle e l’importante santuario mariano di Graglia.

Un interessante progetto coinvolge gli abitanti delle borgate rendendoli parte di un grande museo a cielo aperto dove, di paese in paese, vengono rivalutati e tutelati antichi mestieri tradizionali.

L’ecomuseo riporta in vita i suoni delle falegnamerie, i primi telai del biellese, le artistiche forme in ferro battuto e il fascino di antichi cercatori d’oro.

Scendendo a sud delle Alpi Pennine ecco la colorata tavolozza delle Prealpi Biellesi: da subito colpito dal verde dei boschi, delle colline tra Lessona e Curtino, dell’acqua del torrente Ostola, chi arriva rimarrà stregato dalle molteplici tonalità di rosso che accendono il paesaggio.

Calanchi e poggi di terra ocra disegnano ambienti particolari, il porfido va a dipingere le rive di Curtino, mele da fiaba crescono sugli alberi di Piatto mentre alle sfumature più cupe pensano i vigneti di Lessona.

Anche qui i borghi paiono godere di una singolare vitalità, la frazione di Bonda, ad esempio, è interamente decorata dalle opere dei pittori che, al posto della tela, utilizzano i muri delle case.

Ancora più a valle il paesaggio si modifica, al verde si sostituisce l’ambiente caratteristico delle risaie, ai borghi le cascine isolate, ai formaggi e salumi il riso DOP del biellese. Qui la calma delle grandi piane coltivate si sposa con lo scorrere lento dell’acqua.

 

Le prealpi Biellesi: natura e aree protette

Se, camminando sui sentieri del biellese, incontraste qualcuno intento a setacciare detriti sulle sponde del fiume, sappiate che non si tratta di una manifestazione folcloristica: nella Riserva Naturale della Bessa, si pratica ancora la ricerca artigianale dell’oro in un contesto di grande valore naturalistico vista la ricchezza di specie botaniche presenti.

a non perdere, ancora una volta dal punto di vista naturalistico, è la Riserva Orientata delle Baragge che, assieme a praterie e vallette boscate conserva il prezioso ambiente della brughiera.

Il borgo di Piendicavallo – Foto Getty Images

Grazie alla fitta rete di piccole strade e percorsi pianeggianti, la riserva consente piacevoli escursioni in mountain bike o a cavallo.

Atmosfera romantica per l’area attrezzata Brich di Zumaglia e Mont Prève dove, alle specie forestali autoctone, sono state aggiunte piante ornamentali e, negli anni Trenta, è sorto un castello su antiche mura preesistenti.

Per gli amanti dei giardini ricordiamo inoltre il Parco Burcina Felice Piacenza, un tempo solo collina, poi trasformato in un parco informale all’inglese.

 

Le tappe dell’Alta via delle Alpi Biellesi

L’Alta Via delle Alpi Biellesi è un trekking di lunga percorrenza dalle caratteristiche molto varie; unendo le località di Piedicavallo e Bagneri, il percorso, perfettamente indicato, si distende per filo di cresta sulle montagne che sovrastano la città di Biella.

È necessario essere dotati di imbraco e longe per superare i tratti più impervi.

 

1° tappa: Rifugio Rivetti

L’Alta Via delle Alpi Biellesi inizia in località Piedicavallo; seguendo il percorso E 60 si dirige verso il Rifugio Rivetti, primo punto di appoggio.

Tempo di percorrenza 2.39 ore / Dislivello + 1100 metri

 

2° tappa: Rifugio della Vecchia

Procedendo lungo il sentiero E 60 si individuano i primi segni azzurri che differenziano l’Alta Via Biellese dagli altri percorsi escursionistici.

Dal Colle della Mologna Grande si prosegue verso sinistra per la cima del Primo Gemello, per poi discendere verso il Secondo Gemello, attraverso un tratto attrezzato con corde; dalla vetta, calando di quota, si prosegue in direzione della Mologna Piccola.

Giunti a quest’ultimo colle si imbocca il sentiero che si snoda verso sinistra – E 69a e poi E 59 – superando prima il Lago Riazzale e poi il Passo Ambruse (m 2250).

Oltrepassato il colle della Gruviera si guadagna il Rifugio della Vecchia.

Tempo di percorrenza 6 ore / dislivello + 700 metri

 

3° tappa: Capanna Renata

Dal Rifugio della Vecchia si raggiunge l’omonimo lago (m 1858) e quindi, seguendo l’itinerario E 50, si guadagna il Colle della Vecchia; ora il sentiero si distende lungo il versante valdostano.

Superato il Passo delle Tote inizia il crinale che porta prima sul Monte Cresto e poi sul Colle del Lupo.

La croce sul Monte Cresto – Foto Getty Images

Da qui si segue la cresta nord della Pietra Bianca e giunti alla cima si scende di quota lungo la cresta est, aggirando alcuni denti su prati particolarmente acclivi; sempre in cresta si passa un tratto ben attrezzato – con un caratteristico camino – e si prosegue verso un colle da cui su agevole terreno si risale alla punta della Gragliasca.

Scesi all’omonimo colle si prosegue sempre per cresta fino ad un tratto di percorso esposto e dotato di corde fisse; superate agevolmente le cime del Gran Gabe e Lej Long, si perde quota su terreno esposto – con passi di primo grado – per poi risalire la vetta della Barma.

Abbandonata la cresta si percorre un sentiero sulla sinistra che, in piano, porta al Colle del Camino per poi risalire la cresta e una volta toccata la cima giungere in breve alla Capanna Renata.

Tempo di percorrenza 10 ore / Dislivello + 1300 metri

 

4° tappa: Monte Mars

Si compie a ritroso il percorso per procedere lungo la cresta che conduce al Colle di Barma; da qui si sale la cresta nord del Monte Rosso e, grazie ad una corda, si discende verso l’omonimo dado per poi guadagnare, lungo il sentiero, la cima della montagna.

Da qui si scende verso sud attraverso il sentiero D 23b che poi conduce al D23a.

Successivamente e con pochi passaggi di primo grado, ben attrezzati, si giunge al Monte Mars dove è presente la cima più alta del complesso biellese.

Tempo di percorrenza 5 ore / Dislivello + 700 metri

 

5° tappa: Bagneri

Dal Monte Mars si discende la cresta che verso sud porta al Colle Carisey; da qui si prosegue lungo il sentiero che raggiunge il Monte Roux. Appena prima della vetta inizia il sistema di corde che permette la discesa per il Colle della Lace.

A questo punto si imbocca il sentiero C2a con direzione Colma di Mombarone e calcando il sentiero 7B si incontra il sentiero C1 che, dopo aver superato l’alpe Buscajun e la località Salvine, diventa mulattiera e conduce al villaggio di Bagneri.

Tempo di percorrenza 6 ore / Dislivello + 600 metri

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