Piemonte, Alpi Marittime: 5 trekking d’autunno meravigliosi e sconosciuti
5 itinerari di trekking autunnale meravigliosi e sconosciuti sulle Alpi Marittime
Nel periodo estivo le Alpi Marittime sono frequentate da molti escursionisti,che si avventurano nelle parti più in quota dell’area protetta alla ricerca degli scenari severi offerti da celebri tremila come il Gelas, l’Argentera, il Clapier e il Matto.
Il fascino dei luoghi è così grande che si è portati a trascurare mete e luoghi a quote inferiori, più adatti alle stagioni intermedie.
L’autunno diventa così un ottimo momento per scoprire le bellezze nascoste nella bassa e nella media valle Gesso.
Il gruppo del monte Bussaia, formato da calcari e calcari dolomitici, è in tal senso un luogo di grande interesse naturalistico e paesaggistico.
Visibile nel suo insieme dall’itinerario per la colla della Croce, nella sua parte più a valle ospita le Grotte del Bandito.
Si tratta di caverne scavate da un torrente sotterraneo ormai scomparso, abitate fino a 30 mila anni fa dal terribile orso delle caverne.
Ma anche dall’uomo primitivo tra la fine dell’età del Bronzo e la media età del Ferro.
Le grotte sono oggi riserva naturale e la loro visita si abbina idealmente a quella alla necropoli protostorica di Valdieri.
Più a monte, il versante del Bussaia che si affaccia sulla conca di Entracque custodisce altre meraviglie.
Da ricordare le Gorge della Reina, un affascinante canyon, il cui nome ricorda quanto Giovanna d’Angiò, la mitica Reina Jano, sia rimasto vivo nella memoria dei luoghi.
A breve distanza dalle Gorge un’altra meraviglia attende l’escursionista: si tratta della piccola cascata di Colletta, un luogo fiabesco nascosto in un anfratto della montagna.
Le bastionate di aspetto dolomitico che caratterizzano il gruppo del Bussaia sono infine protagoniste degli scenari che si susseguono salendo da Entracque verso la cascata del Suffiet
Anche in questo caso non mancheranno sorprese, da un antico ponte ad una vigorosa cascata formata dal rio Bousset.
1 – Trekking d’autunno nella meraviglia delle foreste di Colla della Croce
Una gradevole camminata conduce dal suggestivo borgo di Andonno fino alla colla della Croce.
L’itinerario si sviluppa tra boschi di latifoglie, che si alternano a zone dove crescono la lavanda, il ginepro ed il timo.
Le rocce calcaree conferiscono al paesaggio toni mediterranei, che contrastano con le cime innevate del Gelas e dell’Argentera, visibili da vari punti del percorso.
Verso sud, interessante è la valle di Roaschia: segnata al suo imbocco da una grande cava, mostra una zona a monte occupata dallo splendido gruppo del monte Bussaia.
Dai pressi della colla della Croce, si può vedere il lato nord del Gelas, dove si annida un piccolo ghiacciaio di circo.
Dal parcheggio immediatamente a valle del paese (m 730), si sale alla Madonna del Gerbetto (m 760), seguendo le indicazioni verticali “sentiero N37 – colla della Croce”.
Alla chiesetta, s’imbocca la stradina a destra: sono presenti indicazioni verticali. Dopo un breve, ripido tratto bitumato, il fondo diventa naturale.
A circa 870 metri di quota, si trascura uno sterrato che sale verso destra, continuando per la poderale, prima in falsopiano, poi con pendenza moderata: attraversato un rio che forma una suggestiva cascata, a quota 910 si lascia a destra una pista forestale di recente realizzazione e si prosegue ancora una volta diritto, seguendo le indicazioni per la colla.
Alternando tratti nel bosco a tratti tra arbusti di ginepro e lavanda, si perviene ad un altro bivio (m 1125), dove si trascura la carrareccia che sale a destra, mirando un tornante da dove il panorama si apre verso la media e alta valle Gesso.
Attraversato un ombroso gruppo di faggi, si sale fino ad secondo punto panoramico (m 1250), da dove appaiono Bussaia, gruppo dell’Argentera e Gelas.
La stradina tocca quota 1280 m circa, per poi scendere alla colla della Croce.
Informazioni utili
Difficoltà: T
Tempo di percorrenza: 2 ore circa
Segnavia: Indicazioni verticali per Colla della Croce, sentiero N37
Come arrivare
Da Cuneo si prosegue per Borgo San Dalmazzo (SS20), quindi per Andonno (SP22), dove si lascia la provinciale per salire verso centro paese: dopo un breve tratto, in prossimità di una curva, si nota a sinistra il parcheggio.
2 – Le Grotte del Bandito: l’habitat preistorico di uomini e orsi
L’itinerario è diviso in due parti e può essere percorso nella stessa giornata o in giorni diversi.
La prima parte si sviluppa tra Tetto Bandito e Valdieri, lungo il Gesso, seguendo una carrareccia con pendenze modestissime: durante la salita si potranno visitare dall’esterno le grotte del Bandito, un corridoio che si allunga nella montagna per 217 metri e che presenta tre aperture.
La seconda parte segue dapprima il torrente, poi risale la Comba dell’Infernetto, grazie ad una poderale utilizzata dai boscaioli.
Il panorama è limitato dal fogliame ma, in autunno, si potranno osservare le pareti calcaree che delimitano la comba, non ultime quelle della Rocca della Scregna.
L’itinerario offre suggestivi scorci sul monte Saben e sulla riserva naturale dove cresce il Ginepro di Fenicia, comune a questi luoghi e alle coste del Mediterraneo, come l’isola di Montecristo.
Da Tetto Bandito, si segue la carrareccia che passa a margine dell’abitato, seguendo le indicazioni per le Grotte.
Dopo breve percorso, s’incontra il primo ingresso, a cui ne seguono altri due con altrettanti pannelli informativi.
Lasciate alle spalle le cavità ipogee, la poderale si allunga a lato del torrente, passa presso Tetti Cialombard, alternando zone tra i prati a zone nel bosco: superata una fontana ed un’azienda di troticoltura, si arriva al ponte di Valdieri sul Gesso.
Non lo si attraversa ma, in prossimità di un rio minore, si continua per la strada sterrata, quasi pianeggiante, che si allunga sul fondovalle.
Giunti sotto la verticale di una protuberanza rocciosa che sporge dal lato nord del monte Corno, in prossimità di un bivio, si svolta a sinistra, iniziando il tratto più faticoso della camminata.
Saliti a quota 880, si trascura una variante a sinistra, mentre a 935 metri circa si ignora una seconda deviazione verso destra, volgendo nettamente a sinistra e risalendo il lato ovest della Rocca Vanciarampi.
Si cammina alternando tratti nel bosco e brevi radure: a 1200 metri circa si perviene ad una radura più ampia, che offre panorami più aperti e dove ci si può fermare o salire fino a quota 1335 circa, dove la poderale termina.
Informazioni utili
Difficoltà: T
Tempo di percorrenza: 3 ore circa
Segnavia: Segnaletica per Grotte del Bandito e per Valdieri nella 1a parte; non esiste segnaletica nella 2° parte.
Come arrivare
Da Cuneo si raggiungono Borgo San Dalmazzo prima e Roccavione dopo.
Si prosegue quindi per Roaschia che non si raggiunge: si parcheggia in uno spiazzo in località Tetto Bandito.
3 – Trekking d’autunno nei canyon della Val di Gesso: le Gorge della Reina
Breve ma interessante escursione, che raggiunge un suggestivo canyon, scavato da un torrente minore nelle rocce calcaree del gruppo del Bussaia.
In autunno è possibile inoltrarsi nella gola per diverse decine di metri, indossando preferibilmente un casco protettivo.
La salita alla gola si sviluppa tra cespi di lavanda e ginepro, in un ambiente che ricorda le montagne della Provenza.
Seguendo un tratturo, da Tetti Violin, si scende appena verso un valloncello, passando nei pressi di una fontana.
Dopo un breve tratto, s’ignora una carrareccia a sinistra e si sale ad un secondo bivio, dove si abbandona un altro sterrato che volge a sinistra.
Si prosegue su sentiero, abbastanza sconnesso ma con pendenza moderata, tra ginepri, lavanda, betulle e qualche larice.
Trascurata una traccia minore che si stacca a destra, si continua per il sentiero principale, portandosi verso la base di una bastionata rocciosa.
Ignorata la deviazione per il pian di Funs e per l’attacco della ferrata Ico Quaranta, si attraversa un boschetto di faggi e si arriva all’imbocco del canyon.
Informazioni utili
Difficoltà: E
Tempo di percorrenza: 1 ora circa
Segnavia: Segnaletica verticale e frecce azzurre dipinte sulle rocce.
Come arrivare
Da Entracque si procede verso Trinità; giunti a Santa Lucia, si svolta a sinistra per Tetti Violin.
4 – Ponti, fiumi e foreste d’Autunno: la Strada Sartaria e il Ponte del Suffiet
La camminata, quasi interamente a lato del torrente, risale il vallone del rio Bousset, passando ai margini del Parco delle Alpi Marittime e inoltrandosi nel territorio protetto a monte del ponte di Porcera (m 1083).
Protagonista del paesaggio è il gruppo del monte Bussaia, con le sue luminose falesie calcaree.
Durante la salita, incuriosisce l’Uja di Santa Lucia, insolita torre simile ad un enorme simbolo fallico, visibile a oriente. Oltre il ponte di Porcera, ci si inoltra nella parte alta del vallone del rio Bousset, delimitato dalla suggestiva e dentellata Costa Garbella.
Meta finale della camminata è la vigorosa cascata del Suffiet, situata presso l’antico ponte omonimo.
L’escursione può essere suddivisa in due parti: da Entracque al ponte di Porcera e da quest’ultimo, raggiungibile in auto da Trinità, al punte del Suffiet.
Nei pressi della Cappella del Cornaletto, situata nella parte più a monte di Entracque, ha inizio la strada Sartaria.
Inizialmente pianeggiante, lo sterrato attraversa una zona coltivata, dove occorre trascurare una carrareccia minore a sinistra.
Presto si scende verso il torrente, s’ignora un altro sterrato che confluisce da destra e si prosegue seguendo le indicazioni verticali per il ponte di Porcera.
Presto la stradina torna a salire con moderazione, tenendosi in destra idrografica.
Si perviene così al ponte della Sartaria, che supera il rio Bousset.
Da questo punto si terrà sempre il torrente alla propria sinistra. Ignorate alcune deviazioni minori, mantenendosi sempre sulla strada principale, si raggiunge il ponte di Porcera, anticipato da una breve discesa.
Lasciato il ponte alle spalle si prosegue per la carrareccia che risale il vallone del Bousset.
Si attraversano boschi di latifoglie dove non manca qualche larice, senza trovare deviazioni significative.
Giunti al ponte del Suffiet si può ammirare la cascata.
Informazioni utili
Difficoltà: T
Tempo di percorrenza: circa 3 ore
Segnavia: iniziali indicazioni verticali per il ponte di Porcera; da quest’ultimo, indicazioni per vallone del Sabbione.
Come arrivare
Da Cuneo si raggiunge Borgo San Dalmazzo per la SS20, si continua quindi per Entracque: la cappella del Cornaletto è nell’estremità a monte del paese.
5 – La meraviglia della Cascata di Colletta in autunno
Le falesie di Entracque nascondono al fondo di alcuni valloni inattese bellezze naturali, come la cascata di Colletta.
Un velo d’acqua che scende per alcuni metri lungo la parete calcarea, creando una pozza d’acqua cristallina, un angolo tanto suggestivo da riportare alla mente le immagini evocate dai poeti del dolce stilnovo.
Dalla frazione Colletta Soprana (m 1095) si segue verso monte l’unica carrareccia presente.
Oltrepassato un bivio, dove s’ignora una strada che scende verso sinistra, si prosegue per la strada bianca che si fa più ripida.
Poco a monte, si passa accanto ad un ruscello, spesso in secca, dove non sarà difficile notare un sasso con la scritta azzurra “cascata”.
S’imbocca la traccia di sentiero, che oltre il rio si fa più evidente, distendendosi in costa alla montagna, spesso in piano.
Nella parte finale, il tracciato s’inoltra in una valletta, giungendo a ridosso della parete calcarea dove appare improvvisamente la piccola ma suggestiva cascata di Colletta.
Informazioni utili
Difficoltà: T / E
Tempo di percorrenza: circa 30 minuti
Segnavia: Vernice azzurra su una roccia a inizio sentiero
Come arrivare
Da Cuneo si raggiunge Borgo San Dalmazzo per la SS20, si continua quindi per Entracque, poi si procede per corso Francia e per la SP273, salendo a Santa Lucia dove si svolta a sinistra raggiungendo in breve Colletta Soprana.
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