Isolati per secoli sulle alte valli di Valle d’Aosta, Piemonte e Canton Ticino, i Walser hanno mantenuto per lungo tempo un alone di mistero sulle loro origini.
Ora l’arcano è svelato, ma il fascino delle loro tradizioni e delle loro terre è rimasto intatto, e il Grande Sentiero Walser rappresenta il modo migliore per entrare in contatto con questo mondo magico.
Sin dal primo impatto non si può sbagliare: se camminando lungo i sentieri della Val d’Aosta si incontra quella tipica architettura rurale, fatta di case in legno di larice con i supporti di pietra ‘a fungo’ e il tetto a lose, ci troviamo dinnanzi a un insediamento della cultura Walser.
Queste popolazioni, conosciute un tempo con il nome di Tisch, si trovano disseminate in piccoli gruppi isolati attorno al massiccio del Monte Rosa, e conservano da sempre una forte identità culturale, facilmente identificabile sia dalle tipiche case, costruite attorno ad una struttura centrale definita blockbau, sia dai loro usi e costumi, tipici e inconfondibili.
Ph.: da walserweg.it
Oltre a questi aspetti, alla cultura Walser appartiene una lingua assolutamente unica che per secoli ha lasciato perplessità sulle sue origini, portando gli studiosi a formulare le ipotesi più disparate, tra cui la più accreditata fino all’Ottocento affermava che le popolazioni Walser discendessero da una legione romana composta da tedeschi, rifugiatasi sulle Alpi in tempi remotissimi.
La realtà però emerse quando gli studi si concentrarono non sulle poche documentazioni storiche rimaste, ma su quella lingua così particolare, su come era strutturata e su accenti, termini e pronunce.
La terra d’origine di quelle misteriose popolazioni non era la Germania ma la Svizzera, e più in particolare il canton Vallese, dove la lingua parlata era il tedesco con le inflessioni in assoluto più somiglianti a quelle del popolo Tisch.
Il termine Walser, coniato in seguito a questa scoperta, è infatti una semplificazione di walliser, ovvero vallesiani.
Svelato il mistero sulle origini, la cosa migliore da fare per chi voglia approfondire la conoscenza sui Walser è percorrere i sentieri che connettono le loro comunità.
Il Grande Sentiero dei Walser, è un itinerario escursionistico-culturale suddiviso in 34 tappe che si snoda dal Colle di San Teodulo vicino a Zermatt e arriva al colle di Valdobbia in prossimità di Gressoney Saint Jean.
Tocca tutti i grandi insediamenti di questa cultura, e associa alle bellezze naturali degli incantevoli paesaggi di alta montagna le curiosità storiche su un popolo dalla storia lunga e affascinante.
Tra i centri toccati dall’itinerario ci sono i dworf di Fiery, Resy, Soussun, Crest e Cuneaz, Alpenzu Grande e Piccolo.
Da Gressoney la Trinité (dove si può visitare un museo dedicato alla cultura Walser, all’interno di uno stadel completamente restaurato) il percorso risale fino al colle di Valdobbia, valico con la Valsesia.
Il percorso è percorribile nella sua interezza solamente in periodo estivo, quando la neve si è sciolta anche sui valichi più elevati.
Lungo l’itinerario sono presenti rifugi e bivacchi, raggiungibili in certi casi tramite brevi deviazioni.
Vediamo due tappe tra le più belle sul Grande Sentiero dei Walser.
Dal centro turistico di San Domenico si sale in seggiovia o tramite una strada di servizio lungo il bosco fino all’Alpe Ciamporino, al centro di un comprensorio sciistico a quota 1940.
Si imbocca un sentiero in leggera discesa che taglia in costa il fianco settentrionale della Val Cairasca.
Dopo un passaggio attrezzato con gradini di legno si sale al dosso della croce di San Silvestro, a quota 2051, dove termina la salita.
Per dirigersi all’Alpe Veglia da qui si prosegue in leggera discesa entrando nel territorio dell’omonimo parco, attraverso il Sentiero dei Fiori, lungo il quale sono disposti numerosi cartelli che descrivono le bellezze della flora locale.
Il percorso attraversa alcuni piccoli villaggi temporanei legati all’attività agropastorale, tra cui Balma e Cornù, quest’ultimo dotato di strutture ricettive.
Per chi volesse prolungare il percorso c’è inoltre un sentiero del parco, percorribile in poche ore, che fa il periplo completo dell’Alpe, attraversando gli abitati di Ponte, Aione, Ciamciavero e il Lago delle Streghe.
Si esce dal paese in direzione nord, si passa il ponte per la frazione Ponte, si gira a sinistra e si perviene in breve a Pedemonte, dove si trova il Museo Walser.
Da questa splendida borgata inizia la mulattiera che attraversa su di una passerella il torrente Mud e sale verso l’omonimo colle toccando gli alpeggi Mud (di sotto e di mezzo) e Venghi (m 2042).
Poco sopra si trova un bivio: a destra si continua direttamente per il colle.
A sinistra si passa dal non lontano e visibile rifugio Ferioli presso le baite dell’alpe Mud di Sopra, da dove un sentiero adduce ugualmente al colle ai piedi della grande parete nord del monte Tagliaferro (ore 3.30).
Si scende quindi a Rima con un agevole percorso che transita dall’Alpe Vorco e da Valmontasca, per poi entrare nel bosco e superare con un ponte il torrente Sermenza.
_Il sito ufficiale del Grande Sentiero dei Walser è ricco di informazioni utili
La scheda tecnica del Grande Sentiero dei Walser
Località di partenza: Colle di San Teodulo (m 3316) Località di arrivo: Colle di Valdobbia (m 2480) Tempo totale di percorrenza: 34 giorni – 34 tappe Lunghezza totale del percorso: 800 chilometri circa Segnaletica: cartelli e segnavia orizzontali con segno SW, bandierine con W azzurra in campo bianco
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