It was built from 1717 to 1731 for Victor Amadeus II of Savoy, designed by Filippo Juvarra, at the top of the hill of Superga. This fulfilled a vow the duke (and future King of Sardinia) had made during the Battle of Turin, after defeating the besieging French army in the War of the Spanish Succession. The architect alluded to earlier styles while adding a baroque touch. The church contains the tombs of many princes and kings of the House of Savoy, including the Monument to Carlo Emanuele III (1733) by Ignazio Collino and his brother Filippo. Under the church are the tombs of the Savoy family
Torino è una città meravigliosa. Si pensi alle vetrine dei locali storici conservati nei dettagli, alle raffinate facciate in stile liberty oppure agli animati ritrovi pubblici del centro.
Ma più di ogni cosa, il capoluogo piemontese sembra costruito appositamente per camminare.
Questo soprattutto per via dei portici elegantissimi, ricordo di tempi antichi quando i reali, attraversando parte della città per raggiungere il Po da Piazza Castello, non potevano certo essere esposti a sole e pioggia, nemmeno per pochi metri.
Per non dimenticare, poi, i maestosi viali, lungo i quali lo sguardo non può che rivolgersi verso l’alto e perdersi tra i rami degli oltre 150.000 alberi della città italiana che vanta il miglior standard di verde pubblico per abitante.
Storici giardini e immensi parchi nel cuore della città o sulle colline che la sovrastano, consentono a spazi urbani e spazi naturali di convivere con singolare armonia rendendone evanescenti i confini.
Muovendosi a piedi o sulle due ruote, l’amante del trekking urbano troverà una complessa rete di sentieri e lunghe piste ciclabili che conducono alla scoperta dei polmoni verdi della città sabauda.
Ph.: Gettyimages/yujie chen
Il sistema dei parchi cittadini è connesso alla vicina collina torinese grazie ad un percorso pedonale a soluzione continua, l’Anello Verde, che sale fino alla Basilica di Superga.
Quest’ultima è un inconfondibile profilo visibile da ogni angolo della città, punto di arrivo per la caratteristica tranvia a dentiera che si arrampica in salita.
Grande attenzione è rivolta poi alle aree fluviali, sviluppate attorno al Po, alla Dora Riparia, allo Stura e al Sangone.
Il sistema dei parchi urbani, collinari e fluviali, poi, è interamente connesso da una completa rete di ciclopiste.
Torino, insomma, crea continuamente spazi dove dimenticare i mezzi a motore e garantire di muoversi a piedi, anche dove un tempo correvano i binari o ferveva l’attività industriale.
Il sistema delle “spine” ha fatto spazio a nuove aree verdi e percorsi ricalcati sull’interramento delle linee ferroviarie.
Ci si dovrà quindi solo incamminare all’ombra di platani e querce monumentali, nell’esplosione di colori dei prati fioriti fino a salire sulle colline che sorvegliano la “città del trekking”.
Attraversando il Parco del Valentino da nord a sud, si possono incontrare diversi posti incantevoli.
Si pensi all’omonimo Castello, al Giardino Roccioso, al Borgo Medioevale e alla monumentale Fontana dei Dodici Mesi.
Al termine del parco, poi, l’attraversamento del Po sul Ponte Isabella offre una delle più belle vedute sulla città.
Attraversato il Po, si dovrà girare a sinistra percorrendo Corso Moncalieri fino al numero civico 147, dove è situato l’ingresso del Parco Leopardi.
Lì si dovrà imboccare il sentiero 16, denominato “Sentiero dei Parchi”.
La salita, che si sviluppa lungo un vialetto con numerosi tornanti, consentirà di ammirare filari di platani altissimi e altri alberi ornamentali.
Uscendo dal parco si dovrà proseguire fino a raggiungere, poco oltre, la Strada Comunale da San Vito a Revigliasco. Si dovrà svoltare a sinistra e, dopo circa 100 metri, si giungerà in prossimità del Parco di San Vito.
Ph.: Gettyimages/Shirmanov Aleksey
Si dovrà attraversare il parco e seguire, verso nord, il Viale Seneca, sino a che non si incontrerà, sulla destra, la Strada Vigne di San Vito.
Dopo 150 metri di salita si imboccherà, a sinistra, una rustica scalinata che dà accesso alla Strada dei Boschi.
Con questo percorso boschivo di circa 1 Km che sovrasta la Gola dell’Inferno, si arriverà al Quadrivio Raby.
Ci si situa in prossimità del margine inferiore del Parco della Maddalena. Per la salita al Parco, poi, non ci sarà che l’imbarazzo della scelta.
Una fitta rete di sentieri e viottoli serpeggianti fra alberi e siepi ornamentali risale il versante nord-occidentale della collina sino alla sommità.
Il percorso rosso, oltre a raggiungere la vetta collinare, è il più comodo per arrivare al percorso della Grande Traversata della Collina (indicata con la sigla GTC).
Ora, si dovrà seguire la GTC, prima sul sentiero 32 fino a raggiungere l’eremo dei Camaldolesi, poi sul sentiero 33 sino allo spartiacque di Pian Mongino.
Dopo un breve tratto in cresta si incontrerà il Sentiero del Gallo e si arriverà all’abitato di Pino Torinese.
Ph.: Gettyimages/Marco Saracco
Si dovrà quindi imboccare Via Maria Cristina per poi scendere in direzione nord e percorrere la Strada dei Colli.
Si accederà, così, al Parco Naturale di Superga. Giunti a un piazzale, si dovrà intraprendere il Sentiero degli Alberi sulla sinistra.
Il segnavia è un’orma di volpe, giallo su fondo bianco. Superate due caratteristiche borgate si terminerà la salita al piazzale della Basilica.
Da qui si può ritornare in città con la “tramvia a dentiera” (o autobus sostitutivo) e con l’autobus 61 sino a Porta Nuova.
Naturalmente, si può scendere anche a piedi sul ripido sentiero 29, raggiungendo la fermata del 61 “casale 472”.
Il sito ufficiale della Basilica
Se volete conoscere altri percorsi escursionistici in queste zone allora potete consultare questa pagina.
Un percorso alternativo per arrivare alla Basilica passando per il Parco Naturale di Superga lo trovate qui
Potete consultare anche questa pagina per qualche informazioni aggiuntiva sull’Anello Verde.
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