Piemonte, Val Curone: l’anello del Monte Ebro

1 agosto 2022 - 20:30

L’Ebro è la cima più alta dell’Appennino piemontese.

Le sue praterie sono ricche di specie tipicamente alpine (nigritella, genziana, orchidee, arnica, gigliodi S. Giovanni, botton d’oro….) mentre i suoi pendii sono ricoperti di ombrose faggete, rese varie nella tarda primavera dalle vistose fioriture del maggiociondolo.

Monte Ebro, Crocus albiflorus – Foto di Pierluigi Casanova

Da Pampargnon si segue una pista forestale alle spalle delle costruzioni dell’alpeggio (lato nord), fino a un abbeveratoio dove s’incontra un bivio: si svolta a destra (tracciato ampio in costa al versante nord est dell’Ebro), entrando in una faggeta.

La mulattiera tocca quota 1460, poi scende perdendo circa 50 metri; quando pare uscire dal bosco, si svolta a sinistra seguendo un sentiero che sembra perdersi ma che subito torna evidente.

Si scende ancora fino a 1395 metri, uscendo in una radura dove si trova il Rifugio E. Orsi, alle spalle del quale (lato nord), inizia un sentiero che scende di 10-15 metri e termina in una seconda radura.

Trascurato un tracciato sulla destra, si risale un sentiero ben visibile che s’inerpica ripido a sinistra (triangolo giallo).

Dopo una rampa, si continua in costa (triangoli gialli); quando si incontrano alcuni pini neri, si lascia il sentiero segnato e si svolta a sinistra, inerpicandosi lungo un costone erboso, a lato del bosco e di una recinzione.

Monte Ebro, Nigritella nigra- Foto di Pierluigi Casanova

La traccia non è sempre evidente, ma camminando per la massima pendenza, si tocca rapidamente la cima del Panà, dove si piega a sinistra seguendo un tratturo sale prima il Cosfrone e quindi, oltre un avvallamento, l’Ebro (m 1700, croce e cippi commemorativi).

Si ritorna seguendo il crinale prativo verso sud est fino alla Bocca di Crenna (m 1553), da dove uno sterrato scende verso sinistra tornando a Pampargnon.

 

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