Piemonte, Val Curone: l’anello del Monte Ebro
L’Ebro è la cima più alta dell’Appennino piemontese.
Le sue praterie sono ricche di specie tipicamente alpine (nigritella, genziana, orchidee, arnica, gigliodi S. Giovanni, botton d’oro….) mentre i suoi pendii sono ricoperti di ombrose faggete, rese varie nella tarda primavera dalle vistose fioriture del maggiociondolo.
Da Pampargnon si segue una pista forestale alle spalle delle costruzioni dell’alpeggio (lato nord), fino a un abbeveratoio dove s’incontra un bivio: si svolta a destra (tracciato ampio in costa al versante nord est dell’Ebro), entrando in una faggeta.
La mulattiera tocca quota 1460, poi scende perdendo circa 50 metri; quando pare uscire dal bosco, si svolta a sinistra seguendo un sentiero che sembra perdersi ma che subito torna evidente.
Si scende ancora fino a 1395 metri, uscendo in una radura dove si trova il Rifugio E. Orsi, alle spalle del quale (lato nord), inizia un sentiero che scende di 10-15 metri e termina in una seconda radura.
Trascurato un tracciato sulla destra, si risale un sentiero ben visibile che s’inerpica ripido a sinistra (triangolo giallo).
Dopo una rampa, si continua in costa (triangoli gialli); quando si incontrano alcuni pini neri, si lascia il sentiero segnato e si svolta a sinistra, inerpicandosi lungo un costone erboso, a lato del bosco e di una recinzione.
La traccia non è sempre evidente, ma camminando per la massima pendenza, si tocca rapidamente la cima del Panà, dove si piega a sinistra seguendo un tratturo sale prima il Cosfrone e quindi, oltre un avvallamento, l’Ebro (m 1700, croce e cippi commemorativi).
Si ritorna seguendo il crinale prativo verso sud est fino alla Bocca di Crenna (m 1553), da dove uno sterrato scende verso sinistra tornando a Pampargnon.
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