Se avete deciso di intraprendere dei trekking alla ricerca di rifugi d’alta quota allora il Veneto è la regione che fa per voi.
Molte di queste strutture sono collocate su alture incredibili, e sapranno regalarvi dei panorami spettacolari sulle valli circostanti e soprattutto sulle Dolomiti, tra la montagne considerate Patrimonio dell’Unesco.
Ph.: Gettyimages/TOMAg
Dunque, se vorrete gustarvi una birra ghiacciata dopo un’intera giornata di trekking, oppure godere di un bel piatto di salsiccia e polenta dopo una traversata esaltante, state pur certi che le alternative sono numerose.
Non resta che partire alla caccia di questi luoghi magici e, in alcuni casi, davvero sorprendenti.
Se il vostro desiderio è quello di percorrere la storica Strada delle Cinquantadue Gallerie, allora un’ottima alternativa per una sosta può essere il rifugio Achille Papa.
Questo incredibile percorso denominato anche “Strada della Prima Armata” è una mulattiera militare costruita durante la Prima guerra mondiale sul massiccio del Pasubio.
Proprio alle porte di questo monte, collocato a circa 1928 metri, è situato il rifugio Achille Papa, intitolato al generale omonimo.
Per la precisione, la struttura si trova in prossimità della testata della Val Canale, in una posizione panoramica che da sul versante meridionale del Pasubio.
Ph.: da www.giulionicetto.it
Sorse nel 1921 su quello che rimaneva di un ricovero in muratura dei baraccamenti della prima guerra mondiale, situati al riparo dal tiro dell’artiglieria austriaca.
Nel corso degli anni questo rifugio ha subito varie opere di rimodernamento e restauro e, oggi, il rifugio Papa è di proprietà del CAI di Schio.
È un rifugio aperto per tutto il periodo estivo, da giugno a settembre, e nei weekend di ottobre e novembre.
_ Tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito ufficiale del rifugio.
Le Tre Cime di Lavaredo sono piuttosto blasonate, tuttavia costituiscono pur sempre il simbolo delle Dolomiti, inestimabile Patrimonio dell’Unesco.
Auronzo è l’unico centro urbano da cui le Tre Cime sono visibili , nel loro versante sud.
Da Misurina, invece, compare il lato sud-ovest, che sembra curiosamente privo della Cima Piccola.
Per ammirare le celeberrime pareti nord, è necessario percorrere il comodo sentiero 101 che, in circa un’ora di cammino, conduce dal Rifugio Auronzo, collocato a 2333 metri di quota a Forcella Lavaredo.
Da lì, se avrete voglia di incamminarvi, vi vedrete apparire in tutto il loro splendore la Cima Piccola, la Cima Grande e la Cima ovest.
Ph.: Gettyimages/RolfSt
Dal Rifugio Lavaredo, situato poco sotto l’omonima Forcella, si può invece osservare l’affilata lama dello “Spigolo Giallo”, regno del sesto grado e palestra per i migliori arrampicatori.
Per quanto riguarda il Rifugio Auronzo, l’accesso principale si raggiunge in auto proprio da Misurina, percorrendo la strada panoramica che conduce ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.
Il rifugio dista 25 Km da Auronzo di Cadore, 18 Km da Cortina e 16 Km dall’Alta Pusteria.
La strada panoramica è aperta dalla fine di maggio alla fine di ottobre.
_ Tutte le informazioni utili sul rifugio le trovate sul sito del Cai
_ Ecco i percorsi per poter raggiungere il rifugio a piedi.
Ci si sposta ora nei dintorni di Cortina d’Ampezzo in direzione del rifugio Croda Da Lago Palmieri, collocato sul Lago Federa.
Questo rifugio, posto poco sopra i 2000 metri, è il punto di partenza per splendide escursioni.
Si trova lungo l’Alta via 1 (breve variante), famosissimo trekking dolomitico di più giorni che parte dal Lago di Braies e arriva fino a Belluno attraversando le Dolomiti da nord a sud.
Il Rifugio Palmieri, denominato anche “rifugio Croda da Lago” è semplicemente stupendo: un gioiello di pietra, legno e fiori incorniciato dal Beco de Mezodì e dalla Croda che si tuffa nelle splendide acque del Lago Federa.
Ph.: da www.dolomiti.it
Una particolarità di questo lago è che il livello delle acque rimane sempre costante in ogni stagione.
Ciò significa che sia d’estate che d’inverno è possibile godere della bellezza del lago e dei suoi meravigliosi colori.
Questo specchio d’acqua, infatti, è alimentato da una o più sorgenti sotterranee che impediscono che si prosciughi a seguito del caldo estivo.
Potete trovare tutte le informazioni aggiuntive sulla pagina dedicata.
Il Rifugio Galassi, posto a 2018 metri d’altezza, giusto sotto Forcella Piccola in pieno Cadore, è stretto tra il “re delle Dolomiti”, ovvero l’Antelao, e Cima Scotter.
Si tratta di una mole squadrata, totalmente costruita in pietra, resa più leggera dalle imposte blu.
Dapprima fu una caserma, costruita tra il 1903 e il 1905 e inaugurata nel 1913.
La Caserma, divenuta successivamente un rifugio, è stata intitolata a Pietro Galassi, tenente del VII° Alpini e morto in Libia nel 1913.
Arrivati in sala da pranzo potrete notare una teca chiusa a chiave: dentro c’è un faldone di ricordi, messo insieme dalla sorella del tenente.
Ph.: da www.dolomitiunesco.info
Lettere dattiloscritte, foto in bianco e nero, ritagli di giornale: un vero e proprio viaggio nel tempo.
Una particolarità: il Rifugio Galassi è l’ultimo rifugio alpino veramente autogestito.
Questo significa che il CAI di Mestre seleziona e invia lassù delle squadre di 10 o 12 volontari che, per una settimana, gestiscono ogni aspetto del rifugio: cucina, servizio e camere e accoglienza.
Un responsabile, poi, esperto del territorio, coordina il tutto.
Una squadra resta al Galassi per una settimana, poi c’è il cambio, e si va avanti così dal 1970.
Potete trovare i contatti del rifugio in questa pagina.
Il rifugio Dolomites, collocato sul Monte Rite nelle Dolomiti di Zoldo, vi offrirà uno dei panorami a 360 gradi tra i più incredibili che si possano immaginare.
Il Dolomites si raggiunge da Passo Cibiana: un’ora e mezza di camminata piuttosto semplice, anche se d’estate, eventualmente, esiste la possibilità di salire in cima con le navette.
Qualche metro sopra al rifugio sorge il Messner Mountain Museum, creato sui resti delle fortificazioni costruite durante la Grande Guerra.
Ph.: da www.messner-mountain-museum.it
Il museo, ideato dal famoso scalatore Reinhold Messner, racconta e raccoglie le testimonianze dei grandi della storia dell’alpinismo attraverso reperti, fotografie e parole.
A colpirvi al primo sguardo, probabilmente, saranno le avveniristiche e iconiche cupole di vetro che si stagliano proprio sulla cima del Monte Rite.
Trovate tutti i dettagli qui.
Qui, invece, tutte le informazioni sul museo.
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