Veneto in primavera: trekking panoramico sui sentieri della Grande Guerra

Panorami unici, trincee e memoriali, la natura che si risveglia in primavera. Un itinerario affascinante e spettacolare alla scoperta di uno dei luoghi più belli e simbolici d'Italia: Il Monte Grappa e la memoria della Grande Guerra

17 aprile 2024 - 13:30

Veneto in primavera, trekking sulle tracce di Hemingway: la Grande Guerra sul Monte Grappa

L’aspra bellezza dell’area sommitale del massiccio del Grappa è caratterizzata dal carsismo, e le rocce carbonatiche fanno filtrare l’acqua all’interno della montagna.

La mancanza di questo prezioso liquido in superficie non ha però impedito, durante la Grande Guerra, la fortificazione della montagna.

Per ovviare alla mancanza d’acqua potabile, necessaria alla vita delle truppe, si adottarono varie tecniche sia di captazione diretta da depositi nevosi, sia di pompaggio dal fondovalle.

Ph.: Gettyimages/phbcz

Una guerra quindi che non mise in campo solo soldati, ma anche numerose opere belliche e strategiche (ricoveri, teleferiche, serbatoi), ora recuperate e che possiamo incontrare durante il nostro itinerario.

Questo trovarono, nell’inverno del 1917, i soldati che vennero in aiuto delle truppe italiane sul Monte Grappa, dopo la disastrosa rotta di Caporetto.

Tra i volontari della croce rossa americana (American Red Cross) anche alcuni poeti del “circolo letterario” dell’università di Harvard. E tra tutti, un giovanissimo Ernest Hemingway.

Lo scrittore venne destinato ai servizi di autoambulanza che trasportavano lungo la trafficatissima Strada Cadorna, che risale ancora oggi il Grappa, i soldati feriti tra i vari posti di medicazione e i sottostanti ospedali in pianura.

In Val dea Giara, poco sotto la cima, sorgeva un distaccamento di ambulanze per prestare le prime cure alle truppe che scendevano dal settore del monte Asolone. Una teleferica in località Cibara consentiva lo sgombro dei più gravi; nel vicino cimitero venivano riposti coloro che non sopravvivevano alle cure.

Presso Malga Meda, dove oggi si producono formaggi tipici, vi era la sede di un posto di raccolta delle ambulanze, l’ARC G2, di cui sono ancora visibili lungo la Cadorna gli ingressi delle gallerie dove gli autisti si rifugiavano durante i bombardamenti.

Nella vicina malga Coston da Quinto sorgeva il “caffè del soldato” n° 4, posto di ristoro dove caffè caldo, cioccolata, carta da lettere e altri generi di conforto venivano distribuiti alle truppe che presidiavano la zona e a quelle in transito.

Ph.: da venetograndeguerra.it

Poco più sotto, a Ponte San Lorenzo, era collocata infine la stazione medica.
È in questi luoghi così carichi di storia che i nostri scarponi ci porteranno, tra verdi pascoli e fioriture di narcisi e orchidee, accompagnati da colorati voli delle farfalle; il nostro sguardo potrà spaziare dall’Altopiano di Asiago alla Pianura Padana, dove tra le sue nebbie spuntano i Colli Euganei, i Monti Berici ed anche Venezia.

Attraverseremo faggete e peccete tra il vociare di chiassose ghiandaie e nocciolaie, canti di cince e voli radenti di sparvieri.

Non sarà difficile incrociare sul nostro passo caprioli e mufloni, od osservare tra i rami veloci scoiattoli.

Ed è forse la combinazione tragica tra la guerra e la selvaggia bellezza di questi posti che hanno segnato la memoria di molti poeti e del più famoso di loro, Hemingway appunto, tanto da essere ricordati per sempre con parole come queste: “Io sono un ragazzo del Pasubio… del basso Piave… un ragazzo del Grappa appena ritornato dal Pertica, se ben intendi quel che ciò significa…”

Trekking di primavera in Veneto sulle orme di Hemingway

Un itinerario tra natura e storia, la memoria e le tracce della primo conflitto mondiale immersi nel paesaggio carsico del massiccio del Grappa.

Il punto di partenza per il trekking sulle tracce di Hemingway ha inizio dal parcheggio della Baita Monte Asolone, al km 20 (11° tornante) della strada Cadorna che da Romano d’Ezzelino – nei pressi di Bassano del Grappa – sale a Cima Grappa.

Da questa, poco dopo la località Cibara, sulla sinistra, si accede al sentiero CAI n. 70 che porta in circa 45 minuti di cammino a Croce del Termine, dove sono ancora visibili le trincee italiane che gli austro-ungarici attaccarono nel giugno del 1918.

Da qui si gira a destra seguendo il sentiero n. 20 che, costeggiando il reticolato, sale in poco meno di 1 chilometro a Monte Rivon. Superato un secondo reticolato, che incrocia il sentiero, si svolta subito a destra, si segue una traccia che dopo una leggera discesa compie una secca curva a sinistra e, infine, in prossimità di un rudere, si è in vista del tetto di Cason di Meda con i suoi caratteristici balconi rossi.

In pochi minuti si giunge alla strada Cadorna; dopo averla attraversata e risalita per 100 metri, si imbocca sulla destra la ex-camionabile militare che transita sotto la Malga. Terminata l’area di pascolo, la strada comincia una lenta discesa.

Dopo due tornanti si entra in una pecceta mista a faggi (località Bosco Piai) fino ad un bivio caratterizzato dalla presenza di due gallerie. Il nostro itinerario prosegue sulla destra in leggera salita fino al crocicchio di Fossa d’Oro, in vicinanza di una pozza d’alpeggio.

Ph.: Gettyimages/elleon

A questo e al successivo bivio per Cason d’Oro si tiene la sinistra; poi, ad una nuova biforcazione si mantiene lo sterrato sulla destra. Si prosegue quindi per la strada principale compiendo la larga curva che costeggia la Busa dee Càvare fino a due rustici con pozza d’alpeggio.

Presso la staccionata si comincia a seguire la segnaletica bianco-rossa del CAI, in un ambiente tipicamente carsico, con un’ampia dolina, inghiottitoio e campi carreggiati.

Il sentiero ci porta a superare un campo rettangolare oltre il quale, entrati nel bosco, un intricato e ripido percorso segue la linea del fondovalle fino ad intersecare una mulattiera. A questo punto si scende fino al segnavia metallico del sentiero n. 70 vicino al quale sorge una vecchia carbonèra.

La salita, infine, ci porta a sbucare alla chiesetta in loc. Cibara, dopo aver attraversato numerosi ex accampamenti italiani di cui sono ancora oggi visibili gli sbancamenti realizzati per far posto alle baracche.

Da qui si torna sulla Cadorna, che in discesa ci riporta alla baita Monte Asolone-Val dea Giara.a

Difficoltà
E

Dislivello
+ – 400 metri

Tempo di percorrenza
5-6 ore

Lunghezza
12 km

Segnaletica
Sentiero CAI n. 70 / n. 20 / Sentiero naturalistico “Gino Damiani” (CAI Bassano del Grappa)

Informazioni utili

Come arrivare

In auto: Da Milano A 51, A 4 e A 31, uscita Vicenza Nord, segue SS 53 e SS 47 fino a Bassano del Grappa.

Dalla tangenziale di Bassano del Grappa si esce per “Cima Grappa” e raggiunto il centro di Romano d’Ezzelino, si comincia a salire per una ventina di chilometri fino alla Baita Monte Asolone, in Val della Giara.
Da Firenze A 1, A 14, A 13, uscita Padova Sud, segue SR 47, SP 47 e a Cittadella la SS 47 fino a Bassano del Grappa.

Il Museo della Grande Guerra di Baita Monte Asolone

Dedicato a Gamba Battista e Emanuele Vignoli, bisnonni dei gestori, qui sono esposti numerosi cimeli appartenenti ai maggiori eserciti che si affrontarono durante la Grande Guerra.

Una sezione è dedicata agli oggetti della sanità, con bottigliette di medicinali, bende, forbici e altri strumenti medici e militari, alcuni dei quali in dotazione ai volontari dell’ARC.

La pagina dedicata al Museo della Grande Guerra di Baita Monte Asolone

Una pagina ricca di informazioni e itinerari nei territori della Grande Guerra

Cartografia
Carta dei sentieri, Monte Grappa, scala 1:20000, CAI

 

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