Pakistan: trekking verso il campo base del K2

Uno dei trekking più affascinanti del Pakistan. Un viaggio attraverso i ghiacciai, in cui si procede per settimane tra i maggiori massicci montani del Karakorum, fino al campo base del K2

8 maggio 2022 - 20:32

Per questo trekking è necessario prevedere un maggior numero di giorni, in modo tale da programmare tempi per il riposo, per l’acclimatamento o per recuperare giorni persi a causa di imprevisti.

Attraversare i territori montuosi del Karakorum è un’esperienza di particolare intensità, che permette di accedere a un mondo primordiale, dove la grandiosità della natura si esprime nelle forme più pure e selvagge.

 

Pakistan, sulla via del K2

In questo viaggio di ventitré giorni nella regione montuosa del Baltistan (Pakistan), si compie un attraversamento in tutta lunghezza del ghiacciaio Baltoro, che conduce alla regione di ghiacciai di alta montagna più estesa del pianeta e sul quale si elevano sette delle venticinque cime più alte del mondo, di cui quattro ottomila.

In un giorno di fuoristrada si percorre la pista carrozzabile militare che segue la sinistra idrografica del fiume Braldu e conduce, su tratti esposti, da Skardu alla cittadina di Askoli. Da qui inizia l’avventura…

 

_ Tappa 1: da Askoli a Joula (3218 m)

  • Dislivello + 455 – 350 metri
  • Tempo di percorrenza 6 ore

Nel primo giorno di trekking si percorre una lunga tappa caratterizzata dall’attraversamento di un paesaggio lunare, su fondo di sabbia e sassi.

Lasciata Askoli si cammina in direzione est lungo la valle del fiume Braldu, costeggiandone la destra idrografica con continui saliscendi, fino a incrociare il ghiacciaio Biafo.

Né si percorre la lingua terminale, discendendo in un lungo sentiero per circa due chilometri su ripidi detriti morenici, fino a ritrovarsi in un avvallamento chiuso. Da qui si giunge alla rigogliosa oasi di Korophon (3250 m), dove è possibile ristorarsi con acqua fresca e potabile.

Si continua seguendo il corso del fiume Braldu, fino a raggiungere le sponde del fiumo Dumordo, alimentato dal ghiacciaio Choktoi e dal ghiacciaio Panham.

Si risale la valle oltrepassando tratti rocciosi a picco sul fiume e sentieri stretti e molto esposti, in cui sono solite transitare carovane di muli.

Raggiunto il punto più alto, si ridiscende verso il fiume superando un’alta parete rocciosa. Si continua lungo un sentiero pianeggiante in direzione nord, fino al ponte di corda e legno, che consente di oltrepassare il fiume Dumordo.

Si ridiscende in direzione sud lungo la sponda opposta, fino ad arrivare a Joula, accampamento privo di ripari e con una splendida vista sul Bakhor Das (5815 m).

 

_ Tappa nr 2 : da Joula a Paju (3407 m)

  • Dislivello + 559 – 320 metri
  • Tempo di percorrenza 6 ore

Questa tappa è simile alla precedente, ma si svolge lungo un percorso privo di ripari e con alcuni passaggi complicati. Lasciata Joula si segue la valle del fiume Braldu, superando il campo di Bardumal (3295 m) e proseguendo tra sassi e sfasciumi morenici.

Durante il cammino è possibile seguire la sponda del fiume, a seconda del livello idrometrico, oppure seguire la via superiore, superando una serie di guadi e ripidi saliscendi, necessari per oltrepassare i franosi speroni rocciosi con passaggi talvolta esposti.

Le montagne del Pakistan Foto Getty Images

Al termine di questo percorso detritico, si avanza lungo la piana alluvionale su terreno prevalentemente sabbioso, per giungere alla parte finale, dove il sentiero si allarga e comincia a salire gradualmente fino alla terrazza boscosa e panoramica di Paju, ultimo campo prima del ghiacciaio Baltoro.

Da qui si apre una splendida visuale sulle imponenti moli granitiche della Cattedrale del Baltoro o Thunmo Peak (5850 m), del Biange I (6380 m) e del Biange II (6255 m).

 

_ Tappa 3: da Paju a Khoburste (3816 m)

  • Dislivello + 650 – 250 metri
  • Tempo di percorrenza 6 ore

Da Paju si prosegue il cammino percorrendo con continui saliscendi il franoso terreno morenico sulla destra idrografica del fiume, fino all’attacco del ghiacciaio Baltoro.

Una ripida salita conduce in sommità, da dove si attraversa in diagonale da sinistra a destra, fino a raggiungere il versante opposto della valle. Il sentiero procede lungo la cresta della morena laterale, a tratti esposta e si supera la terrazza di Liligo (3693 m), caratterizzata da una splendida vista su Paju Peak (6610 m).

Da qui si risale per qualche ora il bacino del Baltoro tenendosi sulla sinistra orografica dell’omonimo ghiacciaio, superando la lingua terminale del ghiacciaio Liligo, fino ad arrivare alle terrazze di Khorburtse.

Dal campo è possibile osservare il Paju Peak (6610 m), l’Uli Biaho (6109 m), le Torri di Trango (6286 m), la Grande Cattedrale (6024 m), il ghiacciaio Trango e il ghiacciaio Dunge.

 

_ Tappa nr 4: Khoburtse a  Urdukas (4168 m)

  • Dislivello + 390 – 170 metri
  • Tempo di percorrenza 3 ore

A causa della quota sempre più alta e dei terreni difficili, da qui in avanti le tappe saranno maggiormente faticose.

Il cammino prosegue lungo un percorso breve ma difficoltoso su fondo di sabbia e sassi, che da Khorburtse s’inoltra lungo il fianco del ghiacciaio con un’interminabile sequenza di saliscendi.

Si avanza sulla morena, percorrendo brevi tratti di ghiacciaio scoperto, mentre si è gratificati dal panorama sempre più ampio e maestoso. Con una breve salita si raggiungono i terrazzamenti erbosi del campo di Urdukas, situato in mezzo a enormi massi.

 

_Tappa nr 5  daUrdukas a Goro II (4319 m)

  • Dislivello + 480 – 260 metri
  • Tempo di percorrenza 5 ore

Si scende da Urdukas lungo un sentiero ben tracciato e si continua sul ghiacciaio risalendo in leggera pendenza su detriti morenici o sul ghiacciaio scoperto, tra tortuosi torrenti e laghetti epiglaciali.

La vista si apre a sud-ovest sul Masherbrum (7821 m) e sul Biarchedi (6781 m), a est sul gruppo del Gasherbrum (8080 m) e a nord-est sul Broad Peak (8047 m).

Si supera il campo di Goro I, per proseguire verso Goro II, primo campo posto direttamente sul ghiacciaio e avamposto di Concordia. Da qui si ha una splendida vista sul Gasherbrum IV (7925 m).

 

_ Tappa nr 6 da  Goro II a Concordia (4575 m)

  • Dislivello + 530 – 240 metri
  • Tempo di percorrenza 3 – 4 ore

Si procede sul ghiacciaio scoperto, lentamente e in leggera salita, mentre il panorama si allarga e diventa sempre più imponente.

Tra i massicci montuosi svettano a nord la cima della Torre Muztagh (7273 m) e a sud-ovest il Masherbrum.

Ora la tappa prosegue sulla morena, fino a Concordia, l’immensa distesa di ghiaccio e confluenza del ghiacciaio Godwin Austen, ghiacciaio Baltoro e ghiacciaio Vigne.

Ghiacciaio Baltoro – Foto Getty Images

Il campo è posto al centro dell’anfiteatro glaciale, da dove la vista si apre a 360° sulla massima concentrazione di ghiacciai e vette del pianeta, nel quale è possibile vedere per la prima volta l’enorme piramide del K2 (8611 m) che, insieme all’Angelus (6858 m), chiudono l’orizzonte a nord.

Tra le maggiori cime si osservano a nord-est il Broad Peak; a est il Gasherbrum IV; a sud-est il GV, GVI e GVII, il Baltoro Kangri (7312 m), lo Snow Dome (7150 m); a sud il Chogolisa (7665 m) e il Mitre Peak (6010 m); a nord-ovest il Crystal Peak (6237 m) e il Marble Peak (6256 m).

 

_ Tappa nr 7 da Concordia a Campo Base K2 (4980 m)

  • Dislivello + 510 – 150 metri
  • Tempo di percorrenza 8 ore

Da Concordia si percorre l’estesa morena laterale sinistra del ghiacciaio Godwin Austen, costeggiando interamente l’enorme parete ovest del Broad Peak, fino al campo base, dove è possibile sostare.

La vista si apre sul Pastore Peak (6379 m), che emerge tra il ghiacciaio Khalkahl e il ghiacciaio Savoia.

Si prosegue sul ghiacciaio scoperto, aggirando crepacci e superando alcuni torrenti epiglaciali. Superato l’incrocio con il ghiacciaio Savoia si procede sul ghiacciaio Godwin Austen fino a raggiungere il campo base del K2. Variante.

Per intraprendere la visita al Concordia – Campo Base K2 (4980 m) si procede in direzione sud-ovest lungo il ghiacciaio Godwin Austen.

Si arriva alla base di un risalto roccioso, sopra il quale si trovano le targhe con i nomi degli alpinisti deceduti durante le spedizioni, visitabili seguendo un sentiero che s’inerpica fino alla cima per qualche decina di metri. Tempo di percorrenza 2 ore (a/r) / + – 120 metri

 

_ Tappa nr 8 da Campo Base K2 a Concordia (4850 m)

  • Dislivello + 150 – 507 metri
  • Tempo di percorrenza 8 ore

Si rientra verso Concordia camminando sul ghiacciaio scoperto tra le caratteristiche vele di ghiaccio e i torrenti epiglaciali.

_ Tappa nr 9  da Concordia a Ali Camp (4965 m)

  • Dislivello + 470– 125 metri
  • Tempo di percorrenza 5 ore

Ultima tappa prima dell’attraversamento del Gondogoro La. Ritornati a Concordia si prosegue in direzione sud sulla morena del ghiacciaio Baltoro, aggirando il Mitre Peak.

Da qui si aprono splendidi panorami sul Baltoro Kangri e sul Chogolisa mentre si prosegue sul ghiacciaio scoperto.

Accampamento lungo il percorso – Foto Getty Images

A metà percorso si prosegue sulla sinistra del ghiacciaio Vigne, seguendo i torrenti epiglaciali in leggera salita. Qui il numero di crepacci aumenta gradualmente, fino ad Ali Camp, postazione adagiata sui resti di una grande frana.

 

_ Tappa nr 10 da Ali Camp – Gondogoro La (5625 m) a  Kuispang (4695 m)

  • Dislivello + 975 – 1245 metri
  • Tempo di percorrenza 9 ore

Per intraprendere la scalata del Gondogoro La è necessario partire durante la notte. Da Ali Camp si cammina in cordata sul ghiacciaio Vigne fino alla base della montagna, da dove inizia la fase di ascesa con piccozza e ramponi.

La salita sul pendio nevoso è ripida e faticosa, agevolata dalla presenza di corde fisse. Si segue la verticale fino a superare un muro di seracchi, oltre i quali si arriva in vetta verso le prime luci dell’alba.

Dalla sommità si ha una vista spettacolare sulle maggiori cime del Karakorum. Si scende a ovest, sul ripido e pericoloso versante roccioso, avvalendosi dell’utilizzo di corde fisse fino alla base del colle.

Si prosegue sul ghiacciaio Gondogoro, superando il primo tratto di crepaci, fino a inoltrarsi sulla morena laterale destra che conduce nella splendida valle di Hushey.

Seguendo un sentiero ben marcato si raggiunge Kuispang, dal quale si ha una bellissima visuale su Laila Peak (6096 m). Importante. L’ascesa del Gondogoro La avviene solamente se le condizioni del meteo sono adatte e lo stato della montagna è sicuro.

 

_ Tappa nr 11 da Kuispang a Saicho (3434 m)

  • Difficoltà EEA
  • Dislivello + 100 – 1329 metri
  • Tempo di percorrenza 6 ore

Da Kuispang si attraversa in diagonale il ghiacciaio Gondogoro e si prosegue sulla morena laterale sinistra, fino alla base del Laika Peak. Si prosegue in discesa fino all’incrocio del ghiacciaio con la base del versante sud-est del Masherbrum.

Ora il sentiero prosegue lungo un percorso che risale sul fianco roccioso sinistro e attraversa i brulli pascoli d’alta quota, fino a raggiungere il campo di Dalsampa (4170 m) dove è possibile fare sosta. Si prosegue in discesa lungo un percorso segnato da omini di pietra.

Attraversando passaggi esposti e guadando torrenti si entra in un paesaggio rigoglioso, caratterizzato da una vegetazione ricca di arbusti. Si arriva all’oasi di Saicho, posizionata alla confluenza delle lingue terminali del ghiacciaio Gondogoro e del ghiacciaio Charakusa. Da qui è possibile seguire l’itinerario verso il campo base del K6 (7282 m) e del K7 (6934).

 

_ Tappa nr 12  da Saicho a Hushey (6189 m)

  • Difficoltà EEA
  • Dislivello + 90 – 280 metri
  • Tempo di percorrenza 3 ore

L’ultima tappa del trekking segue un facile percorso in discesa attraverso la rigogliosa valle di Hushey, tra campi di grano e piantagioni di albicocchi, fino all’omonima cittadina.

Da qui è possibile raggiungere Skardu con un giorno di fuoristrada, oppure in due giorni fino a Islamabad lungo la Kara

 

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