La Via dei Pellegrini
1a Tappa
Da Lecce a Corigliano d’Otranto
Lunghezza: 26 km
Dislivello: irrilevante
Da Piazza Duomo di Lecce, un capolavoro rinascimentale di Giuseppe Zimbalo,dichiarata una delle più belle piazze d’Italia, si attraversa parte del centro storico della città barocca, avviandosi a piedi lungo la stradina che, passando per il territorio messapico di Caballinus (attuale Cavallino), portava all’antico casale di Vigliano (oggi comune di S. Donato). Costeggiando cinquecentesche masserie-torri, si raggiunge la chiesetta della Madonna della Giuggiola e la splendida, minuscola, Madonna della Neve con la sua semplice architettura romanica ed il campanile a vela. Costeggiando la linea ferroviaria (ferrovie Sud-Est) si giunge al convento degli Angeli e alla chiesetta di S.Vito, posta all’ingresso di Sternatia. Il menhir attende l’escursionista in territorio di Zollino, un gradevole scorcio della Grecìa salentina. Sfiorando fattorie con mucche al pascolo, la tappa termina al cospetto dello spettacolare castello della famiglia Dei Monti di Corigliano. L’antico maniero, circondato dal fossato, si caratterizza per le torri aragonesi e per le insolite sculture che ne arricchiscono il prospetto, riproducenti nobili personaggi ed allegorie.
2a Tappa
Da Corigliano a Ruffano
Lunghezza: 24 km
Dislivello: irrilevante
Iniziano, in lontananza, le prime serre salentine che s’innalzano, dolcemente, per decine di metri. Il paesaggio muta lievemente ed il camminamento si presenta con passaggi attraverso vaste pianure e splendidi, grandi uliveti. Costruzioni rurali tronco-coniche ad un solo vano, pajare, furnieddhi, iniziano a punteggiare il contesto naturalistico. Di tanto in tanto, qualche piccola edicola votiva appare tra la macchia mediterranea. Il cammino continua percorrendo l’antica via dei “caldarari”, antichi artigiani che, lungo quella strada, in agro del comune di Cutrofiano, costruivano caldaie e paioli in rame.
Si va in direzione degli insediamenti rupestri ma prima si giunge alla masseria Macrì, con la sua seicentesca cappella; poco dopo, al casale Sombrino, ex masseria Chiesa; guadagnata la masseria Pizzo Falcone, con la cappella in fase di ristrutturazione, si supera il campo di volo per ultraleggeri e dopo la grotta-inghiottitoio naturale del Fao, si raggiunge una interessantissima testimonianza: ricavata nel costone tufaceo, la bellissima cavità dedicata alla Madonna di Coelimanna (Manna del cielo) gioiello del comune di Supersano, sito risalente intorno all’anno Mille. Dinnanzi, il più recente Santuario.
Si risale la collina e, procedendo sulla sommità, si giunge ad un balcone panoramico aggettante sulla vallata, ricoperta dalla macchia argentea degli ulivi. Lo sguardo si libra sui paesini: Supersano, Nociglia, Surano, Torrepaduli e sul lontano mare Adriatico. Siamo alla chiesetta della Madonna della Serra ed alla statua del Cristo redentore, alla campanella che, una volta, suonava il vespero richiamando i contadini della vallata. Un lungo passaggio nel bosco ci fa rasentare una suggestiva “via crucis” a ridosso di un verdeggiante tratturo di collina. La discesa ci conduce a fine tappa a Ruffano con il suo pittoresco borgo antico.
3a Tappa
Da Ruffano ad Alessano
Lunghezza: 18 km
Dislivello: Ò200 m circa
Si procede sulla sommità della serra verso la “Città della Domenica” dedicata, dal comune di Ruffano, ai ragazzi, ove figura la moderna chiesetta dedicata a “Santa Maria della Finita”. Ci si avvia verso il casale di Cardigliano, attualmente, segnato dalla omonima masseria. Via via il tracciato s’inerpica lungo il pendio che mena nel punto più alto, ove svetta l’enorme pala eolica. Serra Mucurone permette di vedere i due mari che affiancano il sud Salento. Ci si inoltra verso Serra Magnone (151 m) e, subito dopo, Serra dei Peccatori in un bellissimo camminamento altamente panoramico sul versante est della penisola salentina. Qualche chilometro oltre e si raggiunge la Masseria del Monte, caratteristica costruzione immersa nel verde che sorregge, sulla piccola architrave d’ingresso, la statua di S. Antonio. La stradina, a volte sterrata, procede verso i ruderi ormai pericolanti del convento di S. Angelo. Attraverso uno stretto sentiero ricavato sul fianco della collina, iniziamo le Serre del Cianci che, sfiorando il comune di Specchia e la piccola cappella della Madonna della Scala, ci condurranno al comune di Alessano, mentre, a fondovalle, circondata da una grandi uliveti, si staglia netto il cromatismo rosato della Chiesa del Crocefisso.
4a Tappa
Da Alessano a
S. Maria Di Leuca
Lunghezza: 16 km
Dislivello: Ò100 m circa
Presso l’antichissimo villaggio rupestre denominato Macurano, si trova la tomba del grande apostolo della pace, alessanese, don Tonino Bello, Vescovo di Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi molto conosciuto e venerato per aver dedicato una intera vita ad alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni del mondo colpite da gravi sciagure. Guadagnando rapidamente quota, oltrepassata la piazza di Montesardo, si raggiunge dopo pochi chilometri la splendida Chiesa dedicata a S. Marina di Ruggiano e l’adiacente, antica, accoglienza del pellegrino. Il tracciato attraversa varie contrade che mantengono, ancora in buona parte, inalterata la tipica architettura salentina. Pittoreschi camminamenti delimitati da muri a secco riportano l’escursionista, di colpo, indietro nel tempo; non mancano le pajare, la macchia mediterranea, enormi voragini naturali e gli ulivi plurisecolari, autentiche sculture vegetali. Ecco Leuca Piccola di Barbarano del comune di Morciano, ribattezzata S. Maria del Belvedere, punto d’incontro e ristoro edificato a pochi chilometri da Leuca. Qui, dove Capo Japigio e Serra Falitte iniziano a degradare verso l’estremità del tallone d’Italia, gli antichi pellegrini sostavano e riposavano nelle umide, sotterrane cavità ove potevano trovare ausilio e pozzi per ripulirsi e dissetarsi. Più avanti, rasentando la millenaria costruzione dedicata a S. Pietro in Giuliano, si procede lungo una sterrata alla volta di contesti rurali di eccezionale, primitiva bellezza, con muri a secco sbeccati, anti-lupo. Raggiunto il comune di Patù, si lambisce la Chiesa absidata di S. Giovanni Battista e l’inconsueto monumento megalitico dirimpettaio: “le Cento Pietre”.
La stradina procede ai piedi della serra e permette di raggiungere le chiesette di S. Giuseppe e dei Lazzari, dove il comune di Castrignano del Capo dovrebbe ricollocare l’Erma Antica, stele litica con capitello (nel punto in cui gli antichi pellegrini si riunivano per percorrere insieme, cantando, l’ultimo chilometro verso il Santuario). Appare d’un tratto la silhouette dell’ultimo faro d’Italia, che si staglia candido, netto, verso il cielo. Stiamo arrivando; ci attende la lunga scalinata per risalire la collina verso il Santuario dedicato a S. Maria di Leuca, la Madonna del Finibus-Terrae. Il posto è incantato… Il terminale d’Italia, condiviso territorialmente anche dal comune di Gagliano del Capo, contiene un fascino indescrivibile e punta Mèliso, spinta verso il profondo Mediterraneo, ne segna l’estremo sperone. Silenzio…entriamo nel primo Santuario d’Europa… 43 d.C.