L’eco dell’antica parlata patois risuona tra i borghi di pietra e legno, sotto i tetti orditi da lastre di scisto, le cosiddette lose. Ma sono le valli selvagge, memoria dell’antica età di questa terra, la vera attrazione per gli escursionisti. La Val Viù innanzitutto, che da Usseglio si biforca ancora nel vallone d’Arnas, dove si allineano le cime più elevate, tra cui il Rocciamelone, con il pittoresco borgo che da il nome alla valle e le belle frazioni di Villa Forno e Lemie, con i sentieri per il Colle del Lys e la Madonna della Bassa; la Val d’Ala, una delle prime mete turistiche grazie alla costruzione della ferrovia nel 1916, un vero paradiso per gli escursionisti, da dove prendono il via alcuni dei più importanti itinerari, in particolare dal fiorito Pian della Mussa.
Cima ben definita che si innalza tra il colle delle Coupe ed il colle Croce di Ferro, la Costa Fenera si individua facilmente dal lago della Malciaussia; il punto culminante offre un ampio panorama sul Rocciamelone e sul monte Lera; durante la salita si passa accanto all’ameno lago Nero.
Si inizia a camminare verso le baite di Pietramorta (m 1812); attraversato un ponticello, si piega a sinistra, salendo sul versante idrografico destro della vallata e seguendo il tracciato numero 113 per il colle della Croce di Ferro. Giunti a 1860 metri circa, si incontra un secondo bivio: si segue l’indicazione per il lago Nero e si sale fino a 1960 metri circa, dove si trova un altro bivio. Si svolta a destra per il colle delle Coupe; quando si tocca quota 2060 metri, appare il lago Nero, per avvicinarsi al quale il sentiero scende di circa 25 metri; passati accanto ad alcuni ruderi, si prosegue in leggera salita, aggirando il costone nord della Fenera; oltrepassata la dorsale, appare il vallone che culmina al colle delle Coupe.
Il sentiero, un po’ inerbito, è sempre segnato: si sale spostandosi sul versante est del vallone, giungendo infine al valico (ruderi). Si piega quindi a destra, risalendo la cresta spartiacque e passando presso alcuni torrioni rocciosi. Giunti a quota 2505 metri circa, il sentiero supera una dorsale, oltre la quale occorre abbandonarlo (la traccia prosegue in piano allontanandosi dalla cima): si sale a destra per la massima pendenza, raggiungendo la cresta sommitale, che si segue senza problemi fino in vetta.
Informazioni utili:
Rifugio Vulpot alla Malciaussia (m 1805) / privato / Tel. 0123.83771 / 45 posti letto
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