Trekking d’autunno in 3 siti UNESCO: Toscana, Umbria e Basilicata
Qual è il modo migliore per visitare un sito Patrimonio Unesco dell'Umanità? A piedi ovviamente e magari in autunno, senza la folla di turisti e quando la natura colora magicamente il paesaggio. Ecco tre itinerari di trekking in Toscana, Umbria e Basilicata, alla scoperta di alcuni tra i luoghi d'arte, cultura e natura più famosi al mondo.
Val d’Orcia, Assisi e Matera: 3 itinerari per camminare nei siti Unesco
Da nord a sud, l’Italia è da sempre un’inesauribile miniera di bellezze paesaggistichee artistiche da conoscere, tutelare e tramandare ai posteri.
Non è certo un caso che la nostra penisola sia infatti in testa alla classifica delle nazioni con maggiore numero di siti Patrimonio dell’Umanità.
Se la Toscana è rinomata in tutto il mondo per i suoi paesaggi, la Val d’Orcia, nel cuore della campagna di Siena, ne rappresenta l’angolo più suggestivo e sorprendente.
Non è un caso che l’UNESCO le abbia conferito, dal 2004, il prestigioso riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Dalla terra di Siena ci spostiamo su una collina umbra, dove sorge un luogo eminentemente culturale e artistico.
Assisi, gemma di pietra rosa, messa a nudo o forse, semplicemente, mai più intonacata, in ossequio al gusto romantico.
Più a sud ci aspetta invece la città di Matera, circondata da chiese rupestri antichissime.
La sua genesi è avvenuta in un ambiente suggestivo, fatto di rocce scoscese a strapiombo su un profondo canyon.
Un ambiente quasi irreale che le è valso il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità già nel 1993!
Val d’Orcia: colline da amare e camminare
Anno di iscrizione: 2004
Area di riconoscimento UNESCO: 161,188 ha
Area tampone: 5,660 ha
Camminare in Val d’Orcia è un’esperienza forte, che, una volta fatto rientro al quotidiano della vita, puntualmente si traduce in una prepotente nostalgia: perché qui gli occhi si incantano, il cuore si riempie e la mente si abbandona.
Ma non è solo natura: tutto in questa valle congiura per fare innamorare.
Ci sono i piccoli borghi, dove il tempo sembra essersi fermato un secolo fa.
Dove tutto è a dimensione umana.
E forse per questo ancora resistono attività commerciali a gestione familiare, portatrici sane di relazioni sociali oltre che di odori e sensazioni in via di estinzione.
Testimonianze antiche, sapori e profumi della terra toscana
Ci sono la Rocca a Tentennano di Castiglione d’Orcia, il castello di Radicofani e le tante torri disseminate sui poggi, davanti alle quali si spalancano spettacolari panorami dell’intera valle.
C’è la maestosa e costante presenza del Monte Amiata, il vulcano spento più alto d’Italia, che, visibile ovunque nel territorio, fornisce orientamento e preziosissima acqua.
E, dulcis in fundo, ci sono le delizie del palato: dall’eccezionale Pecorino di Pienza, al divino Brunello di Montalcino, dai tradizionali “pici” all’aglio e briciole all’olio extra vergine di olive frante a freddo.
I contadini, i casari, i viticoltori, tutti coloro che abitano qui hanno cura dei propri prodotti.
Cercano ancora oggi di sensibilizzare il visitatore che voglia scoprire l’inestimabile patrimonio paesaggistico, culturale e agroalimentare della loro preziosissima Terra di Siena.
Qui di seguito segnaliamo un itinerario che tocca due borghi importanti della Val d’Orcia, Pienza e San Quirico d’Orcia.
Lungo il trekking ci si rende conto di come il paesaggio naturale della Terra di Siena sia stato ridisegnato nel periodo rinascimentale.
Lo è stato per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole.
Sarà come vedere dal vero le riproduzioni dei paesaggi della Val d’Orcia, diventate icone del Rinascimento e che hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri.
> Scopri l’anello di San Quirico e Pienza
Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani
Anno di iscrizione: 2000
Area di riconoscimento UNESCO: 14,563 ha
Area tampone: 4,087 ha
La suggestione di questo universo di pietra bianca, pietra rosa, travi di quercia, coppi e acciottolato è indimenticabile.
La poesia dei vicoli e delle scalette è stata volutamente cercata ed amplificata, in vista di un effetto scenico unico al mondo.
Unico come la visione dei poderosi contrafforti del Sacro Convento – non sapessimo di essere in Umbria penseremmo a Lhasa, o alla Minas Tirith tolkieniana – unico come l’immensa basilica, che in realtà sono due.
Ma andiamo per ordine.
Per i contemporanei, come per Dante un secolo più tardi, Francesco è il “novello Cristo”.
“Però chi d’esso loco fa parole// non dica Ascesi, ché direbbe corto// ma Orïente, se proprio dir vuole”.
La terra di Francesco: natura, arte e spiritualità
Sopravvissuto al pericoloso equilibrismo di incarnare gli ideali cristiani senza finire al rogo come toccò ai coevi cristiani catari, Francesco veniva a rappresentare un’alternativa per molti suoi coevi.
Innanzitutto per chi voleva praticare la via evangelica in seno ad una Chiesa che in quegli anni si proponeva soprattutto quale potere tra i poteri.
Alla sua morte, la città era pronta per il suo grande destino mediatico, intensamente desiderato – ad maiorem gloriam Dei – dai costruttori delle Basiliche.
Così sulle spoglie di Francesco – che chiedeva di essere inumato nudo nella nuda terra, nel cimitero dei malfattori – fu edificato uno dei complessi architettonici più importanti della cristianità.
Due preziose basiliche, una sull’altra, con quella inferiore a guisa di cripta per far fronte all’affluenza di pellegrini che già allora si supponeva intensissima.
Innamorati come siamo dell’inimitabile bellezza della città, della grazia dei suoi rosoni, della maestà della rocca e della gloria della sua veduta, si fa tuttavia una gran fatica a trovare Francesco ad Assisi.
Perché la città non è il sogno di Francesco, è il sogno di messer Pietro di Bernardone, suo padre.
Anzi.
Assisi è innanzitutto il sogno di Assisi.
Un sogno che divora se stesso, nel centro che si spopola inesorabilmente.
Si spoglia di ogni attività che non sia la rivendita di souvenir ai turisti che, in certi momenti dell’anno, rendono difficile persino passeggiare per le sue vie.
Il Santo, ebbro di Dio, cantava agli uccelli, addomesticava i lupi e parlava ai cuori feroci dei suoi contemporanei.
Lo possiamo immaginare anche oggi tra le montagne, nei boschi, nelle grotte e nelle fonti in cui riconosceva, creatura tra le creature, la mano del suo Creatore.
La Basilica di San Francesco e i dipinti di Cimabue, Pietro Lorenzetti, Simone Martini e Giotto hanno reso Assisi un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo dell’arte e dell’architettura italiana ed europea.
Qui di seguito segnaliamo un itinerario nella terra di Francesco.
Consente di scoprire questo bellissimo borgo medioevale arroccato sulle pendici della collina umbra, con i suoi capolavori di arte medievale.
_ Scopri la passeggiata delle otto porte ad Assisi
I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera
Anno di iscrizione: 1993
Area di riconoscimento UNESCO: 4,365 ha
Area tampone: 1,016 ha
Chi giunge a Matera per la prima volta, come accadde a Carlo Levi, viene accolto da una cittadina pittoresca, cinematografica, irreale.
La vertigine dell’incastro di salite e discese, la profondità delle grotte scavate nella roccia, la suggestione di giardini, cisterne e masserie.
L’insieme è un’orchestra di emozioni racchiusa nel ventre protettivo di un precipizio.
L’affascinante storia di queste architetture naturali, un degradare di abitazioni e celle monastiche, ha origini lontanissime, che ci parlano di un antico desiderio di sopravvivere con le sole risorse di acqua, sole e pietra.
Dai villaggi neolitici alla civiltà rupestre di matrice orientale, dalla civitas normanna alle espansioni rinascimentali e al degrado igienico-sociale del XIX-XX secolo, fino all’attuale recupero.
Esse sono state nominate nel 1993 Patrimonio dell’Umanità per i portali e i fregi del Sasso Barisano, le case e i gradoni scolpiti nella pietra del Sasso Caveoso e per la città vecchia, la Civita, con in cima la splendida Cattedrale.
A fare da sfondo, l’altopiano della Murgia con le chiese rupestri e un dedalo di gallerie nel cuore della pietra giallo paglierino della collina, che offre la possibilità di escursioni in un ambiente evocativo.
Qui di seguito suggeriamo un percorso da fare rigorosamente a piedi per scoprire l’eccezionale e intatto esempio di insediamento umano dall’età della pietra perfettamente adattato al territorio e all’ecosistema.
La prima zona abitata risale al Paleolitico mentre gli insediamenti successivi mostrano una serie di tappe significative della storia dell’uomo.
_ Scopri l’itinerario tra i Sassi di Matera