Sui gessi di Brisighella

18 marzo 2020 - 9:48

Si parte a piedi da Brisighella, prendendo la ripida scalinata che sale da via del Monticino, fino a raggiungere la strada provinciale per Limisano, nei pressi della Rocca. Da qui un ripido viale porta al terzo colle, su cui si trova il Santuario del Monticino, che sovrasta la valle cieca della Volpe, dove si trovano diversi inghiottitoi ormai ostruiti. Si continua senza indicazioni, cercando di salire sulle argille verso il crinale di Cà Marana, su terreno senza un percorso definito. Aggirata la discarica dell’ex cava, si raggiungono i pini di Baiavolpe, da cui inizia una bellissima dorsale, con alternanza di boschetti, prati e macchie di arbusti. Il sentiero sul crinale porta a numeroso grotte e abissi, le cui aperture sono spesso nascoste dalla vegetazione. Nei pressi di Cà Marana si piega a sinistra, lungo una carrareccia tra siepi di marruca, fino a giungere alla Casa del Cardinale, da cui è possibile scendere fino a Case Varnello (è Manicomi). Aggirata l’aia di Case Trebbio si scende per una carraia ai limiti dei calanchi che segnano l’inizio del Rio delle Solfatare, fino al bosco della Tanaccia. Un piccolo varco nella fitta vegetazione immette sulla forra del torrente Antico, paleo corso del ruscello che usciva dalla grotta, poi con un ripido sentiero si sale al maestoso ingresso della cavità, cosparso di macigni e adorno di edera. Si risale alla strada provinciale lungo il sentiero della Tanaccia, e si prende verso Brisighella, passando accanto alla dolina del Buco del Noce, sulla destra. Superato lo spartiacque tra il Rio delle Solfatare e la valle della Volpe, si scende verso il paese. Subito prima della Rocca si prende una carrareccia, attraversando l’aia di un antico frantoio di gesso, per entrare nella valle compresa tra la Rocca e la Torre dell’Orologio, che si raggiunge. Da qui la vista spazia sui tetti di Brisighella. Per una ripida scalinata si scende infine al borgo.

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