Uomini ed Elefanti

18 marzo 2020 - 9:48

Larghi fino a 111 metri, i Tratturi sono stati autentiche vie di “grande comunicazione” per le migrazioni stagionali delle mandrie; la provincia di Isernia ne conserva intatti lunghi tratti percorribili a piedi o a cavallo, tutelati come bene archeologico. La loro funzione era legata alla transumanza, il trasferimento di milioni di capi di bestiame che in autunno dall’Abruzzo, attraverso il Molise, raggiungevano la Puglia, dove il clima più mite consentiva di trovare anche in inverno erbe per il pascolo, per poi tornare a primavera nei pascoli alti di montagna. La rete tratturale era molto fitta e dai tronchi principali si dipartono alcuni “bracci” di collegamento. Il Tratturo segnò una civiltà, costituendo il perno centrale di un vero sistema economico: lungo i percorsi si trovano luoghi di culto, aree di sosta dove i pastori con il gregge trascorrevano la notte, mercati nei quali vendevano i prodotti della pastorizia. L’importanza di queste arterie vitali dell’economia pastorale è testimoniata da un particolare: per chi avesse spostato o rimosso una pietra miliare di quelle che segnavano il percorso, c’era la pena di morte. In Molise, data anche la scarsa densità di popolazione, se ne conservano intatti centinaia di chilometri.
Sarebbe difficile “segnare” come sentiero un viale largo a tratti più di cento metri che taglia il paesaggio; estremamente facile, invece, imboccarne l’inizio, che non è altro che il corso principale dell’abitato di Pescolanciano. Case e paesi, infatti, soprattutto in Molise sono sorti ai lati dei tratturi, che hanno rappresentato l’asse portante della civiltà rurale di questi luoghi. All’uscita del paese, l’erba sostituisce l’asfalto e, da entrambi i lati, una fila di siepi fungeva da “guard-rail” per il bestiame; all’inizio del percorso la confortevole trattoria/alloggio La Cona sostituisce oggi le taverne presenti fino alla fine dell’Ottocento. Un itinerario di sei chilometri nel cuore di questi territori conduce a Carovilli; all’intersezione con il torrente San Pietro, superato un ponticello si esce dall’itinerario principale imboccando un “tratturello” che conduce al paese. Proseguendo invece lungo la direttrice principale si sale raggiungendo l’agriturismo Il Tratturo, poi superato anche il fiume Vandra, si arriva a Calonica, antico punto di sosta dove sorgeva una chiesa e alcune osterie.

Commenta per primo

POTRESTI ESSERTI PERSO:

Piemonte, con le ciaspole nella bellissima Valle Orco: salita a Cima Mares

Valle d’Aosta: 6 rifugi dove mangiare bene in inverno

Trentino: 5 bellissime attività da fare in famiglia