Passi nella storia: da Castel Gandolfo a Velletri sulla Francigena del sud

20 maggio 2018 - 15:07

Quando pensi che la meta sia stata raggiunta, ecco che si aprono nuovi orizzonti… nuove avventure e cose da scoprire. La Francigena del Sud è un po’ così.

Dalla Capitale ci si rimette in cammino attraverso le dolci campagne dei Castelli Romani, poi ancora più giù, seguendo il richiamo della costa, oppure inoltrandosi fra i colli della Ciociaria.

Assieme alla conchiglia e al bastone, il pane è uno dei simboli del pellegrino. Nella terra dove tutti i Cammini confluiscono, il buon pane è quasi un obbligo. Fare dei nomi vuole dire far torto a qualcuno, ma ci corre l’obbligo di segnalare almeno le varietà più note (stabilire quali siano le più buone è golosa incombenza che lasciamo ai lettori!). Ecco quindi il Pane casereccio di Genzano IGP, poi le Cacchiarelle, la Ciriola Romana, il pane Falia, quello casereccio di Lariano e quello dei Monti Lepini, la ciambella sorana, il pane di Vicovaro e quello di Salisano.

Da Castel Gandolfo a Velletri

Usciamo dal centro di Castel Gandolfo lungo corso della Repubblica fino al bivio con via di Ariccia, dove si prende un sentiero che s’inoltra nel bosco percorrendo l’interno della caldera del vulcano spento in cui si è formato il lago Albano e che offre straordinari scorci panoramici sul lago e su Castel Gandolfo.

L’itinerario si dipana nel Parco regionale dei Castelli Romani, una vasta area protetta istituita a tutela di un territorio di grande pregio naturalistico e paesaggistico.

Il percorso prosegue in salita sino ad incrociare la strada regionale 218, che si oltrepassa grazie a un sottopassaggio, per proseguire lungo un antico percorso dove ancora affiorano tratti di basolato. Comincia quindi la discesa verso il lago di Nemi, nascosto dalla vegetazione sino a quando non si giunge in prossimità dell’omonimo borgo.

L’itinerario procede in direzione sud (attenzione alla trafficata  via Nemorense), seguendo poi un dedalo di strade forestali fino a Velletri, l’antichissima città dei volsci, il cui territorio oggi rientra area tutelata dal Parco dei Castelli Romani.

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