From Viticcio village, Capanne mount in background. (Photo by: Federico Tovoli/Avalon/Universal Images Group via Getty Images)
Da Marina di Campo si risale il vecchio sentiero che collegava il piccolo porto campese con San Piero, il paese più importante del versante sud del Monte Capanne, conosciuto già nell’antichità per le sue cave di granito.
Dopo averne attraversato i vicoli lastricati in pietra si imbocca il viottolo in località Le Piane.
Dopo essere passati dalle ancora attive cave di granito si continua circondati dalla bassa macchia in cui spiccano il cisto e la ginestra, fino a raggiungere il molino ad acqua di Moncione (m 366).
Qui veniva macinato il grano fino all’ultimo conflitto bellico.
Siamo in una delle zone archeologicamente più importanti dell’isola dove, oltre alle necropoli villanoviane, spiccano le antiche cave di granito di epoca romana.
Ancora oggi conservano numerose colonne pressoché complete che in alcuni casi superano i dieci metri di lunghezza.
Lasciando a destra Vallebuia, si sale fino ai 548 metri di Pietra Murata.
Le Macinelle (Ph. : Gettyimages / DEA / G. ROLI)
Si tratta di un grosso monolite di granito sfruttato dagli antichi come postazione di vedetta intorno al quale si era sviluppato un villaggio costituito da rifugi sottoroccia e capanne in pietra.
Si prosegue fino a raggiungere Le Macinelle a quota 600 metri, due rifugi in pietra a pianta circolare che nella forma ricordano gli igloo degli eschimesi.
Dopo aver superato il fosso dell’Inferno si giunge al Colle della Grottaccia(m 645).
Si continua sul crinale verso nord-est, circondati da rocce granitiche in cui l’erosione ha scolpito fantasmagoriche figure
Si raggiunge il quadrivio delle Filicaie a quota 870, punto di inizio delle due principali valli isolane: la Valle di Pomonte a sudovest e quella della Nevera a nordest.
Da questo panoramico pianoro comincia l’ascesa alla maggiore vetta elbana risalendo un costone roccioso che permette di ammirare il cuore ancora selvaggio dell’isola.
Si arriva sulla vetta del Monte Capanne, a quota 1019.
Da qui si ammira l’Elba nella sua interezza: le isole di Gorgona e Capraia a nord, la costa italiana ad est, le isole del Giglio, Montecristo e Pianosa a sud e la Corsica con le sue vette spesso innevate ad ovest.
Lasciata la vetta, si scende dal versante nord.
Si cammina su un sentiero che si snoda a tornanti tra grossi lastroni di granito fino alla sella del Ferale (m 620).
Da qui, circondato da erica e corbezzoli, il sentiero termina direttamente nei vicoli del borgo di Poggio (m 350).
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