Sardegna: itinerario tra i calcari del Supramonte

Il Supramonte è il più vasto e selvaggio massiccio montano della Sardegna.

9 agosto 2021 - 6:01

Noto per essere la culla di importanti forme carsiche come le Gole di Gorropu o per ospitare siti archeologici come il Villaggio Nuragico di Tiscali, è un ambiente ideale nel quale praticare un escursionismo di scoperta e provare la sensazione di essere i veri esploratori di una terra apparentemente vergine e intatta.

Nel massiccio supramontano si sviluppano infatti due tra i più noti itinerari escursionistici di lunga percorrenza dell’isola.

Il Selvaggio Blu, che si snoda per 7 impegnative giornate lungo il Golfo di Orosei, e la Grande Traversata del Supramonte, che attraversa il massiccio da sud a nord in 4 piacevolissime tappe.

Chi non disponesse di quattro giorni di tempo o non volesse impegnarsi nell’organizzazione logistica di un lungo trekking, potrà ottenere comunque grande soddisfazione percorrendo anche una sola tappa, per esempio la tratta che dalla località di Pradu raggiunge la sorgente carsica di Su Gologone, nel territorio di Oliena.

 

Itinerario: da Pradu a Su Gologone

Dal terrapieno su cui termina la strada che proviene dall’hotel-ristorante Enis, si scende lungo una traccia di sentiero che punta verso nord-est, proprio in direzione di un altarino con crocifisso in legno.

Il sentiero porta a una piccola sella tra le rocce e la raggiunge in meno di dieci minuti.

La pista fin qui è facile da seguire per la presenza di numerosi ometti di pietre.

Superata una vallecola a quota 1216, si raggiunge la località Sos Ostis (m 1225) per tracce di sentiero che si fanno via via meno segnate.

Continuando sulla stessa quota, si raggiunge un ometto di pietre più grande, mentre sulla destra la segnaletica indica l’imbocco della grotta Nurra Sas Palumbas, raggiungibile in pochi minuti.

Dalla deviazione per la grotta, proseguendo sul sentiero principale, si prende la direzione sud-est, si entra in un avvallamento e si prosegue prendendo come riferimento una evidente giunzione di impluvi nei quali si addentra il sentiero (a 1170 metri di quota).

La traccia, ora più chiara, passa per il Cuile Vilitzi Vilitzi (m 1125), costruito in una bellissima posizione.

Dall’ovile il sentiero prosegue in quota e svalica una crestina rocciosa ben segnata, quindi scende in direzione delle alte parti della Punta Cusidore.

Una lunga discesa conduce fino alla forcella di Sovana (m 945), dove è possibile imboccare un’impegnativa deviazione per la Grotta Orgoi. Ripartendo dalla forcella bisognerà fare attenzione alle tre diverse piste che si diramano verso est.

Due di queste traversano alte, per puntare alla vetta del Cusidore (da cui si può godere di un panorama imperdibile); la terza traccia prosegue invece più in basso, mantenendosi prima in quota per poi toccare la località Sas Seddittas (m 780).

Proseguendo in salita, si punta verso un valico ben in vista sulla cresta a nord-est, raggiungibile seguendo il fondo di un ripido avvallamento. Dopo aver superato il valico, si prosegue in salita puntando verso la vetta del Fruncu Nieddu.

Superata una piccola balza rocciosa sulla sinistra si prosegue poco sotto la cima, su terreno roccioso (ci si può anche tenere più bassi, su un terrazzamento a prati, seguendo la segnaletica bianco/rossa fino al filo di cresta oltre quota 911).

Il sentiero, segnato da piccoli ometti cui bisognerà prestare attenzione, si snoda lungo delle altissime falesie che si affacciano a sud-est verso la valle di Lanaitho fino alla cima del Monte Uddé (m 909).

Ci si inoltra poi in una giovane lecceta verso nord-est per quasi un chilometro, dove si alternano discese nel bosco e traversi in quota, spesso su creste rocciose aperte su entrambi i versanti.

Man mano che si procede, i segnavia bianco/rossi si fanno più numerosi, anche se non sempre sono evidenti.

Sul finire della cresta (a quota 695 metri), il sentiero disegna una prima curva a gomito verso sinistra e da qui inizia la lunga discesa, con numerosi tornanti ripidi dove la traccia spesso si biforca.

È meglio seguire la traccia del sentiero principale (segnata in bianco/rosso) evitando il percorso alternativo con segnavia verdi. I due si riuniscono a quota 400 per raggiungere il Cuile Biseddu, oltre il quale si imbocca una sterrata in discesa.

Dopo circa 700 metri si raggiunge la strada asfaltata nei pressi di una stazione di pompaggio dell’acquedotto di Oliena.

Sulla sinistra dell’edificio, una ripida pista di sentiero poco evidente si stacca dalla strada asfaltata.

Dopo averla percorsa in discesa, si giunge ad una piccola radura dove tenendo la destra si arriva alla località Su Gologone.

Sulla destra si trova la chiesetta di Nostra Signora della Pietà e una sorgente naturale.

A sinistra invece, si raggiunge il piazzale che rappresenta il punto di arrivo della Grande Traversata del Supramonte, a 2,7 chilometri dalla SP46 (5 km da Oliena e 14 da Dorgali). Per rientrare a Oliena è possibile contattare una delle numerose società di transfer in fuoristrada della zona.

 

Altri itinerari nei paraggi:

Valle di Lanaittu – Dolina di Su Sercone

Valle di Lanaittu – Dolina di Tiscali

 

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