Mozia, al centro dello Stagnone di Marsala, ha costituito per quattro secoli un avamposto commerciale strategico fondato da coloni fenici. Oggi un sentiero fa il periplo dell'isola, consentendo una visita improntata alla natura e all'archeologia.

20 maggio 2018 - 20:12

Percorrere a piedi un tratto dell’Isola consente al visitatore di fare un viaggio nel passato che qui è ancora presente in ogni muta testimonianza.

Furono i Fenici, sul finire dell’VIII secolo a.C., a utilizzare l’area come loro primo e principale mercato della Sicilia, stanziandosi al centro della laguna.

La piccola Isola di Mozia venne fondata nell’VIII secolo a.C. da coloni fenici provenienti dalla costa siro-palestinese.

Lungo il sentiero che segue il periplo dell’isola, l’escursionista può scoprirne i siti archeologici, il museo, i suoi mosaici, i suoi ruderi, alla ricerca dei resti di una delle più importanti colonie fenicie del bacino del Mediterraneo.

La Fondazione Whitaker è l’attuale proprietaria di Mozia e deve il suo nome allo studioso anglo-siciliano Giuseppe Whitaker, che l’acquistò nei primi del Novecento e che diede il primo grande impulso all’esplorazione archeologica dell’isola.

Mozia, estesa per circa 45 ettari, conserva le vestigia delle fortificazioni, di alcuni settori dell’abitato, di santuari e del bacino del kothon, elemento caratteristico dell’architettura religiosa dei Fenici, dove le acque dolci e salmastre, ancora si fondono, memoria perenne della nascita mitica del mondo.

 

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