Taburno: verso Santa Maria in Gruptis

20 maggio 2017 - 12:52

Un’escursione tra le infinite sfumature che appartengono a quest’area naturale bucolica e incontaminata, le tinte chiare del marmo e le case bianche aggrappate alle pendici dei monti: è il regno del Taburno – Camposauro, territorio all’avanguardia nella tutela della biodiversità e nel recupero della cultura locale.

Dal centro abitato di Vitulano si segue la segnaletica per l’eremo di S. Menna (m 930), da qui inizia il sentiero che risale il versante roccioso del monte Pentime fino a giungere in cima. Da questo punto si segue la linea di cresta con numerosi point vue panoramici sulla valle Vitulanese e sulla valle del Calore.

Alle pendici orientali si sviluppano in maniera estesa e regolare fino al fondovalle i vigneti di uva Aglianico e Falanghina da dove si ricavano gli eccezionali vini DOC.

Giunti all’estremità settentrionale della cresta in località pizzo del Tesoro, il sentiero inizia a scendere fino a raggiungere i ruderi della badia benedettina di Santa Maria in Gruptis.

Essa, è situata su uno strapiombo detto il “Funno”, in una posizione strategica in corrispondenza di due antiche mulattiere, che collegavano la valle Telesina alla valle Vitulanese precisamente in quella distesa detta Chiaria e Chiarella a ridosso del monte Drago.

L’abbazia, fu fondata tra il 940 e il 944 dal principe longobardo di Benevento Atenulfo II. Dai ruderi il percorso diventa agevole e segue un sentiero che giunge in località Cappelle sulla strada Vitulano – Camposauro.

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