Roberto Bergamino, editore e grande conoscitore delle Valli di Lanzo, ci propone una “classica”: la salita al Gastaldi, uno dei rifugi storici del CAI – la primitiva costruzione risale addirittura al 1880 – ai piedi di alcune delle più imponenti cime delle Valli di Lanzo.
Dal parcheggio di Pian della Mussa, antistante l’inizio del percorso per il Rifugio Gastaldi, si imbocca la stradina che attraversa la Stura e termina nei pressi dell’Alpe Rocca Venoni (m 1845).
Si prosegue verso destra, fino ad arrivare quasi ai piedi del Canalone delle Capre, dove scorre un rio impetuoso. Da li si piega verso sinistra per iniziare a salire con molte svolte. Dopo un breve tratto pianeggiante si riprende quota verso il piccolo Pian dei Morti e, rapidamente, al Gias della Naressa, dove si trova un bivio (indicazioni).
A sinistra si supera poco dopo una incisione dove a inizio estate si trova ancora la neve; si prende a salire più decisamente con una serie di svolte. Oltrepassate le pareti della Rocca Turo si piega verso destra, entrando in uno stretto canale, si oltrepassa una piccola fonte e si continua a salire, superando alcuni salti rocciosi.
La pendenza si attenua rapidamente fino a che la traccia diviene pianeggiante, in breve si entra in vista del Rifugio Gastaldi che rapidamente si raggiunge (m 2659). Il ritorno avviene per la via di salita.
e’ solo curiosita’ interessatasiccome questo rifugio lo frequentato diverse volte posso ben dire che e’ stato per me il piu’ affascinante con quella roccia che non finisce mai di stu pire il fomoso sfondo dell’immensa dessanese,quate gioie ci hadato la natura non si puo’ che inchinari ed apprezzarla senza peraltro dimenticare salendo sulla deestra la fomosa vista della ciamarella ormai priva del suo ghiacciaio’ rovinato dal clima da noi offeso per anni.sono dei tanti camminatori che si sentono collpevoli del danno arrecato.firma rizzol0tullio ex vigile del fuoco del comando di torino,ringrazio tutti gli scalatori che con il loro contributo mantengono vive queste meraviglie…grazie di cuore eroi della natura,
penso di aver detto tutto quello che ritenevo giusto a favore della nostra immensa natura