20 maggio – Giornata Mondiale delle Api
Il 20 maggio è la Giornata Mondiale delle Api per ricordare il ruolo fondamentale svolto da questi insetti per l’Umanità. Quasi il 90% delle specie di piante selvatichee oltre il 75% delle colture alimentari dipendono in parte dall’impollinazione da api, farfalle e altri animali.
Una delle spie degli effetti negativi dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale è la drammatica diminuzione delle api domestiche e selvatiche. Noi dipendiamo dall’attività di questi piccoli insetti, dobbiamo rispettarli e tutelarli, ne va anche della nostra sopravvivenza.
Quasi impercettibili dall’occhio umano questi artropodi, più di altri animali, hanno bisogno di essere protetti perché alla base degli ecosistemi. Infatti la perdita di habitat, dovuta alle variazioni climatiche e all’antropizzazione sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza di questi animali.
Anche l’utilizzo massiccio di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti impiegati nelle pratiche agricole per difendere le piante coltivate dagli agenti patogeni, hanno effetti drammatici anche sulle api e gli impollinatori in generale. Anche le farfalle non se la passano bene: un terzo delle 435 specie di farfalle europee è in declino, 43 sono già in via d’estinzione.
Questo deve preoccupare i Governi perché i piccoli e apparentemente insignificanti animali hanno una valenza importantissima nel settore agricolo: le api e più in generale gli insetti pronubi svolgono un ruolo fondamentale nella impollinazione delle piante, atto indispensabile per la crescita del fiore, del frutto… e quindi del raccolto. L’impollinazione è almeno in parte responsabile di circa il 75% della produzione agricola necessaria per l’alimentazione e gli effetti tossici degli insetticidi risulta mortale per le api. I test di laboratorio mostrano come alte dosi di pesticidi come i neonicotinoidi e piretroidi possano essere letali per gli impollinatori.
Cambiamento climatico: a rischio api e impollinatori
Gli insetti non fanno notizia come l’orso, il lupo o la lince, eppure sono loro ad essere maggiormente minacciati di estinzione: rappresentano il 90% delle specie a rischio. Gli insetti tropicali sono quelli a maggiore rischio – più sensibili ai cambiamenti climatici rispetto ai cugini provenienti dai climi freddi – ma i Paesi che dovrebbero dedicare maggiore attenzione verso queste specie sono anche le regioni più povere della Terra, maggiormente colpite dalla scarsità di risorse idriche e coinvolte da problemi più dolorosi come la guerra e la fame.
Entro la fine del secolo ai tropici si prevede un innalzamento della temperatura di 5 gradi e visto che gli insetti a differenza degli animali a sangue caldo non possono regolare la temperatura corporea per adattarsi alle oscillazioni della temperatura esterna, è prevedibile la scomparsa di 38 specie di insetti tropicali, con un impatto drammatico sul mondo vegetale visto che l’80% delle piante di tutto il mondo necessitano dell’impollinazione.
Testo di Enrico Bottino