Aggredito da un orso nel parco d’Abruzzo: dubbi sul racconto della vittima

Un uomo di 33 anni è stato aggredito da un orso bruno lungo un sentiero nel parco nazionale d'Abruzzo. L'escursionista, salvato dal proprio cane, ha riportato lesioni a gambe e addome. L'ente parco però mette in dubbio la ricostruzione dei fatti

31 dicembre 2022 - 15:05

Nella giornata del 21 dicembre un uomo si è recato all’ospedale di Cassino con diverse ferite all’addome e alle gambe.

Antonio Rabbia, un ingegnere di 33 anni originario di Formia e residente ad Ausonia, ha raccontato ai sanitari di essere stato aggredito da un orso mentre si trovava nel parco nazionale d’Abruzzo insieme al suo cane per fare una camminata.

Secondo le ricostruzioni della vittima, l’aggressione sarebbe avvenuta in una vallata del parco, a pochi passi dalla statale 666 che collega Frosinone all’Aquila attraversando l’area protetta.

L’uomo si trovava lungo un sentiero, in località San Donato Valcomino, quando ha visto il suo cane agitarsi, pochi istanti dopo ha visto un’orsa adulta insieme a due cuccioli.

Pochi istanti dopo aver visto gli animali l’uomo è stato aggredito e, nel tentativo di fuggire, è caduto a terra riportando una brutta storta alla caviglia.

Mentre si trovava a terra l’orsa ha aggredito nuovamente l’uomo che ha provato a difendersi scagliandole contro alcuni sassi.

L’uomo è stato azzannato prima alla gamba e poi alla pancia, solo l’intervento del cane ha scongiurato il peggio. L’animale infatti sarebbe riuscito a mettere in fuga i predatori.

 

Il racconto della vittima

In una dichiarazione rilasciata al quotidiano locale Ciocaria Oggi, Antonio Rabbia ha raccontato:

“Ho la passione delle passeggiate in montagna e mi trovavo con il mio Biondo (il suo cane ndr) nei pressi del cosiddetto “curvone dei motociclisti”, sul sentiero che prosegue verso il canale. All’improvviso ho visto il cane che ha alzato la testa di scatto. Mi sono girato e a una quarantina di metri ho visto due orsetti alti circa un metro. Dietro di loro è apparsa la mamma, un animale gigantesco, alto almeno un paio di metri”.

“L’ho vista alzarsi in piedi. Ho avuto paura. È partita di scatto verso di me, ha percorso una quarantina di metri in un baleno, con una velocità incredibile mi ha raggiunto. In quel momento ho lasciato il guinzaglio del cane e l’orsa ha spalancato la bocca. La mia reazione istintiva è stata una torsione con il busto per evitare il morso, così mi ha preso di striscio” ha raccontato ancora Rabbia.

 

Il ricovero in ospedale e la denuncia contro il parco

Il cane è poi riuscito a mettere in fuga l’orso e l’uomo intanto è riuscito ad allontanarsi dal luogo dell’aggressione.

A quel punto Antonio Rabbia ha chiamato alcuni amici che abitano in zona che lo hanno accompagnato al pronto soccorso di Cassino.

Il cane è stato ritrovato tre giorni più tardi da una ragazza che, venuta a conoscenza della vicenda, si è recata appositamente sul posto per cercato, con l’ausilio del persona del parco.

L’uomo ha riportato quattro ferite sulla pancia provocate dai denti, di cui una più profonda, la gamba destra ingessata per una lesione distorsiva al collo del piede procurata dalla caduta, il collare da portare per un mese, una costola fratturata e un’altra incrinata.

L’ospedale lo ha dimesso con una prognosi di venti giorni. L’uomo si è affidato ad un legale per denunciare l’ente parco e chiedere il risarcimento dei danni.

Infatti, secondo Antonio Rabbia, l’ente parco sarebbe colpevole di non aver indicato con appositi cartelli la presenza di orsi in zona e il rischio di venire attaccati.

_ Leggi anche: come comportarsi se si incontra un orso sul sentiero

 

I dubbi dell’amministrazione del Parco sull’accaduto

Il Parco nazione d’Abruzzo, Lazio e Molise, attraverso un comunicato sui suoi canali social, ha manifestato alcune perplessità sulla vicenda e sul racconto della vittima.

L’ente parco ha dichiarato:

“I fatti risalirebbero addirittura al 21 dicembre, cioè 9 giorni fa, e la prima notizia è arrivata al Parco la mattina del 22 quando l’interessato ha chiamato il Servizio di Sorveglianza per denunciare la scomparsa del proprio cane a seguito dell’evento, raccontato sommariamente, in una breve conversazione telefonica.

La notizia, ovviamente delicata e meritevole di grande attenzione e approfondimento, ha immediatamente portato alcuni a contattare e raggiungere sul posto il sig. Rabbia per accertarsi sulle condizioni di salute e per supportarlo nella ricerca del cane”.

L’ente parco ha spiegato poi quali attività sono state svolte:

“Immediatamente quindi sono state organizzate attività di ricerca che nei giorni successivi sono proseguite a cura dei Guardiaparco, fino a quando nel pomeriggio del giorno 23 dicembre il cane è stato ritrovato a San Donato in buone condizioni di salute, senza traccia di guinzaglio e riconsegnato al proprietario”.

Il Presidente e del Consiglio Direttivo del Parco, dopo aver ricevuto un rapporto dai guardiaparco, ha affermato che: “la vicenda è poco chiara perché nella zona del fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli, senza che però mai la stessa abbia dato problemi di nessun tipo”.

A destare perplessità però sono state soprattutto le informazioni riferite in merito allo svolgimento dei fatti:

“….l’orsa che aggredisce e morde alla pancia……”; “….giovane e orsa che cadono insieme lungo il dirupo ….e lui che riesce a tenersi ad un albero fermando la caduta….”.

Anche quanto riferito in merito al cane desta, secondo l’ente parco, delle perplessità: “il cane che sarebbe stato al guinzaglio, quindi davanti al suo padrone, che però evita l’orso e poi viene ritrovato palesemente senza guinzaglio, il tutto su un sentiero largo alcune decine di centimetri; questi e altri aspetti ancora, di cui, certamente, si parlerà nelle sedi opportune”.

 

Sarebbe la prima aggressione mai registrata in appennino

Se i fatti fossero confermati si tratterebbe della prima aggressione da orso ad una persona mai avvenuta nell’appennino.

Il Parco è ovviamente a disposizione per collaborare con le autorità competenti e fornire ogni supporto e lo farà anche con l’ausilio dei tecnici a cui è stata mandata la foto della zona in cui l’orsa avrebbe morso il Sig. Rabbia.

 

 

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