Alpinismo, Cervino: 150 anni e non sentirli

Come poche altre montagne, che una volta scalate perdono la loro aura di sacralità, il Cervino ha saputo mantenere intatto il suo fascino di “Nobile scoglio d’Europa”

18 marzo 2020 - 2:27

Per un motivo molto semplice: nonostante il progresso delle tecniche e dei materiali nell’alpinismo, questo stupefacente monolite di pietra mantiene, intatta, tutta la sua difficoltà.

Non esiste una salita “facile” o “sicura”, sulle sue creste e pareti, e ogni arrampicata racchiude, in sè, nonostante le “facilitazioni” date da corde fisse e altro, l’adrenalina di una autentica avventura.

Non potevamo evitare di celebrarlo, anche noi, attraverso due pubblicazioni diverse tra loro ma di uguale valore: “Cervino, il più nobile scoglio” di Reinhold Messner e “Nel vento e nel ghiaccio” di Paolo Paci.

Ma nel centocinquantenario della salita al Cervino, non potevamo ignorare quello che forse rimane il libro più affascinante dedicato a questa montagna… e in tema di “ricordi”, arriva insperata una magnifica riedizione di uno dei libri più intriganti della letteratura di viaggio e montagna, ormai introvabile da decenni:“Il Monte Cervino” di Guido Rey.

In chiusura, la prima uscita della nuova, spettacolare rivisitazione delle migliori guide del nostro mercato, ancora più godibili grazie all’aumento delle pagine fotografiche che ne fanno un libro da leggere e guardare, a prescindere dall’urgenza del viaggio.

 

Reinhold Messner

CERVINO, IL PIÙ NOBILE SCOGLIO

Corbaccio edizioni

Milano

256 pagine

Euro 16,90

Dalla penna e dalle esperienze di uno dei più grandi interpreti dell’alpinismo di ogni epoca, la storia della conquista di una delle montagne più difficili del mondo, che ha dato il via a una diversa, moderna, interpretazione dell’avventura in montagna.

Il 14 luglio 1865 il venticinquenne inglese Edward Whymper, partito da Zermatt, raggiunge per primo la vetta del Cervino-Matterhorn, il «più nobile scoglio» come scriveva il poeta John Ruskin. Scendendo, tuttavia, in seguito a un incidente la corda che teneva legati i sette scalatori si rompe, e quattro di essi perdono la vita precipitando nel vuoto. Pochi giorni più tardi, Jean-Antoine Carrel arriva in cima dal versante italiano. Carrel è il vero «eroe» dell’avvincente racconto che Reinhold Messner fa della «conquista» di questa splendida montagna: Carrel, la guida della Valtournanche, colui che per primo osò pensare di salire il Cervino, fino ad allora considerato inespugnabile e che dai tempi più remoti ha alimentato miti e leggende paurose. E Carrel è caratterialmente l’opposto del «dandy» Whymper: taciturno, istintivo, dominato dal senso di responsabilità per le persone che scalano con lui, affidabile fino alle ultimissime ore prima di morire lui stesso sul Cervino, venticinque anni più tardi, dopo aver assicurato la salvezza ai suoi compagni.

Perché la corda che teneva gli inglesi si sia rotta è ormai chiarito da tempo, ma è la questione del «senso di responsabilità» che interessa soprattutto Messner. E in questo libro affascinante, che prende le mosse dai grandi classici sul Cervino, come Il Monte Cervino di Guido Rey, e La salita del Cervino dello stesso Whymper, Messner è come se facesse parte dell’una e dell’altra cordata dei due personaggi contrapposti, Whymper e Carrel, che rappresentano due modi radicalmente diversi di vivere la montagna. Perché Messner vuole capire: «Voglio salire con questi due alpinisti. Voglio capire che cosa li ha spinti, voglio capire cosa hanno dovuto sopportare.» E vuole raccontarcelo.

Paolo Paci

NEL VENTO E NEL GHIACCIO

Sperling&Kupfer edizioni

Milano

276 pagine

Euro 18,90

Più pragmatica e documentaria la narrazione di Paolo Paci, giornalista e scrittore, anch’egli esperto di montagna, che si chiede perché proprio il Cervino, fra tante cime imponenti, è diventato il simbolo stesso delle Alpi? Perché la sua vetta è una meta irrinunciabile per gli alpinisti e i turisti di tutto il mondo, e il suo profilo è riprodotto come un marchio su berretti e giubbotti, scatole di pastelli e tavolette di cioccolato? Forse per quella perfetta forma piramidale che lo rende inconfondibile. O per la storia gloriosa e drammatica della sua conquista, avvenuta nel 1865 dopo tanti tentativi falliti che alimentarono la leggenda di una montagna inviolabile, protetta da spiriti e demoni. La scalata per raggiungere la cresta è una gara febbrile, costellata di tradimenti, delusioni, colpi di scena. A centocinquant’anni da quella prima ascensione, Paolo Paci ripercorre gli itinerari dei due pionieri, segue i tentativi e i sogni degli alpinisti, e raccoglie le tante storie custodite fra le pietre, nei rifugi, nei paesi ai piedi della montagna. Il suo racconto restituisce al lettore, con l’aiuto di immagini incantevoli, l’emozione di sfide antiche e nuove e la magia di una roccia che svetta al centro di una favola.

 

 

 

Guido Rey

IL MONTE CERVINO

Hoepli edizioni

Milano

300 pagine

Euro 29,90

Magnifica copia anastatica del volume uscito nel 1904, meriterebbe di essere nella libreria di ogni appassionato di montagna solamente per la prefazione, firmata da un certo Edmondo De Amicis, che con la prosa magistrale di un padre della letteratura sottolinea: “E’ un libro bello, e certamente anche utile… gli alpinisti esordienti v’impareranno da un maestro incomparabile come all’audacia si debba accoppiare la prudenza…”

Questa ristampa ripropone un titolo classico che, dall’inizio del secolo scorso, ha conquistato generazioni di lettori. Tradotto in inglese, francese e tedesco, questo volume diede inizio alla gloriosa tradizione della letteratura di montagna in Italia. Tra realtà e leggenda, con parole appassionate Rey descrive i luoghi e gli abitanti, gli artisti e gli studiosi che da tutta l’Europa furono attratti dal mitico monte, racconta i sacrifici e le sofferenze morali e fisiche che accompagnarono i numerosi, caparbi tentativi di conquista della vetta da parte dei protagonisti più diversi, dalle guide della Valtournanche all’abate Gorret, fino alla vittoria finale dell’inglese Whymper nel 1865. Non meno coinvolgenti sono le intense pagine autobiografiche in cui l’autore racconta i suoi rapporti con il Cervino, che segnarono profondamente la sua esistenza. Pagina dopo pagina le parole si fondono con i le tavole illustrate di Edoardo Rubino e con le riprese di Vittorio Sella e dello stesso Rey, che usa la fotografia come strumento di narrazione dell’epopea alpina ottenendo effetti di sorprendente bellezza.

 

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