Animali in difficoltà, cosa fare e cosa no: i consigli di Carabinieri e WWF
Come ci si deve comportare quando s'incontra, durante un trekking o anche in città, un animale ferito o in difficoltà? I Carabinieri Forestali e il WWF ci spiegano cosa fare e cosa non fare, avvertendo che a volte un intervento di mani non esperte può essere pericoloso per la salute dell'animale, anche se fatto in buona fede.
Animali selvatici in difficoltà: cosa fare e cosa no
Accade sempre più spesso, durante un trekking o anche in certe aree urbane, di imbattersi in animali selvatici.
Nellagran parte dei casi si tratta di un buon segno. Le politiche ambientaliste degli ultimi anni hanno cominciato evidentemente a dare dei frutti.
Tuttavia l’incontro con la fauna selvatica non sempre è facile da gestire. Ad esempio, l’animale può sembrare ferito o abbandonato, ma non è sempre così.
In alcuni casi, intervenire perché si è preoccupati della sorte dell’animale può essere addirittura dannoso per l’animale stesso.
La prima cosa che si dovrebbe fare quindi è capire se l’intervento sia necessario o se è invece meglio lasciare l’animale dov’è, magari osservandolo da lontano.
Ma come sapere cosa si deve fare e cosa no?
Ecco i consigli dei Carabinieri Forestali e del WWF Abruzzo, che hanno cercato di fare chiarezza sull’argomento.
I consigli di Carabinieri Forestali e WWF
In primo luogo Carabinieri Forestali e Wwf ricordano che la fauna selvatica è protetta e che ne è vietata la detenzione.
Il recupero deve essere finalizzato esclusivamente al ritorno alla vita in natura ed è per questo sempre meglio contattare le autorità locali prima di improvvisare un intervento.
Quando ci si imbatte in un animale selvatico che appare ferito o in difficoltà bisogna evitare di avvicinarsi subito.
Meglio restare a debita distanza e osservare la situazione da lontano per capire se ci sono effettivamente difficoltà e per valutare se e come intervenire.
Si dovrebbe intervenire solo quando gli animali sono feriti, sanguinanti, tremanti, particolarmente deboli o, nel caso degli uccelli, con ali rotte.
Oppure che siano esposti a pericoli evidenti come, ad esempio, il traffico veicolare o l’eccessiva frequentazione di una zona.
Uccelli selvatici: piumati o non piumati?
Capita spesso di incontrare giovani uccelli.
Nel caso dei nidiacei, solo parzialmente impiumati, la cosa migliore è trovare il nido, che non dovrebbe essere troppo lontano, e riporlo lì.
Se il nido non si dovesse trovare, fornirne uno alternativo con una scatola senza coperchio o un cestino, da sistemare sull’albero più vicino.
Se invece l’uccello ha già le piume, cammina a terra e saltella, ha gli occhi aperti e non presenta ferite, non bisogna toccarlo.
Il piccolo sta provando a rendersi indipendente e i genitori sono probabilmente nei dintorni.
Solo se ci fossero situazioni di pericolo come la presenza di cani e gatti o se l’animale fosse in mezzo a una strada o su un marciapiede trafficato, si può valutare lo spostamento in una zona più sicura nelle immediate vicinanze.
Una siepe o il ramo di un albero vanno benissimo. In entrambi i casi si può poi aspettare, a distanza, l’arrivo dei genitori.
Soltanto se non dovessero tornare, l’uccello va soccorso e portato in un centro di recupero utilizzando una scatola con dei fori.
Particolare è invece il caso di rondini e rondoni che se avvistati a terra sono in genere in difficoltà e vanno comunque recuperati.
Piccoli di mammiferi: mai toccarli
I piccoli di mammiferi non vanno mai neppure toccati, anche se apparentemente soli o indifesi.
Basta infatti un contatto anche minimo per imprimere l’odore dell’uomo e rischiare che la madre, quasi sempre nei paraggi, non gli si avvicini più.
Questo significa condannare gli animali che crediamo di soccorrere a una vita in cattività.
Si tratta di un rischio che corrono in particolare i cuccioli di cervo e capriolo spesso nascosti nell’erba alta, protetti dal loro mantello mimetico, in attesa che la madre torni ad allattarli.
Bisogna lasciare il piccolo dove è stato trovato, allontanarsi in silenzio, non disturbarlo e non costringerlo a cambiare posizione.
Altrimenti potremmo mettere a rischio la sua sopravvivenza e impedire alla madre di ritrovarlo.
Se l’animale ci sembra ferito o in difficoltà o ancora se abbiamo la certezza che la madre non possa più occuparsene, è comunque meglio contattare telefonicamente un centro di recupero per ricevere informazioni e consigli.
Improvvisare un intervento, anche in buona fede, potrebbe essere deleterio.
In tutti i casi dubbi, meglio rivolgersi ad un Centro Recupero Animali Selvatici.