Ambiente e sostenibilità: arrivano conferme sul nuovo Ministero per la transizione ecologica

11 febbraio 2021 - 18:12

In queste ore di frenetiche consultazioni portate avanti dal Presidente del Consiglio incaricato per formare un nuovo Governo, è uscita la notizia che col nuovo esecutivopotrebbe nascere un nuovo Ministero, definito della Transizione Ecologica.

Il ruolo di questo organo dovrebbe essere quello di guidare la trasformazione dell’Italia verso la sostenibilità ambientale e il contrasto al cambiamento climatico, nel solco di quanto indicato dall’Unione Europea nelle condizioni per accedere al Recovery Plan.

La proposta di questo “super Ministero” è arrivata qualche giorno fa da Liberi e Uguali, partito da sempre sensibile alle tematiche ambientali, che ha indicato la necessità di avere un nuovo organismo di governo in grado di affrontare la sfida della transizione verde.

Qualche giorno dopo la stessa proposta è stata rilanciata da Beppe Grillo per conto del Movimento 5 Stelle e resa pubblica dallo stesso Garante subito dopo la fine delle consultazioni con Mario Draghi.

Un Ministero di cui ancora si sa molto, è certo però che andrà ad assumere competenze trasversali, che adesso rientrano in quelle di altri dicasteri, in modo da poter coordinare le politiche nazionali sulla transizione ecologica.

 

Un’idea che comincia a prendere forma

Questa proposta sembra essere diventata una condicio sine qua non del sostegno del Movimento 5 Stelle al prossimo Governo Draghi, una battaglia in linea con gli antichi capisaldi del movimento.

Inoltre i temi dell’ambiente e dell’economia sostenibile sono stati anticipati già da diverse settimane dallo stesso Beppe Grillo sul suo blog, presentati come fondamentali nell’azione di un Governo che pensi al futuro.

Sulla proposta non è arrivata dalla Presidenza del Consiglio nessuna conferma, ma nemmeno smentite.

Altre voci si sono aggiunte nella giornata di oggi, quando al tavolo delle consultazioni si sono sedute anche le organizzazioni ambientaliste.

Proprio la portavoce del WWF, nell’incontro con la stampa successivo alle consultazioni, ha confermato l’intenzione del Premier di istituire questo nuovo super Ministero per la Transizione Ecologica.

Il Green New Deal, la tutela dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici sono peraltro aspetti centrali del Recovery Fund e ogni nazione su questi punti dovrà presentare piani concreti e dettagliati per poter accedere ai fondi comunitari.

 

Si delinea il ruolo del nuovo Super Ministero

Proprio la transizione ecologica è una delle voci di bilancio più grandi dei fondi europei, ragione per cui lo stesso Mario Draghi ha affermato che l’azione del suo esecutivo sarà incentrata su ambiente e sostenibilità.

Il nuovo Ministero potrebbe avere quindi un ruolo centrale, sia nella stesura della nuova bozza del Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza sia nella successiva fase di esecuzione dei progetti.

Su questi punti Bruxelles si aspetta interventi all’altezza, a partire dagli obiettivi, passando per le singole azioni fino al cronoprogramma, che dovrà essere puntuale e fattibile.

Ragione per cui molti ipotizzano che il Ministero per la Transizione Ecologica potrebbe avere poteri molto vasti o addirittura nascere dall’unione del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico.

Questa ipotesi è stata accolta con favore da più parti, il Movimento 5 Stelle ne ha fatto una propria bandiera e una condizione necessaria per supportare il nuovo esecutivo.

Legambiente e WWF hanno evidenziato come organismi simili siano già presenti in Spagna e in Francia con poteri che riguardano non solo l’ambiente, ma anche l’energia, l’economia, la giustizia sociale e le infrastrutture.

Segno di come la sostenibilità ambientale e la conversione energetica non siano materie settoriali ma tocchino ogni ambito della amministrazione dello Stato.

Anche il P.D. e Liberi Uguali hanno appoggiato l’idea di avere un organo dedicato a gestire le corpose somme che andranno investite in queste operazioni

Anche l’Unione Europea ha consigliato agli Stati Membri di dotarsi di strutture di gestione e controllo che abbiano poteri e competenze idonee a gestire uno strumento straordinario come il Recovery Fund.