Barcellona: il futuro della città è pedonale e ciclabile

18 novembre 2020 - 10:50

Nel 2016 la città di Barcellona inizia il progetto dei blocchi pedonali, aree della città che comprendono vie e piazze che vengono riservate a pedoni e biciclette. Leauto rimangono ai margini e in questi spazi si piantano alberi, realizzano aree verde e spazi per le persone come giardini e panchine.

Il progetto ha coinvolto in questi anni diverse zone della città, ma adesso Barcellona si da un obiettivo ancora più ambizioso, creare una super area pedonale in centro e gradualmente liberare tutta la città dalla morsa del traffico e delle auto.

Il Sindaco Ada Colau in una conferenza stampa ha dichiarato che ben 21 strade del quartiere centrale di Eixample diventeranno una super area pedonale, raggruppando e ingrandendo alcuni dei blocchi pedonali già creati dal 2016 ad oggi.

Il quartiere centrale dell’Eixample, il nuovo superblocco di Barcellona sarà una grande area pedonale nel cuore della città. Mappa: Ajuntament de Barcelona

L’obiettivo dell’amministrazione cittadina è estendere questo progetto a tutta la città, per farlo però saranno necessari interventi di adattamento e riqualificazione di interi quartieri, ci vorranno diversi anni per completarlo.

La finalità è migliorare la qualità della vita urbana, riducendo l’inquinamento atmosferico, quello acustico, gli incidenti automobilistici e contrastare il cambiamento climatico.

Le statistiche presentate dal sindaco mostrano come ogni anno a Barcellona ci siano centinaia di vittime dell’inquinamento, inoltre in estate le temperature medie della città sono sempre più alte a causa della cementificazione. Recenti studi dimostrano infatti che l’assenza di verde e alberi e le ampie superfici coperte dall’asfalto trasformano i centri abitati in vere e proprie isole di calore.

Secondo i piani operativi comunali, le aree pedonali dovranno essere sempre più estese, lasciando il traffico veicolare solo ai margini esterni e permettendo l’ingresso solo ai residenti e ai mezzi a servizio delle attività produttive.

Inoltre le linee guida del comune prevedono la realizzazione di viali alberati, aiuole che comprano almeno il 20% della superficie stradale, giardini, panchine e aree verdi per bambini e anziani. Il limitato traffico veicolare in queste zone dovrà sottostare al limite di velocità dei 10 chilometri all’ora.

Il progetto partirà già in questi mesi approfittando anche del traffico ridotto a causa della pandemia e dell’incremento dello smartworking, proseguirà fino al 2030 per concludere tutti gli interventi necessari a convertire tutte queste vie e quartieri.

Una illustrazione della struttura dei nuovi viali alberati che diminuiranno le temperature estive e miglioreranno la qualità dell’aria.

Non mancano però le voci contrarie, già nel 2016 c’erano state manifestazioni di dissenso da parte degli automobilisti per questa limitazione alla circolazione. Resistenze che si sono presto dissolte nel grande consenso che l’iniziativa ha invece ottenuto a livello locale, nazionale e internazionale.

Diverse metropoli europee hanno replicato, almeno in parte, questo modello, altre invece stanno studiando progetti di pedonalizzazione, come Parigi, Madrid, Berlino e anche Milano.

Il sindaco si aspetta proteste anche contro questo nuovo progetto, ma non ha intenzione di fermarsi forte dei dati scientifici che mostrano tutti i problemi di degrado, inquinamento e mortalità che contraddistinguono le metropoli più trafficate al mondo e, invece, i miglioramenti che Barcellona ha già riscontrato negli ultimi quattro anni.

Una delle città più grandi e cosmopolite d’Europa si sta muovendo con decisione per strappare le città dal dominio dell’auto per restituirlo alle persone, una direzione obbligata per tutte quelle amministrazioni che vorranno rendere le loro città più vivibili e accoglienti, combattendo degrado e inquinamento.

La pandemia che stiamo vivendo ha mostrato tutti i limiti di città pensate per i veicoli a motore, in cui sia difficile muoversi a piedi o in bicicletta. Ecco perché sarebbe importate che l’esempio virtuoso di Barcellona diventi un modello di sviluppo urbano sostenibile.