Beautiful mountain path, rocks and stones, orange trees at sunset in autumn in Dolomites, Italy. Colorful landscape with forest, rocks, trail, orange grass and blue sky in fall. Hiking in mountains
Come ogni anno, l’11 dicembre ricorre la Giornata internazionale della m0ntagna.
Questa iniziativa nasce con lo scopo di tutelare il territorio montano.
Tuttavia, quando nasce questa giornata e per quale ragione è considerata sempre più fondamentale?
La Giornata Internazionale della montagna nasce dieci anni fa, nel 2003, grazie all’iniziativa dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Proprio quest’ultima ha istituito la ricorrenza dopo aver dichiarato il 2002 come International Mountain Year (IMY).
Da quel momento in avanti, ogni anno ritorna questo evento ricco di iniziative finalizzate alla sensibilizzazione e alla presa di coscienza dei problemi che riguardano la montagna.
L’obiettivo di quest’edizione sarà uno in particolare: favorire il ripristino degli ecosistemi montani.
Si tratta di una tematica scelta dalla FAO e rilanciata dal Club Alpino Italiano per mettere in luce la volontà di includere a pieno titolo le montagne nel Decennio delle Nazioni per il ripristino degli ecosistemi 2021-2030.
Questo ripristino sarà co-guidato sia dalla FAO che dal Programma ambientale delle Nazioni Unite.
Un elemento di fondamentale importanza evidenziato dal Cai sarà costituito dalla Citizen Science.
Quest’ultima sarà utile per la raccolta di dati scientifici sull’ambiente così come per la promozione della consapevolezza e della partecipazione degli appassionati della montagna sia sul valore della biodiversità che sul capitale naturale dei territori montani.
Le montagna sono, fin dall’alba dei tempi, un elemento fondamentale sul nostro pianeta: basti pensare che ricoprono circa il 27% della superficie terrestre e ospitano anche la metà degli hotspot di biodiversità di tutto il globo.
Non da meno, le montagne forniscono acqua dolce a circa metà dell’umanità.
Tuttavia, a minacciarle è il più grande pericolo della nostra epoca: il cambiamento climatico.
La crisi idrica unita al repentino aumento delle temperature hanno costretto gli autoctoni ad adattarsi ma anche a migrare verso altri orizzonti.
Proprio quest’ultima tematica è stata affrontata dal Cai nell’ambito del 101o Congresso nazionale tenutosi a Roma il 25 e 26 novembre scorsi.
A fornire i dati di una situazione allarmante è stato proprio il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.
Ph.: Gettyimages/Riccardo Beretta
Stando a quanto ha riportato il Gruppo, all’incirca l’84% delle specie montane endemiche è già a rischio estinzione.
Per quanto concerne le specie animali e vegetali, invece, si pensa che queste diminuiranno o andranno incontro anch’esse all’estinzione.
Ad ogni modo, i territori di montagna continuano a possedere una varietà di ecosistemi che non mancano di offrire servizi vitali sia al miliardo di persone che ci vive, che a quelle che pur vivendo in territori pianeggianti usufruiscono dei servizi ecosistemici della montagna.
Questi ultimi, inoltre, risultano utili nel mitigare gli impatti e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Dunque, perché la Giornata internazionale della montagna rappresenta un’opportunità?
Lo è se vista come un’importante occasione per aumentare la consapevolezza circa l’importanza di questi ecosistemi.
Ma anche per richiedere soluzioni adeguate che permettano alle montagne di rafforzare la propria resilienza contro eventi climatici anche estremi.
Chiunque frequenti le montagne è in grado di garantire il proprio contributo per mitigare le conseguenze della crisi climatica e delle attività umane stesse.
In questo senso, sostiene il Cai, il coinvolgimento delle persone nella raccolta di dati scientifici relativi all’ambiente, la cosiddetta “Citizen Science” (o scienza partecipata), può essere uno strumento molto utile al fine di migliorare la consapevolezza sull’importanza della conservazione della biodiversità e del ripristino degli ecosistemi sia dei territori montani che delle aree protette.
Un esempio di scienza partecipata è il progetto “Acqua Sorgente”, il cui obiettivo, come spiega il presidente del Cai Antonio Montani, è quello “di identificare, classificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano nell’ambiente montano di tutto il territorio nazionale”.
Non da meno, prosegue Montani, “anche chi frequenta la montagna potrà contribuire alla raccolta di informazioni sulle sorgenti in modo semplice ed efficace attraverso un’app e strumenti messi a disposizione dalle sezioni Cai sul territorio.
Ph.: Gettyimages/f9 photos
Con questi dati specifici su portata, conducibilità e temperatura realizzeremo un monitoraggio utile per capire lo stato di salute delle sorgenti d’acqua nei territori montani, oggi minacciate dalla crisi climatica, la cui presenza è irrinunciabile per ogni ecosistema in salute.
Il progetto in questione, all’oggi, può contare su circa 10omila fonti d’acqua geolocalizzate.
Una base di partenza non da poco ideata e realizzata avvalendosi di informazioni provenienti da 20 database regionali e 3 database nazionali.
Grazie all’impegno della cittadinanza che parteciperà ad “Acqua Sorgente”, poi, i dati potranno solo che incrementare.
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