Due cani sbranati dai lupi in Trentino: abbattere i predatori o conviverci?

Due cani sbranati da branchi di lupi in Trentino Alto Adige nel giro di poche settimane e tornano le polemiche: si può convivere con questi predatori o sono troppi e occorre pianificare degli abbattimenti?

2 febbraio 2022 - 10:38

L’uccisione di due cani, aggrediti a distanza di pochi giorni da branchi di lupi in Trentino, ha riacceso le polemiche sulla diffusione di questi predatori.

Secondo alcuni la presenza dei lupi è ormai fuori controllo e rappresenta un pericolo per le comunità.

Per altri, animalisti in prima linea, sono le comunità e gli umani che dovrebbero abituarsi a convivere con i lupi.

Il setter ucciso e sbranato dai lupi a Folgaria

Il primo caso a scatenare polemiche durissime si è verificato a Folgaria ed è stato raccontato minuziosamente dal padrone del cane ucciso, Martino Raineri.

Il racconto è straziante: la camminata con i suoi due cani, uno adulto e l’altro di otto mesi, Martino che decide di liberarli dal guinzaglio, sorvegliandoli con il collare GPS.

Poi, a un certo punto, il guaito del piccolo proveniente dal bosco, mentre il grande torna dal padrone; l’affannosa ricerca del cane e il ritrovamento del solo collare GPS.

Infine, seguendo le tracce di sangue, la terribile scoperta: un branco di lupi intento a cibarsi del povero setter, ormai carcassa.

E i predatori che, allertati dall’arrivo di Martino, si allontanano da quello che resta del cane.

L’incontro ravvicinato con i lupi non è finito qui.

Martino ha infatti raccontato che, mentre era al telefono con i soccorsi, i lupi si sono ripresentati.

“Cinque lupi si sono spostati, allontanandosi e scomparendo dalla sua vista, mentre due sono rimasti a guardarlo” si legge nella ricostruzione degli esperti di Lifewolfalps.

In particolare, uno dei due lupi è rimasto sempre in vista, a una distanza di 20-30 metri e non si è allontanato nemmeno quando l’uomo gli ha tirato delle pietre per spaventarlo, ma è rimasto seduto a guardarlo.

Il resto del branco non era visibile, ma se ne percepivano i movimenti nel bosco. Il tutto si è svolto in una mezz’ora circa.

Per tutto il tempo i lupi non hanno mostrato un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’uomo, che afferma che non hanno mai mostrato i denti o cercato di aggredirlo. All’arrivo dei soccorsi, i lupi si sono finalmente allontanati”.

Vispo, il cane da pastore ucciso a Brentonico

Il secondo caso si è verificato a Brentonico, tra Trentino e Veneto.

Nelle parole di Dante Secchi, il proprietario, si trattava di un cane anziano che viveva con la famiglia nel pressi dell’abitazione: “Abbiamo fatto 15 anni insieme in malga era un bravo cane che si era meritato la pensione”.

Vispo, questo il nome del cane, è stato sbranato da un branco di lupi che è noto si aggirano nel territorio.

Le reazioni: abbattere o imparare a convivere con i lupi?

I fatti non potevano non suscitare polemiche.

Da un lato il Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e l’assessora Giulia Zanotelli, che hanno parlato apertamente di  abbattimento a garanzia della sicurezza, con riferimento anche agli allevatori.

In un comunicato hanno sottolineato la necessità di “portare a termine il percorso avviato con Ispra e Ministero per migliorare la gestione della presenza dei lupi sul nostro territorio”.

Dall’altro gli animalisti ma anche gli esperti, a sottolineare che in Trentino è la prima volta che viene accertata un’aggressione di questo tipo.

Si fa rilevare che non vi sia stata aggressione nei confronti dell’uomo, a riprova che i lupi temono gli umani e non rappresentano un pericolo diretto.

Si sottolinea poi come, in territori dove si sa che il lupo è diffuso, occorra adottare regole di comportamento adeguate, tra cui quella di non lasciare i cani senza guinzaglio.

 

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